Veneto al centrodestra grazie alla LegaNord.. e grazie a … ????

da il Fatto Quotidiano
VENETO
I PARENTI DEI LEGHISTI: DAL CARROCCIO ALLA POLTRONA
Spartizioni da Casta per il partito che tra la lotta e il governo ha scelto il potere
di Ferruccio Sansa inviato a Verona

Come popolo leghista ci siamo imborghesiti”.
A dirlo è Leonardo Muraro, e bisogna credergli: è il presidente della Provincia di Treviso, riconfermato con il 57,3%. Uno dei padri della Lega Razza Piave. La Lega in Veneto ha vinto. Però, nonostante i calici alzati, il risultato ha un retrogusto amaro: proprio dalla regione del Carroccio, governata da Luca Zaia, parte il segnale che l’onda lunga si è fermata (a Treviso meno 20% rispetto alle regionali). E tutti a spulciare i risultati, Comune per Comune. Ma il nodo potrebbe essere altrove.
Un consigliere regionale del Pd, Franco Bonfante, in un’interrogazione denuncia una parentopoli: “Nove casi (altri saranno resi pubblici presto) di leghisti di spicco con parenti assunti nelle municipalizzate”.
Forse il male oscuro sta qui, in un partito di lotta diventato fin troppo di governo.
Eccoli i numeri che generavano l’entusiasmo dei piddini:
“Il vento è cambiato”, sostiene Rosanna Filippin, segretario Pd veneto.
Aggiunge: “A Treviso la sfida si è chiusa con un pareggio. In provincia il Pd cresce in 5 anni dal 17,6 al 21,2%. A Vittorio Veneto e Castelfranco ha più voti di Lega e Razza Piave insieme. A Rovigo (ballottaggio per la Provincia, ndr) il centrosinistra conferma 3 amministrazioni su 4
e ne strappa una. Nella provincia di Padova, il Pd vince, direttamente o in liste civiche, in 7 Comuni su 12. A Vicenza, su 11 Comuni abbiamo vinto in 7. La Lega non ha mai vinto”.
Al centrosinistra è andata peggio nel veronese, regno del sindaco Flavio Tosi: 4 vittorie su 20.
Fin qui i dati, i sintomi.
Ma qual è la malattia? Più d’uno punta il dito sulla parentopoli denunciata da Bonfante. Un caso in tribunale, con Mario Giulio Schinaia, procuratore di Verona che promette: “Apriremo un’inchiesta”. Bonfante spiega: “Ci sono casi sempre più numerosi di parenti di dirigenti e amministratori leghisti assunti dalle municipalizzate”. Un reato? “Forse no, la legge fino a un anno fa prevedeva che le società pubbliche potessero assumere in libertà, come i privati”. Allora? “C’è un’evidente questione di opportunità”.
LA LEGA in Veneto fa ormai il bello e il cattivo tempo. Il Pdl, dopo la partenza di Giancarlo Galan per Roma come ministro, è un fantasma: chioschi semivuoti durante la campagna elettorale, ma anche l’avvicinamento di Cl al Carroccio. Ma la Lega non disdegna le poltrone. Un peccato che qui non perdonano, nelle vene scorre sangue del Piave, nella cultura c’è la buona amministrazione asburgica. Non sono piaciuti i posti di Attilio Shneck (presidente della Provincia di Vicenza) e del trevigiano Leonardo Muraro in società che gestiscono strade e autostrade (di cui le Province sono azioniste). Ancora meno la battaglia per i vertici delle Unità sanitarie locali, che significano potere e miliardi da gestire: “Poltrone Usl, 55% alla Lega, 45% al Pdl”, hanno titolato i quotidiani veneti.
Infine lo scandalo parentopoli. Bonfante elenca: “La moglie del sindaco di Sona, nonché assessore provinciale (Gualtiero Mazzi, ndr), assunta da Serit, partecipata Amia (società di igiene ambientale del Comune di Verona) e poi assunta da Amia stessa; una parente stretta dello stesso Mazzi assunta da Serit”. Mazzi replica: “Se pensava a reati, Bonfante doveva rivolgersi alla Procura”. Nessun reato, questione di opportunità: “Quando mia moglie e la mia parente sono state assunte ero già assessore comunale, ma non ero né sindaco, né assessore provinciale. Mia moglie non ha avuto spinte, ha grande professionalità, laureata, sa tre lingue e fa l’impiegata di medio livello”. Bonfante non si ferma: “C’è la figlia di un dirigente provinciale della Lega assunta da Amia. Il fratello del vicesindaco di un comune dell’hinterland, e consigliere provinciale, è in Transeco, società partecipata Amia. A un consigliere comunale della Lega di San Giovanni è stato rinnovato il contratto a termine. La sorella di un assessore regionale, già provinciale, assunta dall’Amt (Azienda Trasporti di Verona). Il nipote di un esponente della lista Tosi
assunto da Amia. La moglie del sindaco di Sommacampagna (Gianluigi Soardi, ndr) assunta come medico da Amia. Soardi, leghista della prima ora, è noto alle cronache: a settembre si è dimesso da presidente dell’azienda di trasporti veronese, indagato per l’uso dell’auto blu: “Non ho nulla da dichiarare. Bonfante dice il falso”, replica. LE SOCIETÀ chiamate in causa annunciano querele: “Le assunzioni rispondono alla legge. Alcune sono state fatte con il centrosinistra”. Bonfante conclude: “Il vicesindaco leghista di Villa Bartolomea, Emanuele Faggion, è stato assunto dall’Atv”. Faggion al Corriere Veneto ave va raccontato: “Sono stato assunto senza spintarelle, faccio il dirigente. Cercavano chi tagliasse l’erba e facesse l’imbianchino, poi ho cambiato mansioni”.
E le accuse alla Lega per le poltrone? “È giusto che chi governa metta referenti in enti e aziende. È sempre stato così”.
Vero, ma forse gli elettori veneti dalla Lega non se lo aspettavano.

