Evviva: Consiglio Comunale dei Ragazzi di Gaiarine

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Consiglio_Comunale_Ragazzi_Nel 2012, durante la cerimonia per la consegna dei diplomi il prof. David McCullough jr, professore di letteratura inglese della Welles High School di Boston, è intervenuto con un discorso molto particolare, divertente e anche provocatorio.
L’avvenimento di martedì sera che ha visto nella Sala Consiliare del nostro Comune celebrare l’istituzione del Consiglio Comunale dei Ragazzi non è proprio confrontabile nelle forme ma ci piace pensare che i contenuti possano comunque valere letti soprattutto nell’esortazione finale:
“Create per voi stessi, per favore, per il vostro e per il nostro bene delle vite straordinarie.”

Complimenti quindi, buon lavoro ma anche divertimento al neo Sindaco Lorenzo Dardengo, al Vicesindaco Chiara Poles e ai consiglieri Manuel Haret, Nikole Bonacin, Andrea Brescacin, Tudor Iancu, Luca Rosada, Chiara Francesca Lazzarin, Daniele Sanson, Clelia Andreetta e Lorenzo Feltrin.

Riporto sotto un estratto del discorso.
“Nessuno di voi è speciale.
Non siete speciali,
non siete eccezionali.
Certo, siete stati viziati, coccolati, stravisti, protetti, rivestiti di pluriboll.
Certo, adulti competenti, pur avendo altro da fare, vi hanno tenuto in braccio, baciato, nutrito, pulito la bocca, pulito il sedere, allenato, insegnato, fatto da mentore, vi hanno fatto esercitare, ascoltato, dato consigli, incoraggiato, consolato, e incoraggiato di nuovo.
Siete stati esortati, persuasi, lusingati e implorati.
Siete stati festeggiati, amati e chiamati “teneroni”. Sì, vi è successo.
E certamente siamo stati alle vostre partite, le vostre recite, le vostre esibizioni, le vostre fiere scientifiche.
Assolutamente, i sorrisi si illuminano quando entrate in una stanza e centinaia di persone ansimano deliziati a ogni vostro tweet e ora avete conquistato le superiori e senza discussione qui ci siamo tutti riuniti per voi, orgoglio e gioia di questa onesta comunità, la prima a emergere da quel fantastico nuovo palazzo.
Ma non provate neanche a pensare d’essere speciali perché non lo siete.
Le più dolci gioie della vita, allora, arrivano solo col riconoscimento che non siete speciali perché lo sono tutti.
Congratulazioni, buona fortuna.
Create per voi stessi, per favore, per il vostro e per il nostro bene delle vite straordinarie.”
Vale la pena di vedere il discorso integrale che potete trovare qui.

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L’accordo c’è … è qui e si vede

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Accordo Lega Nord Forza italia per elezioni ammnistrative del 25 Maggio 2014.

Riceviamo e pubblichiamo, anche se sappiamo che moltissimi cittadini del comune di Gaiarine e non solo, sono già a conoscenza della sua esistenza o lo hanno gia letto, essendone “in giro” una miriade di copie.

 Accordo-Lega_ForzaItalia

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Si è solo demolito

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Demolizione-Macelleria_1.jpg

Ho letto su FB (Insieme per il bene comune)  il vostro commento (del candidato sindaco Stefano Andreetta?) relativo all’articolo apparso sulla Tribuna di Treviso dell’8 c.m..

Sono rimasto allibito dalla frase” L’idea di sistemare i due incroci non è comunque sbagliata di per se (non c’è ancora il progetto, si è solo demolito)”

Con quell’inciso “si è solo demolito” voi avvallate l’operato dell’amministrazione in carica, cioè la demolizione di due fabbricati, che se pur disabitati da anni,  erano  identificativi di quel  poco di centro storico che ancora rimane a  Francenigo.

La logica, da voi accettata, che sta alla base di  queste due demolizioni magari mascherate  dalla scusa di  realizzare  un marciapiede o una piazzetta, è quella di “far posto” al traffico veicolare.

Noi abbiamo un’altra visione dei centri storici. Per noi debbono conservare la loro identità e le loro peculiarità urbanistiche, debbono diventare dei luoghi vivibili, possibilmente con poco traffico costretto, magari,  a diminuire la velocità (basterebbe girare l’Europa per capirne qualcosa di più).

Noi siamo per la difesa ad oltranza dei più deboli, anziani e bambini, che debbono diventare pedoni rassicurati, e se  saremo noi a governare questo comune, non avremo sicuramente bisogno, per difendere la loro incolumità, di demolire degli edifici e metterci   al posto di uno una rotonda  e al posto dell’altro il vuoto.

