Bilanci di Giustizia

Sabato scorso c’è stato l’incontro mensile del gruppo di Pordenone dei Bilanci di Giustizia. Questi gruppi sono l’espressione locale di una campagna chiamata appunto Bilanci di Giustizia, lanciata nel 1993 da Beati i Costruttori di Pace e rivolta alle famiglie, intese come soggetto micro-economico, che fanno riferimento allo slogan “Quando l’economia uccide bisogna cambiare!”. Obiettivo delle famiglie è modificare secondo giustizia la struttura dei propri consumi e l’utilizzo dei propri risparmi, cioè l’economia quotidiana. Parlare di “giustizia” è impegnativo, perché suppone un orizzonte etico condiviso in buona parte ancora da costruire, ma la sfida è proprio quella di combattere l’invadenza e lo strapotere della “razionalità economica” a partire dal carrello del supermercato e dallo sportello di una banca. Da qui l’adesione convinta al consumo critico e alla finanza alternativa (MAG e Banca Etica) a favore di uno sviluppo che risulti sostenibile per i poveri del pianeta, per il pianeta stesso e – perché no – anche per noi. Ciò che però contraddistingue Bilanci di Giustizia è l’idea che questi obiettivi si possano realizzare efficacemente solo insieme, in modo organizzato, mediante una comunicazione costante e un’azione comune. Lo strumento ideato sia per “auto-misurare” il proprio impegno che per socializzarlo nel movimento e all’esterno, in funzione politica, è quello del bilancio familiare; lì si rendono visibili e si quantificano i cambiamenti effettuati nelle scelte economiche. .. Obiettivo principale della campagna è sperimentare, con un consistente numero di nuclei familiari, le possibilità di “spostamento” da consumi dannosi per la salute, per l’ambiente e per le popolazioni del Sud del mondo, a prodotti più sani, che non incidono in modo irreparabile sulle risorse naturali e che riducono i meccanismi di sfruttamento nelle regioni sottosviluppate. Non si tratta quindi di affrontare sacrifici e rinunzie in nome di un’etica e di una giustizia concepite in termini astratti, ma di rifiutare in base ad analisi non superficiali e a scelte coscienti e responsabili i consumi che non rispondono più ai bisogni umani reali o che danneggiano in modo spesso irrecuperabile i meccanismi ecologici e le popolazioni da troppo tempo confinate in una povertà incolpevole.
..
Dal 1996 la campagna ha avviato una forte collaborazione con il Wuppertal Institute (Istituto per il clima, l’ambiente e l’energia della Germania) e le indicazioni fornite dall’Istituto hanno costituito per la campagna una importante conferma della significatività degli obiettivi e delle metodologie adottate e l’hanno spinta a rafforzare la “sperimentazione” di uno stile di vita sobrio.

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Alcune ulteriori considerazioni sulla “casa de piera” e affini, in risposta al commento di Mauro Carnelos al post del 21 Settembre

Caro Mauro,

mi tratti, ma forse è solo una mia impressione, come un giocatore che entra a piedi uniti e da tergo o come quello spettatore, che durante una partita di calcio, qualche giorno fa, è entrato in campo e sotto gli occhi sbigottiti dei calciatori e del pubblico, ha tirato un rigore. Non c’entrava nulla con la partita, ma ha segnato e, cosa strana a dirsi, ha ricevuto anche l’applauso del pubblico.
Non sono falloso, non tiro rigori che non mi competono e non sono neppure un incendiario (come in qualche modo mi dipingi tu).
Sono un cittadino del Comune di Gaiarine e come tale vorrei poter esprimere in modo trasparente (e questo blog è nato proprio per informare in modo trasparente i cittadini nel nostro comune, dal momento che sono quasi sempre all’oscuro di ciò che accade nelle stanze dei bottoni), il mio pensiero su un’area che è pubblica e dove, oltre ai soldi che spenderà la Vostra associazione facendo sacrifici (impegno e denaro), ci saranno anche quelli spesi da tutta la Comunità di Gaiarine, poichè essa si accollerà una spesa presumibile di 135.000 Euro, soldi di tutti i cittadini, quindi anche tuoi ma anche miei.
Non contesto l’acquisto dell’ulteriore area e casa; tutti i comitati festeggiamenti (Albina, Campomolino e Gaiarine), sono stati aiutati dall’Amministrazioni che si sono succedute, chi più chi meno, chi in un modo chi in un altro, ed è quindi giusto che questo avvenga anche per Voi, che poi è come dire per Noi, dato che Voi appartenete ad una Associazione di volontariato e quindi svolgete un ruolo importante all’interno del Comune.
Mi viene solo la voglia di aggiungere che tutte Amministrazioni Comunali, passate e presenti, avrebbero dovuto e dovrebbero aiutare tutte le Associazioni, naturalmente in modo diverso date le loro specificità, ma questo è un altro discorso.