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A che prezzo …..

Il 5 maggio scorso sono stati nominati dal Governo Berlusconi 9 sottosegretari (c’è anche un mezzo sottosegretario in più corrispondente al nome di Massimo Calearo, industriale vicentino eletto alla Camera nelle file del PD che è stato proclamato “Consigliere personale del Presidente del Consiglio per il commercio estero”), una ricompensa per coloro che con il loro voto (alimentazione forzata), in questi mesi, hanno tenuto in vita il governo.

Fatevi un giro in rete ricercando “9 sottosegretari” e troverete siti e blog dove post e commenti vi chiariranno tutti i dettagli di questa vergognosa compravendita di deputati e senatori.

Quello che è meno noto e più difficile da reperire è quanto ci costeranno questi nuovi sottosegretari, così indispensabili a Berlusconi … per evitare il baratro.

Guardatevi attentamente questa tabella tratta dal giornale “Il Fatto Quotidiano” del 7 maggio e poi … meditate gente … meditate …

NB. Non compare il costo del “mezzo sottosegratario” Calearo.

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«E, cominciando dai Referendum, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a questi» Lc 24,27

Matteo, 23
Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sullo scranno di Palazzo Chigi si sono seduti politici e amministratori.
Ascoltate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno, e se fanno trasgrediscono regole e principii. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro conti correnti e moltiplicano le loro proprietà; si compiacciono dei posti d’onore
nei banchetti, dei primi seggi nelle manifestazioni, dei saluti nelle piazze, delle dirette televisive come anche di essere chiamati «presidente» o «l’eletto del popolo» dalla gente.
Ma una sola sia la vostra Maestra, la Giustizia e voi siete tutti fratelli, e tutti uguali di fronte a Lei. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.
Guai a voi, politici disonesti e amministratori ipocriti, che chiudete l’accesso alla giustizia davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.
Guai a voi, politici disonesti e amministratori ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete disonesto e ipocrita due volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: «Se uno giura per la Carta Costituzionale, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro dell’impresa, resta obbligato». Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro dell’impresa o la Carta che la permette? E dite ancora: «Se uno giura per la Giustizia, non conta nulla; se invece uno giura per imbavagliare la Giustizia, resta obbligato». Stolti! Che cosa è più grande: la Giustizia o il bavaglio che rende cieca la Giustizia? Ebbene, chi giura per la Carta Costituzionale, giura per i Principii da essa proclamati; e chi giura per la Giustizia, giura perché sia uguale e retta per tutti, nessuno escluso.
Guai a voi, politici disonesti e amministratori ipocriti, che pagate le escort e gli avvocati e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la Giustizia, la Misericordia e la Lealtà. Queste invece erano le cose da fare, rifuggendo quelle.
Guai a voi, politici disonesti e amministratori ipocriti, corruttori di donne abbacinate e minorenni lusingate, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Politico cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!
Guai a voi, politici disonesti e amministratori ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti e affabili e giovanili davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, politici disonesti e amministratori ipocriti, che costruite i ponti sullo stretto e celebrate i sepolcri dei fascisti, e dite: «Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei Partigiani». Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i Partigiani. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri. Serpenti, razza di vipere, come potrete sfuggire alla condanna della Giustizia.
Perciò ecco, verranno a voi giudici, sapienti e pensatori: di questi, alcuni li querelerete altri li annienterete, altri ancora li comprerete nelle vostre ville e altri infine li perseguiterete di città in città; perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sulla terra, dal sangue di Matteotti e dei fratelli Rosselli fino al sangue di Falcone e Borsellino, giudici di Sicilia, e di don Pino Puglisi e don Peppe Diana, uccisi tra il santuario e l’altare.
In verità io vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
Ma avete la possibilità di redimere chi di voi non è ancora compromesso: al Referendum sul legittimo impedimento vota e difendi l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla Legge.

