Consiglio comunale mercoledì 30 novembre 2022: Parliamone

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il-vuoto-tra-parola-e-silenzio-2933784887Sala vuota.

 

 


Consiglieri presenti qui.

Forse non l’ultimo consiglio comunale dell’anno.
Ci sarebbe da approvare entro il 31 dicembre il Bilancio di Previsione del 2023.
Salvo proroghe, forse necessarie.

E non sarebbe una cosuccia, vista la situazione geopolitica attuale.
Prevedere le effettive spese correnti del 2023 soprattutto quelle elettriche e del gas, sembrerebbe proprio un compito davvero arduo.

Intanto in questo consiglio (punto 5) sono state apportate variazioni al bilancio del 2022 per circa 224.000 euro.

elettricità-gasSoldi arrivati in gran parte dallo stato e utilizzati proprio per coprire maggiori spese di elettricità e riscaldamento.

Tutti i punti all’ordine del giorno sono scivolati via.
Delle semplici formalità.
Qualche “domandina” da parte delle minoranze. Ma niente di più.
Vita facile per la maggioranza.

Noi invece qualcosa la vogliamo dire.
Sul punto 2 “adozione del piano comunale di classificazione acustica (p.c.c.a.)”, per esempio.
Piano acustico necessariamente e giustamente da rivedere, quello precedente era del 1999 (secolo scorso).
Ma dopo che sarà approvato, i cittadini saranno più protetti?
Si farà una pubblicità adeguata? Si indicheranno chiaramente le prassi da seguire per far valere i loro diritti?
O resterà l’ennesimo piano fatto solo perché finanziato dalla Provincia?
Farà la stessa fine del P.E.B.A. – Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche – approvato il 15 ottobre del 2020?sep-296774057-handicap
Quanti e quali interventi sono stati fatti o incentivati in due anni per rendere meno faticosa la vita ai portatori di handicap e agli anziani del nostro comune?
Uno? Nessuno? O centomila?

E qualcosa la vogliamo dire anche sul punto 4 che recita: “Individuazione delle aree del territorio comunale non metanizzate ai fini dell’ottenimento delle agevolazioni fiscali”
Vediamo un po’.
Lo stato, con leggi all’uopo stabilite, prevede che si possano applicare delle agevolazioni, riducendo le aliquote delle accise su gpl e gasolio, per comuni o parti di essi non metanizzati.
Il comune dopo un bel po’ di anni, l’ultima volta è stato nel 2010, ha ridefinito le vie e i criteri per permettere ai cittadini di ottenere questa agevolazione.
Così la possono richiedere tutti coloro che abitano in vie dove la metanizzazione si ferma a una distanza superiore ai 40 metri dalla loro abitazione.
sprint-40mAlla fine è stata fatta una buona cosa anche se la distanza stabilita è proprio la minima.
Molti comuni la fissano superiore ai 40 metri. Alcuni addirittura a 80 metri.
Ma qualcosa bisogna pur pagare al “consenso”. O no?
Quindi bene.
Ma.
Il sindaco nel presentare la delibera ha sottolineato come, pur di fronte a richieste e sollecitudini anche sue, l’Italgas non intenda ampliare la rete del metano nel nostro comune.
Ques
guardere indietrote parole dimostrano che siamo governati da un’amministrazione che guarda ancora al passato.
Ancora al gas.
Forse non si è accorta della “guerra energetica” in atto.
Forse non si è accorta che si parla ormai da qualche anno di transizione ecologia.

Se abbiamo delle zone del comune non metanizzate non portiamoci il gas.
Permettiamo ai cittadini di avere le agevolazioni sul gpl e/o gasolio, questo è giusto, ma sproniamoli anche a passare, se possibile, ad impianti con elevata efficienza energetica (pompe di calore, ecc.)
Facciamo, ora che c’è la nuova mappatura delle vie non metanizzate, una campagna “comunale” sugli ecobonus statali che saranno disponibili anche nel 2023.

E’ chiaro che non tutti i cittadini saranno in grado di sopportare il peso economico della trasformazione dei loro impianti di riscaldamento.
E allora?
Inventiamoci qualcosa.
Potrebbero essere ridotti gli oneri di urbanizzazione se vi fosse in contemporanea con “il risparmio energetico” anche una richiesta di ampliamento.
Oppure mettiamoci qualche euro.
Nel bilancio di previsione del 2023 si potrebbero destinare, per esempio e per cominciare a far qualcosa,  20.000 euro.
Destinarli ad un bando e suddividerli tra primi 10 o 20 (o altro numero) dei “non metanizzati” che decidessero di abbandonare il gpl o il gasolio e installare una pompa di calore e magari farsi anche l’impianto fotovol
scusatetaico.

Guardiamo avanti. Alle rinnovabili. Non restiamo inermi.

Usiamo finalmente qualche “soldino” per l’ambiente. E non sempre contributi ai soliti.
Poi si potrebbe andare dal gran capo Zaia, ora che è diventato “ambientalista” (non per convenienza, vero?), dato che si oppone (giustamente secondo noi ) all’estrazione di gas nell’alto Adriatico e ai nuovi “trivellatori” che ci governano.
A chiedergli cosa?
Che il  grande Veneto  faccia come la piccola Basilicata:
La Giunta regionale della Basilicata ha approvato le linee guida per l’avviso per la concessione di contributi a fondo perduto per l’installazione di impianti rinnovabili a servizio delle unità abitative non allacciate alla rete metano ricadenti nel territorio lucano.
L’Avviso sarà rivolto a persone fisiche che, alla data di presentazione della domanda, risultano essere proprietarie di unità immobiliari utilizzate come abitazione principale, ubicate all’interno del territorio della Regione Basilicata e non allacciate alla rete metano. Gli immobili devono essere regolarmente censiti.
La procedura di presentazione delle domande sarà “a sportello” ovvero le istanze verranno istruite in ordine di presentazione e finanziate nei limiti della dotazione finanziaria prevista, pari a € 10.000.000,00 per l’esercizio finanziario 2022, € 40.000.000,00 per l’esercizio finanziario 2023 ed € 40.000.000,00 per l’esercizio finanziario 2024.
È previsto un contributo a fondo perduto nella misura massima di euro 5.000,00 (IVA inclusa) elevabile fino ad euro 10.000,00 sulla base di condizioni specifiche che saranno dettagliate nell’avviso.
Il contributo di cui alla presente misura può coprire fino al 100% della spesa ammissibile.
Il contributo sarà destinato alle spese relative all’acquisto, installazione e connessione degli impianti di cui al punto successivo, comprese le spese tecniche e i costi delle pratiche amministrative”

Naturalmente con cifre più sostanziose dato che noi siamo il “grande Veneto”.
Anche il comune di Gaiarine potrebbe trarre  spunto da questo testo per confezionare il bando di cui sopra.

Un’ultima annotazione.
Se l’a
Gas-Niet-002mministrazione di Gaiarine è così poco aperta al futuro e ha così poca sensibilità ambientale, in poche parole è ancora legata alla “canna del gas”, le minoranze a che stadio sono?
Non c’è certezza, ma dalla loro mancanza di proposte  si potrebbe dedurre che non siano messe meglio.