Quello che non capisco è come mai quella casa e area non siano state acquistate direttamente dal Comune, visti i contatti che, anche passate Amministrazioni, avevano avuto con il precedente proprietario.
Ora siamo in questa situazione: la casa e l’area sono state acquistate nel novembre del 2006 da un privato per 68.500 Euro e se andranno in porto gli accordi ipotizzati al massimo tra 10 anni ne riceverà, nella peggiore delle ipotesi, 135.000,… direi che è un ottimo affare, o no?

E’ evidente che quel “un modo di fare urbanistica che è degli anni sessanta? (abbattiamo e ricostruiamo noi che siamo migliori di quelli del passato)” è un modo forte di esprimere il concetto, ma che rende l’idea di quello che è sotto gli occhi di tutti, di quello che è successo nel nostro comune e nel Veneto.
Una cancellazione sistematica nel territorio dei punti di riferimento, ovvero di alberi, siepi, fossi, case agricole, e per quanto riguarda i centri storici, demolizione continua di case vincolate e non, per far posto a strade più larghe, parcheggi e nuove abitazioni; tutto questo ha di fatto snaturato i nostri luoghi e in particolare i nostri paesi, i nostri centri storici, anche perché “l’urbanistica” è stata fatta in modo dissennato.
Questo è quanto accaduto nel Veneto e soprattutto nella Provincia di Treviso, questo è quanto è accaduto negli anni sessanta, settanta, ottanta, novanta e continua a succedere ancora oggi, questo è accaduto con, al governo dei Comuni, amministrazioni di ogni colore politico, questo è accaduto anche con l’avvallo dei cittadini.

Io ritengo che si possa e si debba cambiare passo e soprattutto, ripeto, se si hanno a cuore le tradizioni, bisognerebbe “difendere” quel poco che ormai ci è rimasto.

Mi dici che “da quello che ci è stato proposto l’edificio in questione dovrebbe venire ristrutturato ed ampliato per venire incontro alle nostre esigenze “: ne prendo atto, ma questo stride totalmente con tutti gli atti pubblici.
Nell’adozione della variante non si parla di ristrutturazione della Casa in questione, (vedi qui la delibera del Consiglio Comunale del 22/04/2009), e neppure se parla in qualsiasi altro atto del Comune; anzi negli atti predisposti per l’approvazione della variante nel Consiglio Comunale del 23 Luglio, il grado di protezione 4 della casa era stato cancellato o sbiancato o grattato, come ha denunciato ai Vigili del Comune il Consigliere Rosada, in data 21 Luglio 2009, tanto è vero che nel Consiglio del 23 Luglio il punto è stato ritirato.
Nel Consiglio comunale del 22 settembre la variante è stata approvata mantenendo il grado di protezione della casa, ma già “nei corridoi” della politica di Gaiarine sembra si parli di un successivo piano attuativo che permetterebbe la demolizione della stessa.
Comunque prendo atto di quello che tu dici e cioè che la casa verrà ristrutturata, d’altro canto, mentre io ho visto e fotografato solamente il progetto esposto nell’area Arcuf, tu il progetto lo hai sicuramente visto dal “vivo”, perché affermi “ Può essere che quello che mi è stato proposto sia diverso da quello che conosci tu” .
A questo punto se la casa non sarà demolita, come pubblicamente affermi, la questione si sposta sulle modalità del restauro.
Verrà ristrutturata mantenendo libere le facciate, ridandole la forma originaria, cioè i tre piani, o verrà conglobata in una struttura più ampia, di fatto snaturandola?
Quali materiali verranno utilizzati?