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Convocazione Consiglio Comunale Martedì 03/05/2011 ore 20.30

Ecco la palestra doubleface ( o doppia o doppiata o dopata o sprecata) comincia a prendere forma, i 905.000 Euro previsti nel 2010 cominciano ad essere buttati al vento.

C’è la crisi.
Persino l’assessore Busetto da un po’ di giorni parla sui giornali di crisi.

Oggi chiede alle banche di rallentare la loro richiesta di rientro agli imprenditori impegnati a salvare le loro aziende e l’occupazione.

Martedì sera però l’assessore Busetto voterà, salvo che non sia assente, per il raddoppio della palestra di Calderano, previsti, lo ripetiamo per chi non lo avesse ancora capito, 905.000 Euro (diconsi novecentocinquemila euro) e come lui voteranno a favore tutti quelli della maggioranza.

D’altra parte abbiamo una maggioranza formata da veri “signori”, proprio come quelli di una volta, quelli che costruivano piazze e palazzi per le loro feste e il popolo moriva di fame.

Caro assessore non basta parlare sui giornali, occorre, invece di buttare i soldi al vento anzi in palestre e piazze, avviare qualche politica di sostegno alle famiglie in difficoltà.

Per il resto cosa si può dire?

…. che il Comune di Gaiarine è alla paralisi, l’unica opera pubblica prevista per il 2010 (appunto il raddoppio della palestra) prende il via a maggio 2011.

Dell’approvazione del bilancio di previsione non si parla.
Probabilmente sarà, entro i termini di legge, portato in consiglio a fine giugno, ma nel frattempo il comune si trova in esercizio provvisorio che genera un parziale blocco dell’attività comunale, visto che sino a che non è approvato il bilancio non è possibile indire gare e possono essere effettuate solo spese definibili di ordinaria amministrazione.
Gli uffici comunali, sino all’approvazione definitiva del bilancio, possono spendere mensilmente un dodicesimo della cifra stanziata l’anno precedente per i vari capitoli di spesa. In sostanza, soltanto tutto quello che deve far andare avanti la macchina comunale e, naturalmente, quanto necessario per onorare i contratti già sottoscritti.

E questo per sei mesi.

Proprio “grandi” i nostri amministratori !!!!!!!!

dal sito

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«E, cominciando dai Referendum, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a questi» Lc 24,27

Giovanni 4, 5-15
Giunse così a una città della Padania chiamata Legarolo Veneto, vicina al terreno che Comunione e Liberazione aveva predestinato a Expo 2015. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo, chiuso da lucchetti e recintato di filo spinato e divieti. Era circa mezzogiorno. Passò una donna tornata dall’ipermercato dove aveva fatto scorta d’acqua minerale.
Le dice Gesù: «Vendimi da bere, poiché l’acqua della vita era bene comune e gratuita e ora è divenuta merce e venduta a peso d’oro». I suoi discepoli erano andati proprio in quell’ipermercato a far provvista di cibo e bevande.
Allora la donna gli dice: «Come mai tu, extracomunitario assetato, chiedi che io ti venda da bere, che sono una donna padana?». Gli extracomunitari, anche se assetati, non hanno rapporti con le padane.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Vendimi da bere!”, dei quali professi a gran voce radici e simboli e tradizioni, tu piuttosto avresti chiesto a Lui ed Egli ti avrebbe dato acqua pubblica e viva!».