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Consiglio comunale martedì 26 luglio 2022: Parliamone

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caldo_estivoConsiglio comunale in “calura” pre ferie. Di quelli necessari ad aggiustare i conti e poi tutti al mare ( o in montagna stando attenti però ai ghiacciai).

I presenti e chiacchieroni qui.

1. VERBALI SEDUTA DEL 28 GIUGNO (DAL N. 13 AL N. 18);
Tutti approvati all’unanimità

2. VARIAZIONE DEL PROGRAMMA TRIENNALE OOPP 2022/2024 ED ELENCO ANNUALE DEI LAVORI PUBBLICI PER L’ANNO 2022 (D.LGS. N. 50/2016);

Espone l’assessore Fantuz ed è sostanzialmente un adeguamento dei costi delle opere al nuovo quadro economico causato da pandemia, guerra e crisi energetica.
Viene riportato un veloce dettaglio delle cifre che vi risparmiamo, sull’efficientamento energetico del complesso scolastico di Calderano (rinunciando a un precedente parziale contributo per accedere ad un altro che copre il 100% della spesa), sul miglioramento antisismico della primaria di Francenigo che verrà integrato con un intervento di efficientamento energetico, sul primo lotto dell’ex cinema di Gaiarine, il consigliere De Martin interviene per annotare puntualmente gli importi che vengono ripetuti, mentre il consigliere Lazzaro chiede a che punto siano i lavori per la primaria di Francenigo, presumibilmente conclusi entro la fine del prossimo anno scolastico.

Si vota: maggioranza favorevole, minoranza astenuta

3. RATIFICA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N.81 DEL 14.06.2022 AVENTE AD OGGETTO: “VARIAZIONE AL BILANCIO DI PREVISIONE 2022/2024 AI SENSI DELL’ART.175 D.LGS.267/2000”;

Espone la vicesindaco De Zan, che giustifica la variazione per una variazione del Fondo Regionale di Sostegno degli Affitti che quindi necessitava di un adeguamento in entrata e in uscita.
Si vota: maggioranza favorevole, minoranza astenuta

4. ART.193 DEL D.LGS. 18.08.2000 N.67 – SALVAGUARDIA DEGLI EQUILIBRI DI BILANCIO 2022/2024;
Espone il vicesindaco De Zan, che presenta la necessità del punto in oggetto, puntualizzando alcuni episodi riguardanti situazioni disagiate e nelle opere pubbliche e il sostanziale parere favorevole del Revisore dei Conti , il consigliere Lazzaro chiede lumi sulla situazione disagiata citata, mentre il consigliere De Martin chiede ragguagli sulla ciclopedonale di Albina.
Si vota: maggioranza favorevole, minoranza astenuta

5. VARIAZIONE DI ASSESTAMENTO AL BILANCIO DI PREVISIONE 2022/2024 AI SENSI DELL’ART.175 DEL D.LGS. 267/2000;
Espone la vicesindaco De Zan, presentando le cifre su una serie di interventi (ex cinema di Gaiarine, scuola di Francenigo, rotonda di Albina e altro), concludendo con i compensi degli amministratori che, ne chiede conferma il consigliere Lazzaro, derivando da un trasferimento statale non rappresenta un ulteriore costo per i cittadini. Interviene il Segretario  che puntualizza come non sia più possibile la rinuncia al cosiddetto “gettone” supportando l’affermazione con una particolareggiata esposizione della legge, della sua finalità e della sua applicazione, innescando sull’argomento tutta una serie di considerazioni alla quale pone fine il consigliere Lazzaro con la perla della serata, un Il-segreto-per-andare-avanti-e-iniziare_1perentorio: “Andiamo avanti!” (per finirire non si da dove).
Seguono altre cifre e poi il consigliere Lazzaro chiede ragguagli su due punti ai quali risponde la consigliera con delega all’informatica Pezzin che risponde aiutata dall’integrazione del consigliere De Martin.
Poi ancora altre cifre tra le quali riusciamo a ricordare che la manutenzione di piazze e strade batte manifestazioni culturali 20 a 1.
Infine un chiarimento sugli importi destinati a persone e/o famiglie in difficoltà economica.

Si vota: maggioranza favorevole, minoranza astenuta

6. PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE (DUP) 2023/2025.
Il Sindaco ricorda che è stato consegnato il documento sviluppato in più di cento pagine e che trattandosi di presentazione la votazione diventa una presa d’atto della stessa.

A chiusura del consiglio le comunicazioni del Sindaco che riguardano la situazione COVID nel comune in progressivo miglioramento, la restituzione dell’incontro a Cimetta con i vertici dell’ULSS 7 che aldilà delle banali e piccate giustificazioni del solito Benazzi ha confermato la drammaticità della situazione, il richiamo alla comunicazione del Consorzio di Bonifica riguardante l’emergenza idrica, l’avvio di uno sportello della polizia locale e varie iniziative ludiche e gastronomiche.

È tutto per quanto riguarda il locale mentre la disperante situazione politica nazionale ci fa tornare in mente una lettura da riscoprire in questa torrida e secca estate; ne riportiamo uno stralcio che magari vi incuriosirà facendovi riflettere:

Fattoria degli animaliNel Consiglio della domenica successiva la questione se i lavori del mulino a vento dovessero cominciare o no fu posta ai voti. Quando gli animali furono tutti riuniti nel grande granaio, Palla di Neve si alzò e, benché talvolta interrotto dal belato delle pecore, espose le sue ragioni in favore della costruzione del mulino. Poi si alzò a rispondere Napoleon. Egli disse tranquillamente che il mulino era una sciocchezza e che il suo consiglio era che nessuno votasse per esso; poi subito sedette. Non aveva parlato che per trenta secondi e sembrava affatto indifferente all’effetto prodotto.

Allora Palla di Neve scattò in piedi e, gridando alle pecore che avevano ricominciato a belare, uscì in una appassionata perorazione in favore del mulino. Fino a quel momento le simpatie degli animali erano state equamente divise, ma allora l’eloquenza di Palla di Neve ebbe il sopravvento. In frasi brillanti egli fece un quadro della Fattoria degli Animali quale sarebbe stata quando il vile lavoro non avrebbe più gravato sul dorso delle bestie. La sua immaginazione andava ora ben oltre il trinciapaglia e l’affettatrice di barbabietole. L’elettricità, disse, avrebbe potuto muovere trebbiatrici, aratri, rastrelli, rulli, macchine per falciare il grano e legare i covoni, oltre che fornire le stalle di luce elettrica e di riscaldamento. Quando ebbe finito di parlare nessuno più dubitava a chi sarebbe andato il voto.