Io sto al progetto che ho fotografato e che riporto qui sotto.
La struttura indicata dalla freccia è in parte sul sedime attuale della casa.


E sto a quanto espresso nel Consiglio Comunale del 22/04/2009 dalla Consigliera Modanese “Si tratta di un fabbricato su due piani composto da uno spazio adibito a cucine, da una sala che potrà ospitare circa 400 persone e da una o due sale riunioni al piano superiore”
Quindi non tre piani, quindi non più con la forma originaria.

Apprendo con piacere che il parcheggio non è stato richiesto da Voi, ma allora, dato che anche Voi in qualche modo siete protagonisti della sistemazione di quest’area, perché non proponete, per il montaggio del Vostro capannone mobile, una qualche alternativa al parcheggio?
Mi vengono in mente, ma ce ne potrebbero essere delle altre, tre possibili alternative per la zona da utilizzare per il montaggio del capannone:
1) un prato naturale, ma questa soluzione, secondo me in modo opinabile, tu la scarti a priori per un problema legato alla manutenzione. Sappi però che esistono oggi in commercio sementi per prati che ben resistono alle siccità e al calpestio.
2) un prato sintetico. Facile da installare e da gestire.
3) se proprio si deve fare, ma davvero non ne capisco il motivo ..o forse si, una spianata di cemento; questa potrebbe, rendendola versatile, essere utilizzata per qualche altra attività sportiva, tipo pattinaggio, basket . In questo modo si amplierebbe la funzione sportiva dell’area.
Mi dirai “ma è l’Amministrazione che vuol fare il parcheggio”, ebbene vi chiedo di farVi portatori di una istanza che ha l’obiettivo di salvaguardare il più possibile un’area che ha intrinsecamente una vocazione a “parco urbano” e non a parcheggio.
Come ho già detto, nel precedente Post, a meno di 100 metri dall’area “Arcuf” esiste, nei pressi del comparto del Maglio Tonet, un nuovo amplio parcheggio.

E qui prendo spunto per parlare nel dettaglio dell’area Maglio.
So di toccare qualche altro tasto delicato.
Tu dici “Ritengo però che a Francenigo serva una struttura polivalente dove più di un centinaio di persone possano ritrovarsi, e dove si possano organizzare e accogliere iniziative ricreative e culturali durante tutto l’anno”.
Sono d’accordo, ma l’Amministrazione e soprattutto Voi, che siete in qualche modo i “gestori” del Maglio il quale rappresenta un continuum indissolubile con il messaggio principale di cui siete portatori attraverso “il Palio dei vecchi mestieri”, avete mai pensato a un’ipotesi di valorizzazione dell’intero comparto del Maglio, donato dalla famiglia Moro al Comune di Gaiarine?.
Avete mai pensato che quel comparto ristrutturato in modo acconcio, potrebbe essere il vero fulcro culturale di Francenigo e potrebbe essere un valido supporto proprio alla Vostra Associazione?

Quel comparto dovrebbe essere ristrutturato prevedendo:

. oltre al museo di archeologia industriale già presente e da valorizzare, un museo etnografico oppure un centro didattico per le scolaresche del nostro comune (e non solo), prendendo a modello l’Immaginario Scientifico o l’Immaginario Geografico creati rispettivamente all’interno di una centrale elettrica e di una latteria, vecchi stabili in disuso in quel di Malnisio, (Comune di Montereale Valcellina a qualche decina non migliaia di chilometri da noi)
. una sala mostra/riunione (quindi polivalente)
. un alloggio per la persona che attualmente vi risiede e che un domani potrebbe diventare l’alloggio del custode del Maglio e degli adiacenti musei

Un comparto così ristrutturato e così vicino all’area “Arcuf” potrebbe diventare, se ben pubblicizzato, un percorso culturale di grande attrattiva per “grandi e piccini” della nostra Provincia, che darebbe “vero” lustro a Francenigo e alla Vostra Associazione.