Gli dice la donna padana: «Signore, non hai quattrino, ti manca il secchio e il pozzo è chiuso e sigillato e circondato da filo spinato; da dove prendi dunque quest’acqua pubblica e viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Po, che diede acqua per bere e per irrigare, ai suoi figli e alle sue bestie e ai suoi campi?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua comprata avrà ancora sete poiché mai gli basterà il quattrino; ma chi berrà dell’acqua pubblica, con poco placherà la sete. Anzi, l’acqua pubblica sarà sorgente di vita fresca e buona che zampilla misericordiosa e pura.»
«Signore – gli dice la donna -, dammi quest’acqua, perché io plachi la sete mia e dei miei figli, e coi soldi risparmiati possa comprar loro libri e quaderni per la scuola, che anche lì ce ne sarebbe da dire e da fare…»
.
Concluse Gesù: «In verità, in verità ti dico: vai al seggio del Referendum e vota Sì e riconsegna l’acqua a tutti e allo Spirito, e la sete ti sarà placata.»

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«E, cominciando dai Referendum, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a questi» Lc 24,27

Atti degli apostoli, 13
C’erano nel Comitato antinucleare scienziati e pensatori: li guidava lo spirito della verità e la speranza di futuro. Essi dunque, cominciarono ad annunciare la pericolosità del ritorno al nucleare nelle televisioni, ai giornali, nelle piazze. Attraversarono tutta la penisola, discutendo ogni giorno con lacchè e corrotti scienziati, al soldo del Presidente Arcoriano e dei suoi sodàli, ministri e parlamentari, che volevano impedire al popolo di ascoltare la verità sull’atomo.

Scajolani, Veroniasi, Prestigiacomiti, Chicchitesticoliti, facevano loro opposizione, cercando di distogliere il popolo dalla Verità, e favorire i folli progetti dell’Arcoriano.
Allora il Comitato, detto anche rinnovabile e sostenibile, colmato di Vero Spirito Scientifico,
affrontò l’Arcoriano e disse: «Uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giudice e ogni giustizia, quando cesserai di sconvolgere le vie civili dello Stato? Ed ecco, dunque, la mano della Giustizia è sopra di te: sarai finalmente processato, risponderai delle tue colpe e della tua bramosia, e subirai le conseguenze delle radiazioni».
Di colpo piombarono su di lui plutonio e cesio, rendendolo cieco e contaminato, e brancolando cercava servi e picciotti che lo guidassero per mano.
E finalmente quando vide l’accaduto, colpito dall’insegnamento, il popolo credette e rivolgendosi loro chiese:
«Fratelli del Comitato, poiché abbiamo visto la contaminazione abbiamo creduto, se avete qualche parola di esortazione per noi, parlate!».
E il Comitato, fatto cenno con la mano, disse:
«Beati coloro che pur non avendo visto la contaminazione, hanno creduto. Ma ora andate e raccontate ciò che avete visto e diffondete la buona novella: al Referendum sul ritorno al nucleare votate Sì e riportate la saggezza dove c’è ora falsità e follia nucleare.»

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Toh.. un Assessore di Gaiarine parla..

Dalla Tribuna
Legno, dieci aziende rischiano di saltare

L’assessore e imprenditore Busetto: «Non vogliamo l’Ikea, sarebbe il colpo di grazia»