Ma proprio allora Napoleon si alzò e gettando una strana occhiata di traverso a Palla di Neve emise un altissimo lamento, quale nessuno 1’aveva mai sentito emettere. A questo rispose un terribile latrato, e nove enormi cani che portavano collari ornati di punte d’ottone fecero irruzione nel granaio. Essi si avventarono su Palla di Neve che balzò dal suo posto appena in tempo per sfuggire alle loro feroci mascelle. In un istante si trovò fuori coi cani che lo inseguivano. Troppo sbalorditi e spaventati per parlare, tutti gli animali si affollarono sulla porta per assistere all’inseguimento. Palla di Neve correva attraverso il lungo pascolo che conduceva alla strada. Correva come solo un maiale sa correre, ma i cani gli erano alle calcagna. A un tratto scivolò e parve certo che sarebbe stato raggiunto. Poi si rialzò, correndo sempre più forte; ma i cani guadagnarono ancora terreno. Uno di essi era quasi riuscito ad addentare la coda di Palla di Neve, ma Palla di Neve con un rapido movimento poté liberarsi proprio a tempo. Con un ultimo slancio, quando ormai il suo vantaggio era ridotto a pochi centimetri, sgusciò attraverso un’apertura del recinto e non fu visto mai più.
Muti e terrorizzati, gli animali lentamente rientrarono nel granaio.”
La fattoria degli animali.
George Orwell
10 insegnamenti

Alla prossima

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Consiglio comunale martedì 28 giugno 2022: Parliamone

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Consiglio comunale importante per via dell’urbanistica: approvazione di un accordo con un privato per tramutare un’area agricola in commerciale e adozione della 4° Variante Urbanistica al Piano degli interventi.
Non cosucce da niente, ma decisioni che urbanisticain parte ridisegnano sotto il profilo urbanistico, edilizio e anche infrastrutturale, alcune parti del nostro territorio comunale.

I presenti qui.
Pubblico formato da una quindicina di cittadini, forse 20.
Presente in massa l’ufficio tecnico.

Sicuramente chiamato dall’amministrazione a presenziare per dare all’occorrenza supporto tecnico.
Ma lo svolgersi del consiglio comunale, che immerge gli spettatori in una commedia surreale, lo relega semplicemente a far da “palo”.

Si entra nel merito dell'”Accordo pubblico privato” inerente l’area a fianco del distributore di Gaiarine.
Lo illustra il sindaco che con enfasi giustifica l’approvazione di questa non piccola trasformazione urbanistica (7.000 mq di nuovo suolo consumato) dal fatto che nel fabbricato commerciale che si andrà a costruire si insedierà un supermth-3461388394ercato.
Nessuno nega che il capoluogo abbia davvero questa necessità dato che, dalla chiusura del supermercato A&O, ne è sprovvisto.
Non è dato sapere però quale sarà la “catena di distribuzione” che si insiederà.
Infatti alle domande sia del consigliere Lazzaro che della consigliera Capuzzo, il sindaco risponde di non saperlo.
Quindi: il privato, almeno non ci siano “accordi segreti” che non si possono dire e che i cittadini non devono conoscere, giustifica la sua richiesta con una possibile apertura di un supermercato, ma ottenuta la trasformazioni urbanistica, potrebbe nel tempo insediare qualsiasi altra attività, persino “un mille lire”.

E allora o non gli si da la trasformazione, o si trova il modo di vincolare il privato, cosa assai difficile e forse illegittima, o si trova un “vero” compromesso economico che porti davvero reali vantaggi alla comunità.
Invece si scopre che “l’indennizzo” che il privato darà al comune, solo 150.000 euro di opere su via Fermi e affini, non è stato contrattato dall’amministrazione, ma è frutto della sola proposta del privato, accettata tale e quale.
Dal punto di vista politico la dimostrazione di essere in balia di chi invece il “gioco” lo sa condurre.

Alla domanda della consigliera Capuzzo che chiede se il valore dei terreni conteggiati al fine dell’indennizzo non siano troppo bassi, il sindaco non sa, “l’ufficio tecnico” ammette (uniche parole dette nella serata) che la proposta è stata fatta dal privato, ma che i valori non si discostano da quelli dei comuni limitrofi.
Mentre la titolare dell’ assessorato all’urbanistica, Serena Fantuz tace, il segretario (vero assessore all’urbanistica come vedremo in seguito) difende la scelta aduditodentrandosi in campi che non gli competono, ma consolidati da un lungo servizio come segretario  nell‘amministrazione Cappellotto (chi ha orecchie per intendere intenda).

Si passa alla adozione della 4° Variante al P.I:
Attenzione stiamo parlando dell’adozione di una variante urbanistica, che come si è capito   prende spunto da 28/29, richieste di cittadini/imprese.
L’assessore all’urbanistica presenta la variante non dicendo pressoché nulla.
Si limita ad elencare le linee guida generali e cioè che la variante riguarda:
– l’ adeguamento cartografico allo stato di fatto;
– .la riclassificazione di aree edificabili (residenziali o produttive) in zone agricole;
- interventi in aree di urbanizzazione consolidata – riclassificazione della zona
territoriale omogenea;
il recepimento accordo pubblico/privato;
–  l’individuazione di fabbricati non più funzionali alla conduzione del fondo.

Non legsilenzio-681x358ge le 28/29 richieste fatte da cittadini/imprese
Non si sa quindi chi ha fatto la richiesta e cosa abbia chiesto.
Non spiega quali siano stati gli eventuali criteri per valutare il loro diniego o la loro accettazione.
Non dice quante di queste richieste siano state accettate (tutte? nessuna? centomila?).
Neppure se ci sono stati accoglimenti parziali.
Non illustra una per una quelle accettate.
Non specifica per ognuna quale sarà l’impatto sul territorio e come sarà trasformato.
Non chiarisce se ci sarà o no consumo di suolo ed eventualmente quanto.
E neppure se ci saranno trasformazioni infrastrutturali.

Niente di niente.

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Un Cittadino va in consiglio comunale per capire, per conoscere, e invece ne esce non sapendo nulla di quanto deciso dall’amministrazione.

Nella nostra lunga frequentazione dei consigli non abbiamo mai, e diciamo mai, assistito a così “squallida” presentazione di un atto importante come l’adozione di una variante urbanistica.
Non abbiamo mai assistito ad una così vergognosa mancanza di trasparenza.
L’unica che accenna alle 28/29 richieste e al fatto che dovrebbero essere lette  e presentate è la consigliera Capuzzo, ma nessuno le da seguito, neppure gli altri consiglieri di minoranza.

E si che tra questi c’è un certo Lazzaro che oltre ad essere stato per oltre 20 anni in consiglio comunale, essere stato in maggioranza, è stato anche in commissione edilizia e varianti urbanistiche ne ha viste passare molte e sa benissimo come dovrebbero essere presentate e discusse.
Ma forse tra i richiedenti ci sono “potentati” che non si possono disturbare e neppure nominare.
E la presenza in sala dell’ufficio tecnico a cosa è servita?
Desolante e surreale.

Un’unica cosa si viene a sapere. casa
Verrà tolta l’area PEEP ( Piani per l’edilizia economica e popolare) della lottizzazione “Parco Castellir“, per intenderci quell’area che ora comprende il famosissimo dall’impronuciabile nome “Parco Vittime delle Foibe“.

La consigliera Capuzzo oltre a dirsi contraria a questa scelta che elimina la possibilità di agevolare l’accesso ai cittadini ad aree edificabili con prezzi calmierati chiede al segretario cosa significa il termine extra commercium presente nell’atto di cessione gratuita di quelle aree al comune.
E qui parte la filippica del segretario, vero assessore all’urbanistica, che invece di limitarsi a dare la definizione (beni che non sono suscettibili di essere oggetto di diritti economici), si avventura in una “distruzione” del concetto stesso di PEEP, giudizi che proprio non gli competono.

Comunque il comune di Gaiarine, anche se la legge non lo obbligava, si è dotato a suo tempo di zone PEEP, e invece di eliminarle sarebbe bene incentivare con bandi l’accesso  dei cittadini ad una edilizia agevolata, così suggerisce anche la consigliera Capuzzo.