Quello che noto è la mancanza di una visione globale e strategica per l’utilizzo in termini “culturali” dell’intero patrimonio Comunale, delle potenzialità che questo custodisce, (non mi riferisco solo agli edifici, ma anche al patrimonio naturalistico) e così Amministrazione, associazioni e cittadini, attraverso una miopia consolidata, guardando solo nel proprio orticello, soddisfano soltanto le proprie esigenze immediate.

D’altra parte esiste nel nostro Comune, a mio avviso, persino l’incapacità di mettere in rete le Associazioni presenti, e questo dipende anche dall’Amministrazione, ma soprattutto dalle Associazioni stesse, non in grado di creare relazioni tra loro e di costruire eventi condivisi.

Tu dici: “Quando non esistevano ancora i blog certe questioni si chiarivano a “quatro oci” anche per non alimentare ulteriormente inutili e ingiustificati mormorii di paese”: beh, su questo punto, sono già apparsi alcuni commenti su questo blog.

Vorrei aggiungere solo una riflessione.

Ogni Associazione, ogni gruppo strutturato o meno, di potere o meno, parla a “quatro oci” al suo interno, decide, magari pensando di essere nel giusto, di portare le sue istanze all’Amministrazione Comunale e questo vuol dire quasi sempre parlare a “quatro oci” col Sindaco.
Da questo intimo incontro a “quatro oci” può nascere o una cosa meravigliosa oppure una bruttura, ma non è questo il punto.

Il punto fondamentale è che da questo percorso decisionale sono esclusi i cittadini, a meno che nel Vostro caso non riteniate che i cittadini di Francenigo siano i 72 Vostri iscritti.

Vedi, quando quella casa sarà abbattuta, non si ricostruirà più;
quando l’area Arcuf o qualsiasi altra area del nostro territorio sarà trasformata (leggi Area Jesse, ecc.), questa trasformazione rimarrà per un lunghissimo periodo di tempo (100/200 anni o ancor di più) e i cittadini la dovranno “subire” bella o brutta, utile o non utile che sia, senza aver potuto partecipare
democraticamente alle decisioni.

La partecipazione dei cittadini è necessaria “non per non fare”, ma per “fare” sentendo e tenendo conto della loro volontà e delle vere esigenze della Comunità, dell’intera Comunità.

Sinceramente e senza polemica, aggiungo, che noi, in ogni caso, a “quatro oci”, non avremmo potuto risolvere proprio nulla, dal momento che io non ho nessun potere per condizionare le Vostre scelte e quella dell’Amministrazione;
a me rimane la sola possibilità di rendere pubblico il mio pensiero attraverso il “blog”, sinonimo proprio di dibattito pubblico e di trasparenza, per far nascere dal basso un minimo di discussione e quindi un minimo di partecipazione alla vita, ai problemi e alle necessità della Comunità.

C’è, comunque qualcosa che mi fa ben sperare: il fatto che in qualche modo tu ti sia “messo in gioco”, partecipando al dibattito su questo blog, e per questo ti ringrazio.

Per concludere ritengo che il progetto attuale dell’area “Arcuf” vada rivisto, risolvendo si le Vostre necessità ma con soluzioni diverse da quelle prospettate; ritengo inoltre che l’Arcuf, se “vuole”, può essere il motore di un positivo cambiamento e di una visione strategica a tutt’oggi mancante nel nostro Comune e rispondere finalmente e forse per primi all’inserzione apparsa su questo blog “Gaiarine territorio di qualità cercasi”

Renzo Rizzon

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Un piccolo monumento, una grande questione