Mi chiedo se il non prendere posizione netta e contraria a queste  due demolizioni  non sia esattamente uguale all’obbiettivo  evidente che l’amministrazione uscente  voleva perseguire demolendo gli edifici  venti giorni prima delle elezioni: inseguire il consenso a tutti i costi anche distruggendo un paese.

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E giù che vada!

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Lunedì scorso, 5 maggio, il nostro paese ha subito una nuova e dolorosa amputazione.

Un mostro d’acciaio si è messo all’opera, alle sette e trenta del mattino, senza essere contrastato da nessuno.

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Con metodo, voracità e gustandosi ogni singolo pezzo, questa volta, pian piano si è divorato la vecchia macelleria Carrer.
In poche ore qualcuno ha cancellato un bel po’ di storia.

Pur essendo disabitata da anni, rappresentava ancora un angolo caratteristico del nostro paese, tra via per Sacile e via del Palù.

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Dagli anni sessanta e per molti anni successivi fu la macelleria di Edo Carrer, prima di lui vi abitavano i “munaret” una famiglia Busetto trasferitasi a Treviso.

Macelleria famosa in  tutto il circondario; era non solo apprezzata dai nostri paesani ma anche da persone che venivano dai comuni limitrofi.
Nell’arco di 20/30 chilometri dire “la macelleria di Edo Carrer” significava dire Francenigo.

La processione del Venerdì Santo, quando veniva ancora fatta, percorreva  un tratto di via per Sacile, entrava in via del Palù, costeggiando la macelleria,  transitava davanti alle scuole elementari, attraversava l’Aralt sull’attuale ponte e  ritornando verso la chiesa  percorreva un tratto di via dei Fracassi, passando davanti all’altra macelleria, quella “Simoni”.

Ed era gara. Gara di lumini a cera nelle carte colorate,  sia sulle finestre ma anche all’interno dei negozi  sui  banconi, uno sfarfallio di luci che illuminavano le carni  appese ed esposte come mai accadeva lungo tutto il periodo dell’anno.
La macelleria  di Edo Carrer con le due vetrine, che si affacciavano sulle due strade, partiva sempre avvantaggiata  permettendole di abbondare nella merce esposta e  di “giocare” con le luci.

Ora c’è il vuoto.

Il vuoto che attanaglia il cuore è  una strana sensazione.

Fa dolore, ma fa anche forza.

Mette in moto la voglia di contrastare questa tanto pubblicizzata “continuità” che se  avvenisse sarebbe portatrice  di altre stupidi, ingiustificati, inutili e costosi interventi.

Dobbiamo dire basta.

Vogliamo e dobbiamo cambiare questo modo di amministrare.

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Un altro angolo del mio paese se ne è andato

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Un altro angolo del mio paese se ne è andato, sacrificato sull’altare della campagna elettorale, per lasciare il posto ad un luogo senza  memoria.

In questo modo angoli di memoria che identificano il paese vengono abbattuti.

Pian piano il mio paese, Francenigo, si trasformerà soltanto in una strada, una strada dove circoleranno meglio e più velocemente gli automezzi e dove i pedoni e ciclisti saranno sempre più in difficoltà.

Così, facilitandolo,  avremo un aumento del traffico con relativo aumento dell’inquinamento e del rumore.

E’ vero: il mio amato  paese non è un bel paese e non solo perché la parte centrale è situata lungo una strada, ma anche perché lungo di essa  compaiono parecchi edifici disabitati, fatiscenti, che necessiterebbero di essere ristrutturati. Ma si sa che in tempo di crisi economica questo è alquanto difficile.

E allora che cosa c’è di meglio che abbattere un edificio e al suo posto fare una rotonda e magari abbatterne un altro e al suo posto farne un’altra; se poi questo serve a “prendere” qualche voto in più, meglio ancora.

Così  a poco a poco l’identità del mio amato paese sarà per sempre perduta ed esso assumerà definitivamente l’identità di una “superstrada”.

Il vuoto riempirà la memoria.

Ma io  ricordo e ricorderò per sempre quella casa, la casa di Bepi Campaner, l’ultimo “campanaro” di  Francenigo, abbattuta Giovedì 24 Aprile del 2014 sull’altare della campagna elettorale e di una visione miope del futuro.Angolo-via-dei-Fracassi.jpgAngolo-via-Molino.jpg

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