Produrre

l’impresa è fatta di persone per questo l’impresa è un valore sociale

L’impresa non è “solo” attività aziendale, trasformazione del semilavorato, vendita del prodotto o del servizio. Essa “non può esistere nel nulla, bensì fa parte di un organismo sociale costantemente collegato: investitori, lavoratori, banche, clienti, fornitori, mercati, enti pubblici”.

L’impresa è distribuzione della ricchezza nel territorio tramite il pagamento degli stipendi, delle fatture dei fornitori, degli interessi passivi delle banche e delle imposte allo Stato.

Questa distribuzione di ricchezza è il contributo dell’organizzazione alla sostenibilità del sistema economico in cui l’impresa opera. Se il contributo dell’impresa si riduce, va da sé che anche il sistema economico locale/statale ne risente.

Il valore sociale dell’impresa è anche il dialogo che essa intraprende, o dovrebbe intraprendere, con quei soggetti e persone che sono interessate in modo significativo dalle sue attività, dai suoi prodotti e/o dai suoi servizi.

Il valore sociale dell’impresa si esplica anche nella capacità che essa ha di creare un’organizzazione industriale di competenze: ogni impresa ha bisogno di abilità specifiche che sappiano interpretare, ascoltare e collegare le informazioni rapide e veloci, coniugandole con l’identità dell’azienda e con l’esperienza dell’imprenditore.

Il valore sociale è anche uno sguardo integrato, cioè osservare le interazioni tra spazi (aree), flussi (acqua, soldi, traffico, prodotti…), attori (imprenditori, lavoratori…), su scale diverse. L’obiettivo principale dell’integrazione e sinergia di questi elementi e soggetti dovrebbe essere la chiusura dei cicli secondo una razionalità ecologica: di minor spreco di risorse (materiali, intellettuali, sociali, della qualità dello spazio…) con il massimo beneficio (materiali, intellettuali, sociali, della qualità dello spazio…).

L’impresa è anche un strumento di coesione sociale per una comunità, perché determinando mobilità sociale contribuisce ad alimentare fiducia e ottimismo verso il futuro.

Per questi motivi l’impresa deve essere tutelata, sostenuta perché espressione della personalità, dei talenti, dell’energia, della vita delle persone che la compongono, poiché essa è a servizio delle persone, della collettività per la ricchezza che produce e a servizio di sè stessa, in termini di profitto che realizza.

È importante rilevare che il Comune non si deve sostituire ad altri organi statali nella definizione delle politiche industriali. Il Comune, tuttavia, deve facilitare lo sviluppo locale imprenditoriale, diventando un affidabile interlocutore, nel rispetto del territorio e dell’ambiente, per uno sviluppo sostenibile e duraturo.

Iniziamo dal conoscerci e dal Dialogo.

Di fronte ad un’economia che ha subito danni paragonabili a quelli di una guerra mondiale, senza averla combattuta, occorre dare o tentare di trovare, inventare processi virtuosi in difesa della libertà e del benessere di ogni cittadino.

Il primo passo per dare risposte concrete è capire le imprese del nostro Comune, fare cioè una loro mappatura e conoscerle: questa esperienza serve a dare una dimensione concreta al dialogo, iniziando un percorso virtuoso bilaterale, nel quale vi sia spazio per la condivisione delle aspettative reciproche ed è necessaria per indirizzare le azioni nella maniera più adatta.

Il dialogo consentirebbe di dare risposte alle domande: che cosa si aspetta l’impresa dal Comune e cosa si aspetta il Comune dall’impresa?

E’ importante sapere, infatti, quali sono le esigenze di un commerciante, di un imprenditore agricolo e non, di un artigiano.

Questa conoscenza potrebbe, inoltre, facilitare la mappatura delle eccellenze del territorio comunale per poterle mettere in risalto.

L’analisi sarà svolta tramite questionari, incontri con gli imprenditori, commercianti, artigiani, agricoltori.

Cosa vogliamo fare.

Per indirizzare le nostre azioni ci siamo chiesti cosa potrebbe aspettarsi un’impresa dal proprio Comune oggi.

Vorremmo prima di tutto lavorare per:

potenziare la digitalizzazione: le imprese del Comune non devono essere escluse dal processo di internazionalizzazione in corso e devono essere dotate di tutte le leve per ottimizzare questo processo; è opportuno, pertanto, potenziare la linea ADSL: non possiamo comunicare “digitalmente” se non possiamo essere connessi con le nostre imprese;

- favorire l’iscrizione delle imprese del Comune nel Mercato delle Pubbliche Amministrazioni (MEPA), in collaborazione con le associazioni di categoria;

- attivare sportelli per dare consulenza in tema di sostenibilità economica, sociale ed ambientale, che favoriscano l’adozione di strumenti da parte dell’impresa, che attivino la cultura della sostenibilità, incentivando anche con sgravi fiscali tali pratiche;

- attivare sportelli dove accedere facilmente alle informazioni sui contributi della UE;

- promuovere le attività commerciali dei centri per rivitalizzarli, attraverso forme di pubblicità che stimolino l’entrata in paese, anche con politiche dedicate. Le attività commerciali del paese sono luoghi semplici nel cuore del tessuto urbano, minimi ma partecipati, e danno vita ad un commercio che umanizza ciò che vende;

- attivare il rapporto ed il dialogo con le associazioni di categoria, per conoscere le imprese del nostro territorio ed assumere, qualora servisse, un ruolo di mediatore tra i diversi attori, (associazioni di categoria, banche ed istituzioni centrali) che dovrebbero diventare interpreti di una progettualità territoriale.

Vorremmo facilitare il concetto di filiera produttiva:

- favorire la creazione di filiere produttive e artigianali, una sorta di “made in Comune di Gaiarine”, attivabili nel campo del risparmio energetico (biomasse), della produzione (carne, latticini, ortaggi, pane…), incentivando i valori dell’artigianalità e del saper fare. Creare un Comune autosufficiente, che però non deve perdere la prospettiva dell’“OLTRE IL COMUNE”;

- favorire la creazione di Gruppi di Acquisto Solidale comunali, che possano permettere il risparmio sull’acquisto di alcuni beni e servizi certificati, senza bisogno di intermediari;

- favorire gli accordi di filiera con il credito per tutelare le aree produttive con nuovi strumenti e una nuova logica, per aiutare quella parte del sistema che è sana ma soffre delle strozzature a monte e a valle;

- inserire nelle mense comunali prodotti a Km 0, frutta e verdura bio e altri prodotti del paniere che arrivano direttamente dai campi del nostro Comune, collaborando con il gestore del servizio di ristorazione collettiva. Questo processo attiva l’educazione alimentare fin dalla tenera età;

- incoraggiare lo sviluppo degli orti sociali per favorire l’autoconsumo dei prodotti della terra, favorirendo i soggetti più deboli che non possono permettersi un appezzamento di terreno. Tale esperienza potrebbe anche generare uno scambio di esperienze tra giovani e anziani.

Vorremmo anche valorizzare e promuovere le eccellenze del nostro territorio:

- dare vita ad attività di marketing e promozione delle eccellenze, dei prodotti tipici;

- promuovere le attività artigianali presenti nel nostro Comune e spesso dimenticate, studiando la possibilità di creare un’officina di quartiere, dove mettere a disposizione spazi, strumenti e consigli. Tale progetto mira anche a ridurre gli sprechi, promuovendo uno stile di vita più sostenibile, attento all’ambiente anche attraverso il recupero.

ESSERCI-simbolo Pubblicato 20 Aprile 2014

 

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