PEEP quindi non come strumenti “anacronistici”, così li ha definiti il sindaco, anche se poi ha corretto il tiro, ma strumenti che in qualche caso se pubblicizzati a dovere potrebbero essere ancora utili a qualche cittadino.

Infine.
Un vero “golpebiblioteca” politico/culturale la modifica del regolamento per l’elezione del Comitato Biblioteca, tra l’altro non obbligatorio, e la  conseguente sua elezione .

Questa la composizione prevista: sindaco o suo rappresentante, due componenti eletti dalla maggioranza e uno eletto dalle minoranze.
Dalla precedente composizione viene tolta la presenza dei lettori, e ridotto a uno (erano due) il rappresentante delle minoranze.
A questo punto un comitato completamente in “mano” alla maggioranza.

A nostro avviso facevano più bella figura ad abolirlo, invece di dare questa pseuda parvenza di “democrazia”.

Ma si può fingere di …..

 

 

 

 

 

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Consiglio comunale mercoledì 25 maggio 2022: Parliamone

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Consiglio comunale per certi versi imbarazzante.
Presenti qui.
Sala piena, finalmente.

Viene discussa una interrogazione molto articolata e ben fatta della minoranza “Insieme per Federica” sul “bubbone” di Roverbasso (tutti i cittadini del nostro Comune sanno di cosa si tratta) e conseguentemente sulla situazione della sanità territoriale nella nostra Usll2.

Quiz-sign-scaledAlle 8 domande poste nell’interrogazione, risponde il sindaco dicendo più o meno che l’amministrazione ha fatto il massimo, che è sempre stata disponibile a trovare soluzioni  (mai trovate), che le competenze sono dell’Usll2 e bla, bla, bla, lasciando alla fine, senza assumersi nessuna responsabilità, la parola al “gran capoBenazzi, direttore generale dell’Usll2

Il Benazzi ci “tiritera”, con una serie di giustificazioni, alcune anche fondate, demandando la responsabilità ad altri, soprattutto al ministero della Sanità, che sicuramente sa dov’è Roverbasso, e naturalmente non al presidente della giunta regionale del Veneto (Zaia) , che è il suo datore di lavoro.

Così:
– due anni di pandemia hanno inciso fortemente nel rapporto tra medici e pazienti;
– i medici italiani di medicina generale (quelli della mutua) sono tra i meno pagati al mondo;

– i medici così poco pagati vanno a lavorare nel privato;
– quindi c’è una carenza cronica di medici e questa carenza si risolverà forse nel 2024;
– poi c’è stata “quota cento” che ha permesso a molti medici di andare in pensione.

La parola “quota cento” gli è proprio sfuggita, poi prontamente corretta per ben due volte con “la Fornero.
Ricordate lo slogan elettorale di un capo partito, uno a caso.

E invece è proprio “quota cento”, quella fantastica invenzione del “mitico” Salvini, costata un pacco di miliardi di euro, che ha permesso a molti medici di andare in pensione anticipata proprio alla vigilia dello scoppio della pandemia.

E il Benazzi, come detto, si è dovuto correggere prontamente, dando la colpa alla “legge Fornero”, d’altra parte non poteva mettere in luce le magagne del partito che lo ha nominato direttore generale.

 Poi, evviva e evviva, fa l’elogio e si dichiara un grande sostenitore della sanità pubblica.

Peccato che ormai da anni la sanità pubblica in tutta Italia sia stata martoriata dalle politiche destrorse, con qualche supporto anche del centro sinistra, sempre alla rincorsa di non si sa che cosa, che vedono nel “privato” il toccasana di tutti problemi.

E’ sotto gli occhi di tutti la “distruzioPensione-3102510804ne” della medicina territoriale fatta in Lombardia (governa la Lega) con il potenziamento delle cliniche private, ma la stessa cosa è successa e succede (governa sempre la Lega) in Veneto, con la soppressione a gogo di posti letto, chiusure di ospedali, chiusure di guardie mediche (ne sappiamo qualcosa anche noi), ecc., ecc.

E’ chiaro che il modello in auge per molti anni è stato quello della privatizzazione della sanità pubblica, spinta anche dalle lobby delle cliniche private e delle compagnie di assicurazione, che vedono nel suo smantellamento un loro grande e potenziale affare.

Bisognerebbe dire al buon Benazzi che forse si trova nel posto sbaHASHTAG-1-1050x911gliato, a meno che la pandemia, che ha evidenziato anche in modo cruento tutte le lacune creatasi perseguendo il “modello privatistico”, non abbia la forza, di far effettivamente cambiare rotta e visione ai nostri politici e amministratori.

Non pensiamo sia sufficiente la volontà dell’attuale ministro della sanità per generare questo necessario cambiamento, sono i cittadini che dovrebbero difendere con tutte le loro forze la sanità pubblica (Servizio Sanitario Nazionale), “creata” da Tina Anselmi sul finire degli anni settanta.
Una grande conquista per tutti gli italiani.
Quephoca_thumb_l_anestesia_locale-590961757sta difesa la possono fare con manifestazioni, raccolta firme, ma soprattutto nella cabina elettorale, votando per coloro che veramente vogliono rigenerare la sanità pubblica, e finalmente smetterla con questi falsi politici.

Per finire il Benazzi fa il grande annuncio: la creazione nella sua Usll2 di 17 Case di Comunità, cioè degli ambulatori con la presenza di specialisti, psicologi, infermiere, ecc., in grado di fare esami e di alleviare il carico sui pronti soc3739c8998cf87c8649fcfe3df976db4a-2007999382corsi.

Una di queste case è’ prevista a Codognè, però partirà forse nel 2026, e intanto vi tenete Roverbasso, forse con un centralino nuovo, come proposto dal sindaco, e quasi senza medici.
Nel frattempo nasceranno altri poliambulatori privati, che saranno “alimentati” da cittadini sempre più abbandonati e “scazzati” dalle lacune dei  servizi sanitari a loro offerti.

E così si arriva alla filippica surreale della dott.ssa Bonato, responsabile dei medici dell’Usll2, il cui “super” peth-583720450nsiero potrebbe essere riassunto così: quasi quasi, questi cittadini/pazienti si meritano tutto ciò.

Roverbasso: i medici dei santi, i pazienti semplicemente maleducati, le proteste e le raccolte firme per manifestare le carenze del servizio semplicemente delle operazioni che destabilizzano il sistema, e così via.

Inverosimile e imbarazzante.

Nessuna critica alla gestione interna, a qualche scontro di “potere”, al centralino sempre occupato, agli appuntamenti per visite urgenti dati anche a quindici/venti giorni, ai pazienti tenuti fuori dall’ambulatorio alle intemperie.
Ah si, è tutta colpa del Covid. Ah questo Covid, quante ne ha combinate.

Come servissero dei geni per metter in atto qualche aspetto organizzativo che alleviasse almeno le attese dei pazienti fuori dell’ambulatorio.

Ma cosa vogliono “sti” pazienti?.

Il consigliere De Martin fa presente che la “politica” quella vera, non la propaganda diciamo noi, dovrebbe farsi carico del malessere dei cittadini e trasferirlo ai più alti livelli regionali.

