A Villa Altan: le piante alimurgiche

Tutte le sfumature delle erbePrimo incontro con le erbe mercoledì sera a Villa Altan dove davanti ad un folto pubblico Ivo Iop, della Floricultura Aromatiche IOP di Chions, ha presentato qualche decina di esemplari, aiutandosi con foto proiezioni e svariate piantine.
La serata era dedicata alle piante spontanee scoprendo poi che si sarebbe parlato soprattutto di piante alimurgiche, ovvero di piante spontanee commestibili, nel senso che ce lo possiamo proprio mangiare.
Delle piante usiamo praticamente tutto: radici, rizomi, fusto, foglie, fiori, semi, grazie ad una conoscenza acquisita nel corso dei millenni e tramandata fino ai giorni nostri, nei quali purtroppo si è interrotta la trasmissione tra le generazioni di questi saperi, sopraffatti dal gusto standardizzato e dall’omogeneità dei prodotti.
Tutte sono in realtà dei “fitocomplessi” e anche se noi le usiamo per qualche singolo scopo possono avere numerose altre proprietà.
alliariaAd esempio, alcune potrebbero essere utilizzate al posto di alcune spezie, come la Alliaria Petiolata (erba aio) le cui foglie presentano un inconfondibile sapore d’aglio senza però averne gli stessi risaputi fastidi.
Nel corso della serata ripetuti mormorii dal pubblico denotavano interesse, sorpresa e approvazione man mano che venivano riconosciute le varie specie.

portulacaTanto più che alcune piante come la Portulaca Oleracea (erba porseina) una volta presentate scatenavano commenti tipo “ch’ea là se magna?!” “co tuta cuea che ò cavà da l’ort!” facendo sorridere chi, trai presenti, sperimentando la gastronomia di altre regioni italiane e altre culture culinarie già le aveva assaggiate con pomodori freschi e origano.
Sonchus_oleraceus_BluetenstandO anche il Sonchus Oleraceus (lataroi o strangola-oco) che quasi tutti dichiaravano levata a carriole dal proprio orto, le cui foglie, passate in padella con olio e aglio, hanno un sapore dolce e delicato.
urticaMa ha davvero catturato l’interesse generale la descrizione dell’Urtica dioica (ortiga) che grazie all’aroma dolciastro, si rivela versatile in cucina usandone i germogli raccolti a primavera per minestre di riso e risotti (tradizione molto diffusa nel Veneto) ma anche per ripieni di torte salate e ravioli o bollite in poca acqua salata e quindi passate in padella con lardo o pancetta e aglio.
Ricordato poi il fatto che l’ortica sembri inseguire l’uomo, ma anche in questo i nostri vecchi la sapevano più lunga, quando dicevano che attorno a noi crescono le piante di cui abbiamo più bisogno.
Al momento delle domande e delle curiosità è venuto poi un approfondimento inaspettato; rispondendo ad alcune sollecitazioni dal pubblico in sala innanzitutto è stato sottolineato come sia importantissimo e fondamentale non solo una certa preparazione nel riconoscere le piante da cercare ma anche l’attenzione ad evitare i margini stradali (per l’inquinamento di gas e metalli dei veicoli) o i terreni prossimi a coltivazioni intensive dove l’uso di fitofarmaci ricadono ben oltre i limiti delle colture trattate. Da questo suggerimento pesticidi_killer(quasi banale) poi è stato inevitabile per il dottor Iop fare riferimenti e critiche precise alle scelte operate in agricoltura negli ultimi decenni, con una produzione sempre più legata alla monocultura e alla chimica, monopolizzata da poche multinazionali che hanno causato una perdita di biodiversità gravissima e irreversibile, con piante scelte per “sopportare” i trattamenti chimici e gli standard della produzione su larga scala (monocoltura, meccanizzazione, raccolta prematura) e grazie alle quali il numero delle malattie parassitarie dovute a virus, batteri e funghi è costantemente aumentato; inoltre, con l’introduzione di varietà seminative estranee a quelle locali, una certa quantità di virus e batteri è passata da un continente all’altro portando gravi squilibri 1253268432maxilogo-700x374agli ecosistemi agricoli e alla biodiversità. Ricordata per contro l’importanza delle sempre più diffuse iniziative locali che organizzatesi in associazioni di volontari e autofinanziandosi, coltivano le varietà a rischio di ortaggi e frutti di tutto il mondo, conservandone i semi in apposite banche.
Alla fine il relatore ha fatto girare tra il pubblico una decina di vasetti di piantine e i commenti e gli aneddoti si sono moltiplicati, evidente conferma di un apprezzamento generale della serata.

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