di Diego Bortolotto

G
AIARINE. Una decina di aziende nel settore del legno rischia di saltare a Gaiarine. L’allarme è lanciato dall’assessore alle attività produttive Angelo Busetto, egli stesso imprenditore: «Qui rischia di sparire tutto – afferma -. Alle aziende manca liquidità perché i costi di produzione sono troppo elevati e così non si può essere competitivi».
A Gaiarine si sta assistendo ad un vero e proprio domino nell’ambito dell’industria del legno e dell’arredo, che ha già lasciato a casa decine di lavoratori. Tra febbraio e marzo sono fallite la Mida 2 e la Mobiltrevi, sessanta i dipendenti rimasti senza occupazione. Sempre a febbraio c’è stata la cassa integrazione straordinaria per un centinaio di lavoratori della Mobilclan. Nella cittadina sulle sponde del Livenza vi sono però anche piccole e medie aziende che lavorano con i colossi del distretto del mobile tra trevigiano e pordenonese. Corrono il rischio di saltare proprio perché le ditte più grandi sono in difficoltà.
E’ il caso ad esempio del Gruppo Florida di Prata di Pordenone, oltre 400 occupati in quattro stabilimenti. Ieri i lavoratori della Florida hanno manifestato per chiedere tutele. Ma anche gli imprenditori dell’indotto, tra loro diversi gaiarinesi, si sono ritrovati martedì a Pordenone con Unindustria ed ora chiedono aiuto alla politica nazionale. «C’è l’orgoglio da parte di noi imprenditori – spiega l’assessore Busetto -, ma i costi e le incombenze negli ultimi anni sono aumentati. Manca liquidità, se non si aprono nuovi mercati nel futuro c’è una grande incertezza. Per questo faremo appello anche ai parlamentari locali». Nei prossimi giorni è previsto un vertice con Confartigianato. L’assessore alle attività di Gaiarine inoltre boccia la possibilità che l’Ikea arrivi nel Coneglianese. Entrerebbe così in concorrenza con il distretto del mobile trevigiano e pordenonese dando forse il «colpo di grazia» al settore. «Nessuno vuole l’Ikea qui – aggiunge Busetto – per i produttori locali sarebbe solo un danno».
21 aprile 2011

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Roma, 4 marzo 2011 (Adnkronos)
“Ieri il ministero degli Interni ha contestato le cifre fornite dall’Idv e dal Pd su quanto costera’ la decisione di separare la data dei referendum da quella del secondo turno delle amministrative. Secondo Roberto Maroni verrebbero buttati nella spazzatura soltanto 50 milioni di euro e non 300”.
soltanto 50
milioni di euro e non 300?
soltanto 50
milioni di euro e non 300?
soltanto 50
milioni di euro e non 300?

Assessore, a questi parlamentari farai appello???

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Impietosa analisi del segretario Alfio Calvagna. Il grido d’allarme: lavoro al palo nel primo trimestre 2011, ripresa solo per l’economia La Cisl: gli imprenditori non investono più. «Zero fiducia in un paese senza regole e senza sistema». Boom di licenziati e cassa straordinaria. Da gennaio a marzo sono stati espulsi ben 2.201 operai Lavoro al palo. Se l’economia offre segnali di ripresa altrettanto non si può dire per l’occupazione. «Oltre 2mila licenziati nei primi tre mesi del 2011 – denuncia la Cisl – e intanto gli imprenditori non investono, perché non hanno più fiducia nel sistema paese». Parla Alfio Calvagna, membro della segreteria, che usa parole molto dure: «Mancano regole certe e prospettive, se ne sono resi conto anche gli imprenditori». La mobilità ha rialzato la testa in questo inizio d’anno, soprattutto per i lavoratori delle piccole imprese, dove si sono registrati 1.425 licenziamenti. Altri 776 i fuoriusciti dalle grandi aziende, con una percentuale dei licenziati stranieri vicina al 30% se si guarda alle sole imprese artigiane. Non si arresta poi il boom della cassa integrazione straordinaria: nel primo trimestre 2011 ha sfiorato le 3 milioni di ore autorizzate, cioè il 40% in più rispetto al 2010, secondo i dati dell’osservatorio della Cisl trevigiana, a cui risulta un calo della ordinaria per esaurimento del limiti massimo di impiego pari a 52 settimane concesso alle imprese in difficoltà. Stabile la formula dell’ammortizzatore in deroga. «Il dato che preoccupa – commenta Calvagna – è soprattutto l’aumento dell’utilizzo della cassa integrazione straordinaria, le aziende hanno grosse difficoltà a riprendere il cammino». Sono 50 le imprese trevigiane che nei primi due mesi del 2011 hanno richiesto lo stato di crisi e l’utilizzo della cassa integrazione straordinaria, per 1148 lavoratori coinvolti.” «Queste difficoltà – prosegue Calvagna – potrebbero tradursi in un incremento ulteriore delle liste di mobilità, con prevedibile aumento del tasso di disoccupazione che toccherà il 6,2% nel 2011». Non basta la ripresa nei numeri dell’industria, dove c’è stato un recupero della produzione del 9,2%, del fatturato del +10,9%, con un traino forte dell’export (+18,8%) e del Pil, aumentato del 1,6%. «Il vero problema che emerge, parlando anche con gli imprenditori, non è la riconversione ma la volontà di intraprendere gli investimenti necessari data l’insicurezza sul piano delle riforme, degli incentivi, come dimostra il caso delle energie rinnovabili, e l’instabilità politica generale. Il sistema produttivo non vede un ritorno dei propri investimenti per la mancanza di visione prospettica e di un terreno». (e.l.t.)