La consigliera Capuzzo stigmatizzando qualunque forma di maleducazione, fa però presente che i disagi nel servizio ci sono stati e ci sono e che la raccolta firme per manifestarli è un atto democratico.

C’è ancora qualche chiacchiera di Benazzi, un altro intervento del sindaco e poi il consiglio si chiude con le consuete comunicazioni dello stesso.

Per concludere una nostra, non dovuta, riflessione.
Però che mondo strano.
Chiariamo subito che l’interrogazione presentata é un atto formale che doveva essere fatto da qualcuno per mettere in evidenza tutti i problemi di Roverbasso e non solo, e quindi va dato merito alla minoranza che l’ha presentata, e altrettanto chiaramente diciamo che va apprezzata la presenza di tanti cittadini.

Ma era altrettanto prevedibile che nessuna soluzione poteva scaturire da una interrogazione, e in effetti soluzioni non ne sono state date, si sono avute solo doverose informazioni (mentre, per inciso, imprevedibili sono state le offese ai cittadini/pazienti).

Orbene. Ci sono consigli comunali importantissimi per capire quale “futuro” verrà dato al nostro comune, quelli per esempio dedicati:
. alla discussione e approvazione di un bilancio di previsione, cioè come verranno spesi i nostri soldi in quell’ anno
– alla presentazione di progetti di opere pubbliche;
. all’approvazione di progetti urbanistici di privati

. varianti urbanistiche;
. ecc.

Normalmente a questi consigli i cittadini presenti si contano sulle dita di una mano, e invece dovrebbero avere la sala stracolma.

Poi ci sono consigli, come questo, che alla fine sono solo informativi e ci ritrova con la sala consigliare piena.

Benissimo, però non vi pare che ci sia qualcosa che non funziona?cittadinanza_attiva

Si, è vero si parlava di salute, cosa che interessa tutti, ma non è che siamo attirati dai “talk show”, piuttosto che da un senso di “partecipazione attiva” alla vita della comunità?

Come dice qualcuno “ragioniamoci sopra”

Alla prossima.

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Consiglio comunale mercoledì 27 aprile 2022: Parliamone

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Anche questo un consiglio breve, durato circa un’ora.
Sempre meno interesse da parte dei cittadini del comune: due
2016327213519_locandina_distanze solo i presenti.
C’è davvero da chiedersi quale sia ormai la “distanza” tra i cittadini e chi li rappresenta.
Siamo impotenti o disinteressati?
I presenti qui

Gli argomenti principali della serata sono l’approvazione del consuntivo 2021 e la conseguente variazione del bilancio di previsione del 2022.
La chiusura del bilancio dello scorso anno, il consuntivo 2021, porta un avanzo di amministrazione di circa 617 mila euro, dei quali solo circa 252 mila euro a disposizione, cioè “spendibili”, perché gli altri sono vincolati per varie ragioni.
Come i 150 mila euro accantonati per un possibile e prevedibile aumento del costo dell’energia (illuminazione e riscaldamento) nel 2022.

Per i due punti in questione vi è la solita “sbrodolata” di cifre della De Zan (assessore al bilancio), che si faticano a sentire perché non fa uso del microfono (per quale motivo non è dato sapersi) e perchè la sua voce sicuramente non é “baritonale”.

Ma va beh, tanto erano solo due gli spettatori, e poi vuoi che ci siano dei cittadini interessati a capire come vengono spesi i soldi?
I consiglieri di minoranza De Martin e Lazzaro, che avevano già potuto “sviscerare” nella riunione di capigruppo alcune questioni, comunque pongono una serie di domande e richieste di precisazioni.
E allora si è capito che abbiamo avuto un maggior introito di circa 270 mila euro nel 2021 di IMU dovuti ad accertamenti tasse casa“importanti”, che tutti gli appalti devono, a causa dell’aumento dei prezzi in atto, essere rinegoziati, che solo nel 2024 avremo dei mutui in scadenza, e che solo se scadrà un mutuo il comune ne potrà aprire un altro; per cui per i prossimi due anni “nisba” mutui e forse è meglio così.

E poi, a fronte di una domanda del consigliere De Martin, si parla di illuminazione pubblica; del nuovo contratto che dovrebbe essere firmato il giorno seguente, così dice il sindaco, e che prevede la sostituzione delle lampade attuali con quelle a led.

Prendakinator_defie la parola, il segretario, che in questo frangente non può che essere soprannominato il “genio della lampada”, il quale si incammina su un pendio particolarmente scivoloso ….

Fa, in prima battuta, naturalmente e giustamente, l’elogio economico delle lampade a led rispetto a quelle a vapori di sodio (si può risparmiare, in casi fortunati, fino al 40/50% di energia elettrica e quindi ridurre effettivamente l’emissione di CO2 in atmosfera) ma afferma che l’impianto di illuminazione pubblica a led deve rimanere accesso per tutta la notte.
Si leva una “vocina” di uno dei due cittadini presenti: « ma scherziamo … e l’inquinamento luminoso? » .

Risponde il segretario ... « i led non inquinano  » … e poi   « … c’è l’obbligo di illuminare le strade e gli incroci … » « … se ho un incidente in un incrocio non illuminato faccio causa al comune (frase desolante nelle sue molteplici sfaccettature) … »

Anche il consigliere Bubbaco afferma che i led non inquinano.
Interviene anche il sindaco affermando che è il codice della strada che obbliga ad illuminare le strade.

Mamma mia.

Ma andiamo per ordine.
Intanto, forse tutti sanno anzi no, che la durata di una lampadina di qualsiasi specie è in funzione delle ore di utilizzo, e va da se che più ore la tengo accesa prima avrò il suo decadimento luminoso, e conseguentemente prima la dovrò sostituire, aumentando i costi di manutenzione che andranno, è ovvio, in parte a diminuire i vantaggi economici di cui sopra.
Poi.

Per inquinamento luminoso si intende la dispersione del flusso luminoso verso l’alto.
La tecnologia led
permette di indirizzare meglio il flusso luminoso verso il basso e questo permette una riduzione dell’inquinamento, ma si sa anche che, soprattutto in ambito urbano, gran parte del flusso luminoso verso l’alto è dovuto alla riflessione del manto stradale e delle altre superfici investite dalla luce.

Quindi l’inquinamento luminoso c’è con qualsiasi fonte di luce, quindi anche con i led, anche se in minor misura, e ci verrebbe da dire anche con un candela.
Il punto è la quantificazione dell’inquinamento luminoso notturno: dispersione verso l’alto e per quante ore.
Se i led mi permettono di indirizzare meglio la luce ma qucorso-importanza-avifauna-1024x538ella luce la tengo accesa tutta la notte anche nelle ore a cui non serve a nessuno, avrò per più ore la dispersione verso l‘alto, provocando danni maggiori all’avifauna.
Anche se sappiamo che qualcuno si metterà a ridere (ma il riso abbonda sulla bocca degli stolti), i danni provocati dall’inquinamento luminoso sono danni a livello sistemico sul mondo naturale (studio dell’università di Exeter GB, pubblicato su Nature Ecology and Evolution )
impatti negativi sulla fauna selvatica, ma anche sulla flora.
Impatti che spaziano dall’interferenza con i livelli ormonali degli animali alle modificazioni dei loro cicli riproduttivi, dai cambiamenti delle loro attività quotidiane fino alla vulnerabilità ai predatori.” ecc.

