Evviva la propaganda

Ogni morto, ogni caduto va, se possibile, ricordato, così come ogni esule.

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Ma l’istituzione del “Giorno del Ricordo” (10 Febbraio), legge voluta dalle destre e approvata nel 2004, non attiene alla sfera del ricordo ma ad un vero e proprio scopo politico di revisionismo storico con l’obbiettivo di avere una festa da contrapporre alla Festa di Liberazione.

D’altra parte l’Italia e conseguentemente l’italiani, brava gente, non hanno mai fatto davvero i conti con il fascismo e con i crimini che gli “italiani fascisti” hanno perpetrano per anni nei territori sloveni e croati annessi dopo il trattato di Rapallo del 1920, dove si giunse nel 1942 ad una vera e propria occupazione militare.

Solo per ricordare cosa fu quell’occupazione:
«Si ammazza troppo poco», e «Non dente per dente, ma testa per dente», raccomandavano nel 1942 i generali italiani Marco Robotti e Mario Roatta. Furono 200.000 i civili «ribelli» falciati dai plotoni di esecuzione italiani in Slovenia, «Provincia del Carnaro», Dalmazia, Bocche di Cattaro e Montenegro” (fonte Contropiano)

 Come non c’è stata mai una vera assunzione di colpa per le leggi razziali promulgate nel 1938 dal regime fascista e del conseguente sterminio degli ebrei italiani, anzi la colpa, piano piano gli italiani, sempre brava gente, l’hanno quasi completamente trasferita da Mussolini a Hitler.

Va ricordato, e lo esplicita molto bene Furio Colombo, (colui che propose la legge per l’istituzione del Giorno della Memoria celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’ Olocausto, potete ascoltare l’intervista qui) che vi fu una grande differenza tra le tragedie dei Gulag e delle Foibe, e la Soah, nel senso che le prime due sono eventi subiti in parte anche da italiani, mentre la Soah (per la parte degli ebrei italiani) è una orribile tragedia perpetrata dagli stessi italiani.
Non è che i morti italiani, nei Gulag e nelle Foibe, valgano meno degli ebrei italiani, ma diversa è la responsabilità.
Per i Gulag la responsabilità è di Stalin, per le Foibe dei Titini, ma per persecuzioni e le uccisioni degli ebrei italiani e non solo, la responsabilità è tutta del regime fascista “italiano”.

Ora le destre tentano di fare l’operazione di mettere tutto sullo stesso piano piegando la storia a loro uso e consumo: vorrebbero accomunare i crimini fascisti con i crimini comunisti.
Ma, senza difendere il comunismo, bisogna ricordare che furono regimi comunisti stranieri ad ammazzare italiani, mentre fu il regime fascista italiano ad ammazzare italiani, sloveni, croatti, e che, mentre il comunismo non ha mai governato l’Italia, il fascismo l’ha governata per oltre vent’anni, portandola alla catastrofe che conosciamo.  

Se vogliamo diventare davvero “brava gente” dobbiamo fare i conti con le “nostre colpe” e lasciar fare agli storici veri e non a quelli del “10 febbraio” o di sabato scorso  le ricostruzioni degli eventi tragici che attraversarono il novecento, eventi che non vanno piegati per fini politici propagandistici.

Ora invece, anno dopo anno, in tutta Italia aumentano le iniziative di celebrazioni del “Giorno del Ricordo”, da parte di amministrazioni di destra, e forse anche di qualcuna di “sinistra” che non vuol essere da meno, proprio per nascondere o per meglio tentare di cancellare i crimini fascisti e conseguentemente sminuire la Festa della Liberazione e quindi la Resistenza da cui è nata la nostra Repubblica.

Anche l’amministrazione di Gaiarine si è collocata in questo filone e si annuncia ufficialmente e pubblicamente come Amministrazione di estrema Destra.
Qualche segnale, per chi avesse voluto vedere, era già giunto: l’ammaina bandiera europea, una celebrazione del 25 Aprile dove il sindaco attuale ha ricordato solo l’eccidio di Porzus, la cittadinanza al Milite Ignoto e ora l’intitolazione di un parco pubblico a “Parco Vittime delle Foibe”.

Sarebbe interessante conoscere le posizioni di qualche componente della maggioranza, solo per fare qualche nome, della De Zan o di Germano Scottà, o di Valentina Pezzin, in merito a questo evidente spostamento a “tutta destra”.