La domanda sorge spontanea: su quanti monumenti commemorativi troviamo impressi i nomi degli sponsor che hanno contribuito alla loro costruzione? Verrebbe da dire nessuno. Attenzione però: esiste sempre una lista (più o meno formale) che elenca i nomi dei sottoscrittori e le somme da loro versate per la costruzione o il restauro di un monumento. Nel caso del nuovo monumento ai Trevisani nel mondo di Gaiarine questa lista si trova impressa, in forma di ringraziamento, sul retro del monumento stesso. Un fatto questo che ha suscitato la perplessità in diversi concittadini/e. A dare voce a questa perplessità è stato proprio un emigrante tuttora residente all’estero, il signor Silvano Zaccariotto. Il 30 luglio scorso ha inviato una lettera al presidente della sezione comunale dei Trevisani nel mondo, al sindaco, agli assessori e ai consiglieri comunali.
Ecco il testo della lettera.

“Sono Silvano Zaccariotto emigrante dal lontano settembre 1961 salvo una parentesi di due anni per adempiere il servizio militare. Ero nei primi dieci soci nel 1977 quando à stata fondata la Trevisani nel mondo sezione di Sydney e da diversi anni faccio parte del comitato della Trevisani sezione Ticino – Campione con incarico di tesoriere. Ho sempre lodato le squisite iniziative di privati, di giunte municipali, o di vari comitati che per onorare l’emigrazione hanno optato per la costruzione di monumenti, lapidi ricordo, ecc., nella terra natia di tanta gente che per necessità o altro hanno scelto una vita piena di incognite, incomprensioni, sacrifici, duro lavoro e nostalgia. Negli ultimi anni anche nella nostra “Marca” sono molti i Paesi che hanno voluto dotarsi di “segni” di testimonianza come questi pregni di suggestione e del ricordo dei suoi tanti figli che più non torneranno. Altri invece sono ritornati ed è anche a loro che va la gratitudine per qualcuna di queste iniziative. Spero che questi ideali abbiano mosso inizialmente i fautori del monumento ai Trevisani nel Mondo recentemente costruito in luogo pubblico a Gaiarine. Sul suo aspetto estetico non mi pronuncio anche se trovo l’dea del globo appropriata ma il leggere i nomi degli sponsor scolpiti nel marmo a caratteri cubitali mi ha fatto letteralmente sobbalzare! Magari la Loro intenzione originale di collaborare alla realizzazione del monumento era genuina e nobile, ma “il risultato” così fatto lascia intendere fini non altrettanto nobili ed apprezzabili. A dirlo chiaramente è la prima volta che questo accade nella Marca. In tempi più onorevoli del nostro passato di provincia Veneta cose come questa non sarebbero accadute. Pertanto, come figlio della terra Gaiarinense che tanto ama alla quale però difficilmente ritornerà stabilmente, MI DISSOCIO completamente dalla realtà che quel monumento vuole rappresentare, e spero che come me siano tanti altri. Cari concittadini, ritornate ad essere più sensibili, più umili. Gli emigranti sono gli ATTORI PROTAGONISTI e non le COMPARSE e pertanto meritano più rispetto. Mi permetto infine di suggerire un’iscrizione a mio avviso appropriata da apporre sul monumento-testimonio:“DEDICATO AI TREVISANI NEL MONDO DI IERI, DI OGGI E DI DOMANI. I cittadini riconoscenti”.
Distinti saluti.”

Fino a qualche giorno fa il signor Zaccariotto non ha ricevuto risposta. Ma proprio ieri il Gazzettino si è interessato della questione e ha interpellato in merito il nostro sindaco. Ecco le dichiarazioni riportate dal giornale di ieri.

«Una lettera scandalosa e vergognosa» il sindaco Loris Sonego commenta così lo scritto di Zaccariotto. «Si tratta di una persona che ho visto una volta a Gaiarine, che non ama il suo comune e che si permette di criticare quanto noi concittadini abbiamo fatto. Si tratta di un’opera importante, realizzata in marmo e ferro con delle fondamenta profonde». Sonego lancia un invito: «Se tira fuori i soldi lui allora tolgo i nomi degli sponsor. Si tratta di una targhetta apposta per ringraziare chi ha contribuito a realizzare il sogno degli emigranti di Gaiarine. Poter avere un monumento per ricordare le persone emigrate dal nostro comune, che facevano fatica ad arrivare a fine mese e che ricorda duri anni di lavoro all’estero. È un sogno che finalmente siamo riusciti a realizzare grazie al contributo economico e al lavoro di alcune persone. La targa le ringrazia. Questa è una lettera triste e deprimente, scritta da chi non ha fatto nulla per il suo paese e che adesso critica. Non merita nemmeno risposta».