Punto.
Ma c’è di più.
SuccInquinamento-luminoso-in-Europa-1080x675ede che, poichè con i led si risparmia energia elettrica, si illumina per più ore (tanto costa poco) e cosi ci sono studi a livello mondiale che dimostrano che dall’introduzione dell’illuminazione a led, pur di per se meno inquinante, l’inquinamento luminoso a livello globale è aumentato.

Dall’altra parte se ci si nutre solo della propaganda tecnologica e non si ragiona, i risultati non possono che essere questi.

Nel codice della strada, salvo essere smentiti (lo potete leggere qui), non è indicato nessun obbligo di illuminare alcunché.
Esistono invece, non nel codice della strada, una serie di norme  (UNI, ecc.) a cui, se ci decide di illuminare una strada, l’estensore del progetto illuminotecnico deve per forza attenersi.
Ripunto.

Dopo un batti e ribatti, un po’ di “buona  luce” viene dal consigliere Lazzaro che, utilizzando semplicemente la logica, afferma che tutte le fonti luminose inquinano: chi più chi meno.
Niente propaganda, ma uso delle meningi.

Grazie.

Si va al completamento dell’ordine del giorno con l’approvazione della variante per la pista ciclabile a Calderano, approvata all’unanimità, anche se ancora il consigliere Lazzaro fa presente che non è la migliore soluzione quella voluta, ma forse l’unica praticabile.
E va bene, però ” chi cerca trova”.

Si passa alle solite comunicazioni del sindaco, che ormai sono una abitudini anche se non previste nell’ordine del giorno.

Covid casi in aumento.

Uffici pubblici: finito lo stato di emergenza, pseuda apertura al pubblico , perché comunque, a parte mezza giornata, bisognerà prendere appuntamento per parlare “con i nostri dipendenti”.
La casa comunale, passate le emergenze, dovrebbe ritornare, forse non lo è mai stata, ma sarebbe ora che lo fosse, una casa “trasparente”, una casa “accogliente” dove non dovrei aver bisogno di bussare giorni prima per essere ricevuto.

Ma aldilà della propaganda tecnologica e della iettatura del sempre connessi, ogni571b33beb0_1951773_med dipendente è stato “dotato” di cellulare e così invece di “avvicinarsi”, di “vedersi” ci si allontana sempre di più, e si allontanano pure i cittadini dalle istituzioni.

 

Ah la tecnologia.

Adesso anche per avere i farmaci.

 

Dopo due anni di pazienti tenuti al freddo, alla pioggia, al sole in quel di Rovecallcenterrbasso, dopo due anni di telefonate senza risposta, una nostra conoscente ha telefonato in una settimana 52 volte prima di ottenere un “pronto”, adesso si inventano “l’app”, che risolverà tutti i problemi.

A parte le difficoltà oggettive nelle quali molti anziani si troveranno, se tecnologia deve essere sia almeno intelligente.
Siamo tutti dotati di una tessera sanitaria, oggi sotto utilizzata, all’interno della quale si potrebbero memorizzare un sacco di informazioni: le patologie, i farmaci necessari e ripetitivi, ecc.

Con quella tessera aggiornata il paziente potrebbe andare in farmatessera-sanitaria-448x296cia ed avere le medicine necessarie senza più bisogno della ricetta.
Oppure tutte le farmacie collegate ad un sistema sanitario dove sono memorizzati per ogni paziente i farmaci ripetitivi. Anche in questo caso la ricetta del medico non servirebbe più.
Se si è per la tecnologia, come si legge nella pagina Facebook del Comune, allora ci si deve battere fino in fondo perché la tecnologia sia davvero utile ai cittadini e non diventi invece una complicazione per la loro vita.
Per questo bisogna battersi.
Non è
Battersi per qualcosa con una “app qua e una là, trallalà” che si risolvono i problemi dei cittadini.

E dato che, anno dopo anno, con le disinteressate amministrazioni di centro destra, abbiamo perso come comune tutto quello che con fatica si era ottenuto, guardia medica, centro prelievi, medici, ecc., chiediamo al sindaco, primo responsabile della salute dei cittadini del comune, se non sia il caso di attuare azioni forti, fortissime,  creando anche coalizioni con altri comuni, per far si che venga ricreata una medicina territoriale che sia degna di questo nome,  e che sia di supporto vero alle esigenze di una popolazione sempre più anziana.
Gli chiediamo se non sia giunta l’ora di far sentire la propria voce all’interno della consulta dei comuni?
Consulta snobbata dai nostri amministratori da almeno quindici anni.

Chiediamo se non sia giunta l’ora di smetterla di dire che l’organizzazione compete all’USLL e di fare invece  qualcosa di concreto per cambiare la situazione attuale.

A proposito di medicina territoriale, così parlava l’assessore alla sanità (2010-2018) del Veneto Luca Coletto (lega) nel 2011,:

“Il fulcro della nuova organizzazione sono le “medicine di gruppo integrate”, forme associative di medici di medicina generale che garantiranno la disponibilità per i cittadini 24 ore su 24 7 giorni su 7, ovviamente operando in rete ed in sinergia con le guardie mediche. “E’ un’operazione che risponde appieno ad uno dei cardini fondamentali del nuovo piano socio sanitario regionale: rafforzare la medicina sul territorio, spostare dall’ospedale al territorio tutti i servizi non prettamente ospedalieri, alleggerire la pressione dei codici bianchi impropri sui pronto soccorso, portare la sanità più vicina al cittadino, che possa così trovare vicino a casa tutti quei servizi che non riguardano le acuzie, per le quali ci sono gli ospedali”.
“abbiamo sempre sostenuto che i medici di medicina generale sono uno snodo fondamentale del nostro sistema sanitario: ebbene, con questa riorganizzazione, anche la loro figura e le loro professionalità verranno fortemente valorizzate”.
Sono passati 11 anni e la medicina territoriale veneta è stata distrutta, i privati hanno fatto i poliambulatori, i medici di medicina generale convenzionati con la regione hanno fatto “Roverbasso“.
Me par benon.
(Per inciso Luca Coletto è diventato sottosegretario che vuol dire vice ministro alla Sanità nel primo Governo Conte.)
Quando si dice la potenza delle parole.

Altra notiziola.
La piazzola di Albina verrà chiusa dal 12 maggio per forse 6 mesi o più.

La piazzola è proprietà comunale, ma la SAVNO la rifarà a sua immagine e somiglianza, con il beneplacito della giunta comunale.
Una immagine industriale, una nuova colata di cemento, via le siepi, una rampa dove si sale con le macchine da una parte e si scende dall’altra.

Nessuno, non i nostri amministratori, si è posto il problema di capire il perché la piazzola di Albina sia stata a suo tempo realizzata in quel modo.
Proviamo a spiegarlo anche se probabilmente non sarà capito:
La piazidealista-rifiuti-777x437zola di Albina è stata pensata non per gestire un rifiuto da “buttare”, ma per gestire un rifiuto “risorsa”.
Un rifiuto che diventa una risorsa, non per il valore economico che se ne può ricavare dalla sua vendita, ma per i valore intrinseco, molto più importante e che vale molto di più, che permette di riusarlo per “rifare” dei beni di consumo senza consumare altre risorse della terra.
Se il rifiuto è quindi una risorsa, una fondamentale risorsa per la nostra sopravvivenza, va “depositato” in un posto “bello”.
Ecco la piazzola di Albina doveva diventare un “parco”, doveva essere abbellita, doveva diventare un posto “ameno”, dove portarci, magari, le scolaresche per far capire l’importanza della risorsa rifiuto, del suo riciclo, del suo non abbandono, .

