Consiglio comunale giovedì 18 febbraio 2021: Parliamone

Niente microfono “di bocca in bocca” ma quattro casse acustiche in bella mostra, per un audio perfetto.
Bene.
Solo qualche piccola defiance per l’audio della consigliera Capuzzo ma era collegata “via etere”.
Con internet, (sito del comune, youtube, link e quant’altro) invece non c’è niente da fare.
Male.

errore_audio (1) Per tutto lo scorso lunedì, chi avesse “cliccato” sull’indirizzo (link) presente sul sito del comune che rimandava alla registrazione di questo consiglio (18/02/2021) , avrebbe visto la registrazione del consiglio comunale del 29 gennaio scorso.
Poi l’errore è stato corretto.
Ci piacerebbe sapere, ma sappiamo che la nostra curiosità non sar
à soddisfatta, chi è il genio informatico che gestiste, sul sito del comune, le pubblicazioni del consiglio.
Se qualcuno lo conosce gli spieghi, per piacere, che in informatica, dopo aver fatto una qualunque cosa, è “obbligatorio” fare una prova: verificare se quello che si voleva fare funziona e funziona come previsto.
In questo caso bastava fare un semplice “click” sull’indirizzo pubblicato, per accorgersi di aver mantenuto in link vecchio, quello che rimandava al consiglio precedente.
Per l’amor del cielo basta con questo brutte figure.
La registrazione la potete trovare qui o nel sito del comune.
I presenti qui.

Ci chiediamo se tra gli attuali consiglieri (sindaco compreso) e il segretario qualcuno si è letto il Regolamento di Funzionamento del Consiglio Comunale?
Noi siamo sicuri di no.
Tant’è che in questo consiglio (ma non solo) abbiamo assistito alla “fiera degli orrori” regolamentari.
Dopo l’appello (vedi qui), la consigliera Capuzzo ha chiesto se poteva presentare un interrogazione urgente, probabilmente non sapendo  che non aveva bisogno di chiedere il permesso proprio a nessuno.

Se aveva un’interrogazione urgente da presentare, comeArt_24-Comma-5 recita l’articolo 24, comma 5 del Regolamento, la presentava. Punto.
La presentava all’inizio del Consiglio perch
é cosi stabilisce il regolamento.
E invece, chiedendo e specificando che si trattava di un interrogazione sulla Guardia Medicabandita” da Francenigo, ha dato al sindaco, che si era preparato una comunicazione sull’argomento per la fine consiglio, la possibilità di innescare con il segretario una “manfrina”, che ha portato a posticipar
e la presentazione dell’interrogazione.

Tra l’altro il segretario ha esplicitamente affermato che di solito «… si mette alla fine…», non avendo “alba” di quello che prevede il regolamento.
E così la consigliera ha accettato educatamente questo obbrobrio regolamentare.
Alla conclusione del consiglio il sindaco ha esposto la sua relazione (di discolpa), e la consigliera Capuzzo non ha più presentato l’interrogazione urgente.
Comunque e per fortuna un minimo di dibattito sull’argomento c’è stato.
Voliamo sommessamente ricordare al sindaco che in consiglio comunale lui è il presidente dell’assemblea e come tale deve rispettare e far rispettare le regole che il comune di Gaiarine si è dato e non inventarsi regole che non esistono.
Se non le conosce le studi e le faccia studiare un po’ anche al segretario.
Tra l’altro, con questa amministrazione, è diventata una abitudine assistere, dopo la fine del consiglio, a delle comunicazioni del sindaco e/o di qualche componente della “squadra” .

Orbene, le comunicazArt 49ioni, come cita l’art. 49 del Regolamento del Funzionamento del Consiglio Comunale, devono essere fatte all’inizio della seduta.
Fatte dopo aver esaurito lo svolgimento dei punti all’ordine e quindi a consiglio chiuso, non hanno alcun valore né amministrativo né giuridico.
Teoricamente i consiglieri, se non fossero persone educate, se ne potrebbero andare e chi ha voglia di parlare potrebbe parlare ai “muri”.