Per scendere dalle “chiacchiere” a fatti concreti, e quindi al parco mi vengono due considerazioni:
1. Mentre il sindaco chiede una maggior “partecipazione dei cittadini” (consiglio comunale del 10 febbraio 2022), alla attività di vigilanza per contrastare fenomeni di delinquenza comune sul territorio, l’amministrazione comunale senza nessun dibattito pubblico, senza sentire i cittadini, quindi la partecipazione dei cittadini è un optional strumentale che serve quando serve ma non serve quando non serve, decide di imperio di tramutare un parco pubblico adibito a gioco per i bimbi, in un parco politico, con un nome “Parco Vittime delle Foibe”, che è orripilante, non per le Vittime e neppure per quello che vorrebbe ricordare ma per il nome in se.
Ve lo immaginate: Dai mamma voglio andare a giocare al parco delle Vittime delle Foibe.

Che poi diventerà nel dire comune: “Parco delle Foibe”
Sono solo io che provo questo senso di tristezza?

E lo fa nell’ombra, quasi di nascosto, con una delibera di giunta fatta il 26 di Agosto (vi ricordate le leggi del parlamento fatte ad Agosto quando tutti sono in ferie? in genere foriere di guai per i cittadini).
Una questione come questa andava, come già detto, resa pubblica ed il luogo deputato a rendere pubbliche le decisione dell’Amministrazione è e resta il Consiglio Comunale, il massimo sarebbe stato coilvolgere direttamente la cittadinanza, nelle sue più varie componenti.

Quindi se si voleva non nascondere questa decisione, si doveva almeno portare la delibera in Consiglio Comunale, dando luogo ad una necessaria trasparenza e ad un minimo di dibattito.
Ricordo, a questi nostri amministratori, che essi pur non essendo l’espressione della maggioranza dei cittadini del comune ma solo del 40,43 dei votanti, dovrebbero coniugare le varie sensibilità della cittadinanza e non solo quelle della loro parte politica, soprattutto se certe scelte non sono contemplate nel loro programma elettorale.

Ma forse questi nostri si sentono tenutari di un potere assoluto, o forse devono pagare scotto ai loro supporter politici Lega e Fratelli d”Italia.

In ogni caso la delibera di giunta, che potete leggere qui, parte da un presupposto non del tutto vero, in quanto l’affermazione contenuta in premessa “il via 8 marzo a Gaiarine esiste un’area di verde pubblico, dedita a parco, che risulta essere priva di denominazione” è una affermazione perlomeno equivoca.

Quel parco è nato all’interno del Piano di Lottizzazione denominato “Parco Castellir”, dal toponimo di quel luogo.
Orbene, secondo voi, come dovrebbe chiamarsi un parco che si trova all’interno di quella Lottizzazione? Perché quella lottizzazione è stata denominata Parco?
Non è che ci voglia l’amministrazione dei “migliori” per capire che quel parco aveva come nome intrinseco “Castellir”. O no?

Le “Foibe” nel nostro comune non ci sono, ma il toponimo “Castellir” è presente nelle vecchie mappe del comune di Gaiarine.
Alla faccia del rispetto delle nostre radici e tradizioni.

C’è poi una questione di sicurezza che secondo me non andrebbe sottovalutata.
La presenza di quella “croda” all’interno del parco adibito anche a giochi di bimbi può essere foriera di incidenti.
Sicuramente sarà “scalata” da più di un bimbo.

2.  A proposito di rispetto.
La lottizzazione “parco Castellir” è una lottizzazione innovativa, pensata prima di tutto come parco sul quale gravitano guarda caso delle abitazioni, una fruizione “diretta” del verde per gli abitanti di quelli edifici e dei i loro figli.
E questo è merito indubbiamente del progettista architetto Giambattista Zaccariotto ma anche della famiglia Zorzetto, la committente, che ha condiviso talmente le scelte progettuali che per rendere il complesso fruibile secondo questa innovativa idea dell’abitare, ha ceduto al comune e urbanizzato aree non dovute.
Orbene si debbono rispettare tutte le persone, e non ci sono cittadini di serie A o di serie B, ma a questa famiglia che “qualcosa in più” ha dato al Comune di Gaiarine non era forse giusto chiedere un parere in merito o perlomeno metterla al corrente delle intenzioni   dell’amministrazione?
Sempre per quel senso di rispetto che si deve avere per le “persone giuste”.

Cosa dovrebbe fare a questo punto una amministrazione “intelligente”?
1. Spostare il monumento nell’area verde, sufficientemente ampia e non frequentata dai bimbi, che si trova entrando nella lottizzazione sulla destra.
2. Cambiare la targa e scrivere “In ricordo delle Vittime delle Foibe”.
3. Riportare il nome del Parco al suo nome originario “Parco Castellir”, istallando anche un cartello illustrativo.

E tutti vissero felici e contenti.

P.S. Nel caso  non venisse seguito il suggerimento di cui sopra: nei pressi dell’abitazione dell’Assessore Gottardi, sicuramente uno dei “King Maker” di questa operazione, mi dicono esserci un’area pubblica.
Gli fate anche voi la stessa domanda che gli faccio io?
Perché non ….

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