Si, ne siamo coscienti: tutte chiacchiere.

Poi abbiamo avuto i quindici anni abbondanti delle solite amministrazioni di centro destra che della piazzola se ne sono sbattuti, come della biblioteca, come della sanità, ecc., ecc. .
E ora vai con il cemento e 495.000 euro di spesa.
Ma il bello è che la Savno farà i lavori sulla proprietà del comune, ci metterà i soldi, ma alla fine (quindici anni) il rifacimento della piazzola indovinate chi lo pagherà?
E’ la solita battuta: Elementare Watson.

Lo pagheranno naturalmente i cittadini di Gaiarine, che si troveranno nella bolletta per quindici anni la loro giusta quota di piazzola rifatta ad immagine e somiglianza della Savno.

Seguitici ancora per un attimo in questo excursus politico/calcistico:

  • i vigili in convenzione con altri comuni: arbitra il comandante che sta a Cimadolmo o giù di li;
  • il regolamento di polizia rurale fatto dal gruppo di lavoro e dalle associazioni di categoria degli agricoltori:  comune di gaiarine non tocca palla;
  • l’app ricette la decide l’attuale responsabile di Roverbasso:  il comune di Gaiarine fa da raccattapalle;
  • medicina territoriale decide Benazzi: il comune di Gaiarine squalificato;
  • piazzola di Albina decide la Savno e paghiamo noi: comune di Gaiarine non ammesso al torneo.

Domanda pleonastica: ma alla fine serve davvero eleggere qualcuno?

Un bacione.

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Consiglio comunalemartedì 22 marzo 2022: Parliamone

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Un brevissimo e necessario consiglio comunale.
Convocato per approvare una convenzione con altri due comuni per poter partecipare ad un bando in scadenza il 30 marzo.

Ma di questo parleremo più avanti.
Intanto chi c’era.
I presenti qui.
4 “gatti” tra il pubblico. Letteralmente quattro.

E dopo?
Quello che è “mancato”.
ucraina

Non è stato osservato un minuto di silenzio in favore del popolo Ucraino.

 A quasi un mese dall’inizio (24 febbraio – 22 marzo) della invasione dell’Ucraina da parte della Russia e di fronte al massacro di civili e alla distruzione di intere città, a nessuno, né al sindaco, né alla maggioranza, né alle minoranze, è venuto in mente di chiedere di osservare un minuto di silenzio per manifestare solidarietà al popolo Ucraino.
Eppure nel precedente consiglio del 10 febbraio, data coincidente con il Giorno del Ricordo, un minuto di silenzio fu osservato per i morti delle foibe.

 Ma il Giorno del Ricordo, si sa, è quella giornata voluta dalle destre italiane per ricordare le Foibe, quasi in antagonismo con quella della Memoria (Soah) e quella della Festa della Liberazione.

bandiera_mappa_ucrainaCome dire: il popolo Ucraino non sappiamo ancora se sta a destra o a sinistra, nel caso stesse a “destra” … beh allora potremmo sempre rimediare … tanto tempo ce n’è …

Come dire che il Comune di Gaiarine è accanto ai morti di 70 anni fa, ma non a quelli di adesso.

Come dire che è accanto agli sfollati di 70 anni fa ma non ai quasi 4 milioni di ucraini che attualmente cercano un posto in cui andare.

Si, sappiamo che un minuto di silenzio è un piccolo gesto, che non contribuisce a riportare in vita i morti, non rida ai bimbi i genitori, non attenua le sofferenze, non ricostruisce gli ospedali, le scuole, gli asili, le case distrutte.

E’ un piccolo gesto che i nostri rappresentanti, però,  potevano fare peace-free-john-lennon-1024x768a nome di tutti noi cittadini di Gaiarine per dire che noi stiamo con l’Ucraina e siamo contro la guerra, qualsiasi guerra.
Ci è chiaro che moltissimi altri minuti di silenzio si sarebbero dovuti osservare per le continue guerre che in questi anni si sono succedete in tutte le parti del mondo.

Un Minuto di silenzio per la guerra in Cecenia, in Iraq, in Afghanistan, in Yemen, in Siria, solo per citarne alcune forse tra le più atroci e feroci, e  per la trentina che insanguinano attualmente l’Africa, e poi per i genocidi che ancora oggi vengono perpetrati contro i Rohingya, contro i Curdi o quello culturale degli Uiguri in Cina.

 Ma ancor di più sappiamo che un minuto di silenzio ogni giorno lo dovremmo fare da soli, nella nostra intimità, sicuramente per tutte le guerre in corso, ma anche per ricordarci quello che questa umanità fa con la distruzione degli ecosistemi, con l’alterazione del clima, con l’accaparramento e spreco delle risorse, con la negazione di diritti elementari, con i soprusi e le violenze.

E forse due minuti di silenzio andrebbero geo-barents-625x350osservati per chi a causa di tutto questo è costretto ad andarsene dal proprio paese e magari annegare in quella tomba d’acqua che si chiama Mediterraneo.

 

 

Al secondo e ultimo punto del consiglio il sindaco presenta la convenzione con i comuni di Godega e Cordignano per la partecipazione ad un bando riguardante la “rigenerazione urbana”.
Bando accessibile ai comuni con più di quindicimila abitanti o a quei comuni con meno abitanti che “convenzionandosi” ” con altri raggiungono tale soglia.
In questa “associazione temporanea di comuni“, denominata “Paesi in Festa“, Gaiarine fa da capofila per i tre progetti che coinvolgono i tre comuni.
Per Gaiarine l’intenzione dell’amministrazione, se mai arriveranno i soldi, è quella di sistemare l’area centrale di Francenigo, la cosiddetta area “ARCUF“.
Possiamo tranquillamente dire che sarebbe davvero una azione meritoria.
Da troppo tempo, infatti,  quest’area, che potrebbe essere il fulcro del paese, è stata ed è in stato di degrado.
Ci sono tra le indicazioni, non tutte chiarissime, date dal sindaco sugli interventi previsti alcune cose interessanti e altre, appunto, da chiarire.

Bellissima l’idea, così l’abbiamo capita, di fare con quel che rimane del fabbricato esistente, recuperandolo, un palcoscenico per spettacoli all’aperto, e altrettanto interessante è la sistemazione del percorso lungo l’Aralt con la riqualificazione delle sue sponde, noi suggeriamo la semina sulle sponde di fparco-grassina-003iori perenni per sostenere gli insetti impollinatori.
Anche la piantumazione di alberi è una cosa che necessariamente va fatta e che naturalmente condividiamo.
Ma quando il sindaco parla di pavimentazione drenante, chiediamo: dove? per far cosa? quanti mq.?
Perché delle due l’una: o quell’area diventa un vero e proprio parco urbano, con un teatro all’aperto, con zone verdi a prato, alberi, panchine, ecc. usufruibile dalla scuola e dalla cittadinanza tutta, diventando anche un luogo verde di aggregazione sociale, oppure diventa altro: un luogo dove installare capannoni per la sagra o altre manifestazioni (ricordiamo con sgomento il vecchio progetto Arcuf, che prevedeva al centro dell’area  persino un parcheggio).
Si possono sposare le due cose? Forse.