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OSSERVATORIO SUL NORD EST
LA CARRIERA DELLE DONNE NEL NORD EST

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.

AAA CERCASI DONNA, BELLA, CAPACE (MEGLIO SENZA FIGLI)

[di Natascia Porcellato]

Essere donne? Uno svantaggio nel lavoro, e per fare carriera le esponenti del gentil sesso sono chiamate ad essere, oltre che capaci, belle e possibilmente senza figli. I dati presentati oggi all’interno dell’Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, appaiono particolarmente interessanti: quasi sei rispondenti su dieci ritengono che essere donna sia un problema in campo lavorativo. Inoltre, se per il 90% dei nordestini sono le capacità personali a contare, “essere belle” è giudicato molto o abbastanza importante da circa tre rispondenti su quattro, mentre per il 58% è rilevante non avere figli. Del resto, in sede di colloqui di lavoro, quasi una donna su tre si è sentita chiedere se avesse la maternità nei suoi progetti futuri; lo stesso “privilegio” è stato riservato solo all’11% degli uomini.

Le statistiche non appaiono consolanti: nel Nord Est il tasso di occupazione femminile è pari al 55% (FNE su Istat 2008), superiore alla media italiana (47%), ma lontano dal 65% della Germania e più basso anche della media dei 27 stati dell’UE (59% -Eurostat 2008).
Gli stipendi delle donne sono mediamente più bassi rispetto ai colleghi maschi di pari grado: per i “quadri”, per esempio, la differenza è di circa 3.800 euro all’anno (10° Rapporto sulle Retribuzioni in Italia). Non va poi sottovalutato il “doppio ruolo” delle donne che, per le italiane, spesso si traduce in un doppio lavoro data la scarsa propensione degli uomini a collaborare nei lavori domestici e nella cura dei figli.

Una situazione, insomma, poco incoraggiante, che trova conferme nell’indagine di Demos presentata oggi.
Il 60% dei rispondenti considera il semplice essere donna un problema nel mondo del lavoro.
Osservando i dati in base all’età e al genere degli intervistati, si nota come oltre sette donne su dieci tra i 25 e i 54 anni riconoscano nell’essere tali un problema (con la punta dell’80% nella fascia 35-44 anni).

Pare quasi che le donne stesse si siano adattate alla situazione, giudicandosi per prime con gli occhi del datore di lavoro. Tanto da ritrovare pregiudizi che speravamo superati anche nei tratti che contribuiscono alla carriera. Le capacità personali sono riconosciute come il principale fattore di avanzamento professionale: il 90% lo ritiene un aspetto molto o abbastanza importante. Ma a questo si affianca l’ampio consenso riservato alla bellezza estetica: il 78% lo ritiene un rilevante fattore di promozione, e sono soprattutto le donne tra i 25 e i 34 anni a giudicarlo tale (87%).

E i figli? Con un tasso di natalità pari a 1.37, l’Italia si pone in coda alle classifiche mondiali. Ma il bivio figli o carriera sembra essere un tratto tipicamente italiano. La Francia, per esempio, ha un tasso di occupazione femminile pari al 60%, ma il tasso di natalità è pari a 2 (Eurostat 2007 e 2008). Assenza di strutture pubbliche e scarsa tutela della maternità sembrano avere la meglio in Italia, al punto che la questione viene affrontata in modo diretto.
La domanda “Lei ha figli o intende averne?” è stata posta, in sede di colloqui di lavoro, a una nordestina su tre, ma arriviamo alla metà di quante sono nella “fascia più a rischio” (tra i 25 e i 34 anni).
Non stupisce, quindi, che la condizione di non-madre venga vista come volano di ascesa professionale da oltre il 65% delle donne con meno di 44 anni, con una punta massima tra quante hanno tra i 25 e i 34 anni (79%).

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