Si tratta di una risposta che a nostro parere lascia esterrefatti. Prima di tutto sorprende lo schiaffo che il sindaco assesta a un emigrante proprio alla vigilia dell’inaugurazione del monumento agli emigranti! Si tratta di una reazione scomposta che palesa la mancanza della necessaria sensibilità istituzionale. Come si permette poi il nostro sindaco di negare l’amore per la propria terra di una persona che da essa si è dovuto, dolorosamente, staccare? Particolarmente priva di senso è l’accusa di non aver fatto niente per il proprio paese. Ogni emigrante fa parte di una rete relazionale che ha mantenuto i contatti con la madrepatria e ha permesso, grazie al sistema delle rimesse, l’arricchimento economico e lo sviluppo materiale della nostra terra. Con i soldi degli emigranti si sono costruite case e fabbriche, creando posti di lavoro qui da noi! La questione sollevata dalla lettera di Zaccariotto è sostanziale. Imprimere i nomi dei benefattori sul monumento li trasforma immediatamente in sponsor. La centralità che le scritte degli sponsor assumono per posizione e dimensione rispetto all’intitolazione agli emigranti modificano il senso dell’oggetto. Si tratta di un piccolo ma significativo cambiamento culturale, le cui conseguenze non devono essere sottovalutate. Il monumento, da mezzo di memoria collettiva, condivisa e inclusiva si trasforma in mezzo di memoria oggettuale, parziale, esclusiva e mercificata a cui si può avere accesso solo attraverso il denaro. Da monumento a strumento pubblicitario. In questo senso vanno intese le parole del sindaco quando afferma: «Se tira fuori i soldi lui allora tolgo i nomi degli sponsor».

Il signor Zaccariotto loda l’iniziativa, ma, con la sua lettera civile e pacata si dissocia dalla ambiguità nella quale si e’ concretizzata e invita a riflettere sulla questione.

Non siamo contrari all’iniziativa dell’Amministrazione ma il risultato lascia perplessi. Forse, in mancanza dei fondi necessari, sarebbe stato più corretto ricorrere a una sottoscrizione pubblica.
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Al via l’undicesima edizione della Biennale di incisione

Si è aperto domenica scorsa l’Evento culturale del Comune di Gaiarine che, con le sue undici edizioni, è diventato la manifestazione incisoria più longeva in Italia. Nelle precedenti dieci edizioni, infatti, si è andato affermando sulla scena artistica locale e nazionale come una delle più importanti esposizioni dedicate a quest’arte spesso, a torto, poco considerata.
La Biennale denominata “Aspetti dell’incisione oggi in Italia”, aperta dal 4 ottobre all’8 novembre, è ospitata in Villa Altan, dimora cinquecentesca di Campomolino e sede della biblioteca comunale.
Promotori della mostra sono il Comune, il Comitato di Biblioteca, il Club Tre Molini e l’Associazione Incisori Veneti nelle persone dell’infaticabile prof. Giorgio Trentin e del prof. Aldo Segatto, coordinatore quest’ultimo del comitato scientifico.
Anche questa edizione vede la presenza di talenti emergenti affianco di artisti affermati. Le opere, di notevole qualità e realizzate con diverse tecniche di incisione (si va dalla puntasecca all’acquaforte e acquatinta, dalla vernice molle alla xilografia) accontentano tutti i gusti: dalle composizioni che rappresentano frammenti di vita quotidiana di Carlo Barbero, Raffaele Minotto e Maria Antonietta Onida, alle vedute al limite dell’astrazione di Gabriele Berretta, Graziella Da Gioz, Francesco Geronazzo e Stefano Luciano; dalle scene evocative di Ezio Briatore, Andrea Cangemi e Maria Rosaria Perrella, al surrealismo di Sergio Saccomandi e Marcello Della Valle; dalle opere più classiche di Serena Conti, Pino Finocchiaro e Patrizia Flaccomio all’architettura industriale di Elena Molena. Anche la figura umana è presente e viene rappresentata secondo espressioni diverse come in Gabriele Bordignon, Manlio Chieppa, Stefano Ciaponi e Giovanni Dettori.