Eventualmente lo “sposalizio” va fatto con molta “intelligenza” e non sacrificando in nessun modo la vocazione a “parco urbano” dell’area.
Altrimenti si rischia di spendere circa un milione di euro (sembra questa la cifra) per non avere “né carne né pesce”.

Alcune cose in consiglio non sono state chiarite:
1. L’Arcuf che ha in comodato d’uso per 99 anni una parte dell’area, compreso il fabbricato, rinuncerà a tale concessione?
2. Se l’Arcuf non rinuncerà al comodato d’uso, e ammesso che arrivino i soldi, cosa farà il comune?
Sicuramente non potrà fare opere su aree concesse in comodato d’uso (99 anni) ad un privato. O no?

Se lo facesse, aldilà degli aspetti amministrativi/legali, sarebbe un affronto troppo grande nei confronti degli altri tre comitati festeggiamenti del comune, ai quali sono state concesse in comodato le aree, ma tutto il resto (capannoni, cucine, ecc.) se lo sono pagato con i loro soldi e non con i soldi del comune.

Insomma: la necessità di sistemare l’area c’è.
La progettualità manifestata ha in se delle belle e utili idee.
Esiste però, a nostro avviso,  il pericolo di compromessi al ribasso che potrebbero ridurre la potenzialità di quell’area che come già detto può diventare, anche per la presenza dell’acqua, un magnifico parco urbano.

Vi è quindi la necessità di monitorare attentamente gli sviluppi di questo progetto da parte dell’intera cittadinanza, comprese le minoranze che come compito istituzionale hanno proprio il controllo sull’operato dell’amministrazione.

 Alla prossima.

 

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Consiglio comunale giovedì 10 febbraio 2022: Parliamone

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Consiglio comunale di routine.
Due interrogazioni e una variazione al Piano triennale delle Opere pubbliche.
I presenti qui.

Si inizia, essendo il 10 febbraio il Giorno del Ricordo, con un minuto di silenzio.

Le due interrogazioni presentate ai primi di dicembre da Alternativa per Gaiarine – Lazzaro Giuseppe Sindaco, riguardano: una la sicurezza sulla solita stagione dei furti di cui è vittima ogni fine anno il nostro comune e l’altra la tutela della salute pubblica e servizi ai cittadini.

Queste due interrogazioni vengono discusse dopo due mesi dalla loro presentazione, non per colpa dei presentatori, ma per il fatto che non hanno potuto essere inserite nel consiglio comunale del 28 dicembre scorso, in quanto in quel consiglio era in discussione il bilancio di previsione che preclude, per regolamento, la discussione di interrogazioni.

Anche se fuori tempo massimo e sebbene la discussione sia sembrata per certi aspetti un po’ anacronistica ha qualcosa sono servite.

Sulla prima, relativa alla stagione dei furti eStopaiLadri della sicurezza sul nostro territorio, a fronte delle richieste poste da Lazzaro, naturalmente il sindaco ha difeso tutto il difendibile: l’operato dell’amministrazione, il Controllo di vicinato, il progetto che sta per partire di video sorveglianza, la convenzione di polizia municipale con gli altri comuni, e chi più ne ha più metta.
Ha poi sollecitato una maggior partecipazione dei cittadini al controllo del territorio, invitandoli a segnalare situazioni “anomale” e ad iscriversi al Controllo di Vicinato.

L’interrogazione chiedeva conto anche di una promessa elettorale fatta da questa maggioranza e cioè la vigilanza sul territorio da farsi usufruendo di società private, in poche parole “ronde a pagamento“.
Il sindaco ha ammesso che questa promessa elettorale, valutati i costi che sarebbero spropositati, non potrà essere mantenuta.
E così viene alla luce come i programmi elettorali siano soprattutto degli specchietti per le allodole (leggi elettori) con cui attrarre il consenso promettendo mari e monti, e dando sfogo anche alla fantasia.
Promesse stravaganti che non potevano e non possono essere mantenute.
Ma più interessante ancora è ragionare su come verrà valutata una amministrazione alla fine del suo mandato nel caso si ripresentasse o si ripresentasse una delle stesso colore politico.
Gli elettori del comune andranno ad analizzare quante delle promesse elettorali siano state mantenute?
Gli elettori andranno a verificare se le “cose fatte” erano state previste nel programma elettorale e nel caso non lo fossero se siano stati coinvolti in quelle decisioni “fuori sciap?
Ma neppure per sogno.
Si voterà per dei candidati qualsiasi, competenti o incompetenti, basta che siano della propria parte politica e poi c’è sempre sotto traccia quel po’ di “sano” campanilismo.

Sulla seconda un batti e ribatti tra Lazzaro e il sindaco sul funzionamento dei uffici comunali, con Lazzaro, che messosi nei panni dei cittadini, ha giustamente evidenziato le difficoltà di quest’ultimi ad interloquire con gli uffici.
Ha fatto notare che per accedere agli uffici bisogna fissare un appuntamento telefonico, e che tale appuntamento può essere preso solo telefonando in certi orari, che potrebbero  coincidere con quelli lavorativi dei cittadini, rendendo impossibile per taluni farlo.
Il sindaco pur ammettendo qualche “defaillance ” sostanzialmente e “naturalmente” dice che “tutto va ben madama la marchesa“.

L’altro aspetto di questa interrogazione si riferiva alla salute ed in particolare alla situazione pandemica.
Lazzaro ha criticato l’operato dell’amministrazione che ha permesso, con la pandemia in corso, lo svolgersi del “street food festival” in piazza del municipio, dando luogo, secondo lui, 
sicuramente ad un aumento dei contaggi  non essendo state rispettate le regole, distanziamento e mascherine.
Anche qui, il sindaco, ha difeso l’operato dell’amministrazione negando che quell’evento, possa aver causato dei focolai, essendo, secondo lui, sostanzialmente rispettate le regole..

Eccome no.
Basta guardate questa foto.

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Distanziamento e mascherine a gogo.
E poi come sempre c’è qualcuno che osa dire che i “festaioli” non hanno rispettato le regole… ma dai.

Ma quello che lascia perplessi è che parlando di salute, di pandemia, di contaggi, ecc., non ci sia stato da parte di nessuno un accenno alla condizione disastrosa della sanità veneta, soprattutto rispetto alla medicina territoriale distrutta dalle politiche messe in atto da Galan e Zaia.
I cittadini di Gaiarine e dei comuni limitrofi sono davvero “in……i” (vedi raccolta firme) per la situazione che si è venuta a creare: una medicina che è diventata ospedalecentrica sempre più senza il presidio del territorio e cure domiciliari, e sempre più in mano ai privati.

Marca sanita
Ma non si deve dare fastidio al manovratore.

Per finire: la variazione del Piano Triennale delle Opere Pubbliche, modifica apportata per introdurre la sistemazione della scuola Primaria di Gaiarine, variazione propedeutica alla partecipazione ad un bando.
Tutto ancora in alto mare.

Ciao.

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