Alla vernice, che ha visto la presenza di un folto pubblico di esperti e meno, sono intervenuti l’Assessore alla Cultura sig.ra Stefania Venturin che ha aperto l’evento con evidente emozione; è stata seguita dal saluto del Sindaco Loris Sonego il quale ha ricordato come Villa Altan, da quando è stata ristrutturata, sia diventata il polo culturale del Comune. Prosegue dicendo che “Gaiarine è da 25 anni che, grazie all’arte incisoria, fa cultura”. Conclude ringraziando tutti (ma forse non proprio tutti) coloro che hanno reso possibile la realizzazione della manifestazione: il prof. Giorgio Trentin in primis, i dipendenti comunali e il comitato di biblioteca in maniera molto generica, il prof. Segatto quale vero promotore e trascinatore del Comitato scientifico (è proprio vero, se non ci fosse la passione e l’impegno di questo uomo, di certo la manifestazione non troverebbe espressione. Come si sa, l’organizzazione di qualsiasi iniziativa richiede lavoro, tempo, forze fisiche ed intellettuali e non è sufficiente, per la buona riuscita, metterci solo la faccia il giorno della vernice).
Intervengono poi i proff. Segatto e Trentin che con orgoglio ringraziano le varie amministrazioni e i volontari che hanno investito un apprezzabile impegno verso quest’espressione artistica spesso ai margini.
Segue il discorso del vicegovernatore della Regione Veneto con deleghe per la cultura, il turismo, l’identità veneta e la promozione del territorio dott. Franco Manzato, il quale sostiene che la valorizzazione di un luogo debba essere strettamente connessa alla cultura e all’arte.
Particolarità di questa undicesima edizione: è stata prodotta una serie di sei cartoline (una dedicata alle precedenti dieci edizioni della biennale, una per ciascuna frazione del Comune con alcuni luoghi caratteristici, una generale con la quattro frazioni) e un annullo postale con il logo della Biennale.
Conclude la mattinata, riprendendo la parola, l’Assessore alla Cultura che ringrazia gli sponsors, le Poste e un elenco di persone volenterose che in maniera del tutto volontaria hanno collaborato al buon esito della manifestazione.

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La tranquilla passeggiata delle mamme “antitraffico”

Stamattina dalle 8 alle 9 le mamme “antitraffico” hanno messo in atto una bella e pacifica forma di protesta. Le manifestanti, circa una cinquantina, si sono ritrovate in centro a Gaiarine, accompagnate dai figli e da numerosi commercianti, per attraversare ripetutamente Via Roma, rallentando così il traffico pesante che a quell’ora invade gli abitati del Comune. Va subito detto che gli stessi automobilisti e camionisti si sono resi conto del carattere positivo della dimostrazione, infatti non ci sono state casi di insofferenza.

La mobilitazione spontanea delle mamme sta dando voce al disagio di moltissime/i cittadine/i che chiedono interventi rapidi per il recupero della vivibilità del centro e la salvaguardia della salute di tutti. Le richieste di chi ha manifestato si rivolgono principalmente alla massima autorità sanitaria del Comune, ovvero il nostro sindaco Loris Sonego, il quale anche attraverso gli organi di stampa invita i suoi elettori a pazientare (vedi articolo sulla Tribuna di Treviso di oggi). L’obiettivo della manifestazione è principalmente quello di mantenere viva l’attenzione sui gravi problemi generati dal traffico. Non si tratta quindi di attendere solo la realizzazione delle opere che dovrebbero deviare sensibilmente i flussi di traffico dai centri abitati del nostro Comune (completamento della A28 e circonvallazione di Gaiarine), ma di dare rapidamente avvio a tutte le azioni che porteranno al risanamento dell’ambiente urbano e dell’aria che respiriamo. È idea condivisa che l’iniziativa spetti in primis al nostro sindaco.

PS: le nostre pacifiche e determinate mamme “antitraffico” stanno già attirando l’attenzione degli organi di stampa. Infatti oltre alla prima pagina della Tribuna e l’articolo del Gazzettino, notizia della mobilitazione spontanea è stata data nell’apertura del giornale di Radiopadova e nel telegiornale di Antenna 3.
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A Scuola di Politica, ad Asolo dall’8 ottobre al 12 novembre 2009

Rilanciamo, dal sito www.asolo.it, la notizia sulla terza edizione dell’interessante ciclo di conferenze di formazione politica che inizia domani. Nel caso ci organizzassimo per partecipare, ne daremo notizia sul blog.

A Scuola di Politica
Come sempre, per il loro carattere divulgativo, gli incontri si propongono come una sorta di corso di formazione e apprendimento aperto a tutti.Quest’anno i relatori, docenti, giornalisti ed esperti di varia formazione, tra cui Eugenio Benetazzo, opinionista televisivo ed esperto di finanza internazionale e risparmio economico, e Maurizio Pallante, presidente del Movimento per la Decrescita Felice, interverranno sui seguenti temi: crisi, modelli di consumo, territorio, sviluppo e attualità politica ed economica. Ricordiamo che l’iniziativa è organizzata dalla Biblioteca Comunale, in collaborazione con la Casa S. Dorotea e l’Assessorato alla Cultura della Città di Asolo.

PROGRAMMA CONFERENZE

Giovedì 8 Ottobre 2009 Teatro Duse ore 20.30
Una crisi economica prima che politica.
lo scenario economico che ci attende.
Relatore: Eugenio Benetazzo, opinionista televisivo, esperto di finanza internazionale e risparmio bancario

Giovedì 22 Ottobre 2009 Casa S. Dorotea ore 20.30
Dopo la grande trasformazione.
la politica tra decisione e consenso.
Relatore: Paolo Feltrin, politologo e professore di Scienza dell’Amministrazione all’Università di Trieste

Giovedì 29 Ottobre 2009 Casa S. Dorotea ore 20.30
La qualità della nostra democrazia.
Relatore: Marco Almagisti, docente di Scienza della Politica all’Università di Padova

Giovedì 5 Novembre 2009 Casa S. Dorotea ore 20.30
Il federalismo: un pensiero politico per governare la complessità.
Relatore: Giorgio Anselmi, segretario nazionale del MFE, Movimento Federalista Europeo

Giovedì 12 Novembre 2009 Teatro Duse ore 20.30
La felicità sostenibile.
Crisi, consumi, benessere.
Relatore: Maurizio Pallante, presidente del MDF, Movimento per la Decrescita Felice

Le conferenze di apertura (8 ottobre) e chiusura (12 novembre) si terranno presso il Teatro Duse. Le conferenze del 22, 29 ottobre e 5 novembre si svolgeranno presso la Casa Santa Dorotea di Asolo alle ore 20.30.Eventuali variazioni di sede saranno comunicate sul presente sito e sul sito www.asolo.it
La partecipazione alle conferenze è libera e gratuita e non comporta alcun obbligo di iscrizione e/o prenotazione.
Info: Biblioteca Comunale di Asolo, tel. 0423.951317 – biblio@asolo.it – www.asolo.it
Con il patrocinio di: Auser-Università Popolare dell’Asolano, CTP-Centro Territoriale Permanente Educazione Adulti di Asolo, Confartigianato Asolo e Progetto Giovani e di Comunità Asolo.

Riparte anche la Scuola di formazione all’impegno caritativo e sociale della Diocesi di Vittorio Veneto (maggiori informazioni QUI). Di particolare interesse i “Cantieri” di Fontanelle che quest’anno tratteranno la gestione dell’ente locale.

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