Affrontiamo questi argomenti e facciamo queste critiche politiche, non per tediarvi, ma perché riteniamo che il rispetto delle regole non sia semplicemente un atto formale ma il fondamento stesso della democrazia.
Senza regole la democrazia non esisterebbe.
Senza regole nessuno saprebbe quali sono i propri diritti e i propri doveri.
E se in un consiglio comunale, che è la massima espressione democratica locale, nessuno conosce le regole preposte allo svolgimento corretto del confronto, viene da chiedersi come possono essere salvaguardati i nostri diritti e come potremmo essere spinti ad ottemperare ai nostri doveri.

Quisquilie?139326632_3538433706262192_3748603230027193370_o

Si quisquilie, e perciò passiamo oltre, a cose sicuramente più importanti e altisonanti.
Dopo l’appello e l’approvazione dei verbali, dopo aver rinviato alla fine del consiglio l’interrogazione della consigliera Capuzzo, ma sostanzialmente all’inizio del consiglio e fuori dagli argomenti previsti dall’ordiAddirritura-StudentessaMatta1-1ne del giorno,come prevede l’art. 49 (una di giusta), prende la parola
nientepopodim
eno che l’assessore Gottardi.

Legge un comunicato/appello, preparato dall’ANCI ( Associazione Nazionale Comuni Italiani), in difesa della sindaca di Torino, Appendino, condannata ad un anno e mezzo con un processo a rito abbreviato per i fatti di piazza San Carlo del 3 giugno 2017, quando un’ondata di panico collettivo tra la folla che stava assistendo alla finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid causò il ferimento di oltre 1600 persone e la morte di due donne.

Una difesa ad oltranza dei sindaci che secondo il comunicato sono caricati di responsabilità oltre ogni dire.

Non vogliamo entrare nel merito di questo caso, amplificato oltre che dalla nostra da molte altre amministrazioni comunali in tutta Italia, ma diciamo che non ci sono mai piaciuti i piagnistei e questo ci sembra tale.

Ci chiediamo perché non fare, allora, un appello anche per le troppe responsabilità in capo agli imprenditori, agli insegnanti, ai medici, e così via per una infinità di categorie per giungere alla fine anche al semplice cittadino.
Non sarà che la “casta” difende la “casta”?.

Quanti sono i sindaci che delle responsabilità se ne fanno un baffo?
Quanti quelli che non fanno quello che dovrebbero?
Solo per esempio.

Quanti avendo la responsabilità della tutela della salute dei propri cittadini non regolamentano l’uso dei pesticidi?.
Se qualcuno di loro sarà prima o poi chiamato a rispondere anche penalmente di questa noncuranza si griderà ancora allo scandalo?.

Ma a parte queste ulteriori quisquiglie (è un nostro vizio), vorremmo raccontarvi una storia.

Nel decennio scorso, era montata, spinta dalle amministrazioni leghiste trevigiane, una campagna di ostilità ideologica contro l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani,  si quella di prima), ritenuta non allineata alle aspettative delle amministrazioni leghiste, che portò molti comuni della Marca a non iscriversi più all’ANCI, ma bensì all’ACTM (Associazione Comuni della Marca Trevigiana), “scalata” allora e tuttora “governata” dalla Lega.

Nel 2014, con la delibera di Giunta N. 104 del 28 ottobre, amministrazione Cappellotto, anche il comune di Gaiarine disse addio all’ANCI adducendo la scusa, la stessa di altri comuni trevigiani, del risparmio economico.
Non ci risulta che il Comune di Gaiarine si sia iscritto di nuovo all’ANCI, mentre è sicuro che sia ancora socio dell’ACTM.
Fine della storia.

Se attualmente il Comune di Gaiarine non è socio dell’ANCI,  per onestà intellettuale, caro assessore Gottardi: di due una:md22733199516
O, per fare un intervento di “spessore” in difesa dei sindaci,   non si sarebbe dovuto prendere a prestito il comunicati dell’ANCI, di un’associazione a suo tempo “ripudiata” dal comune oppure bisognerebbe subito riassociarsi.
O no?

Parliamo infine della Guardia Medica, “rubata” a Francenigo e traslocata a Vazzola.

Si sono sentite in consiglio comunale varie argomentazioni, e altre tante varie sono comparse nei quotidiani e nei social.
E’ evidente che vi sono delle grandissime responsabilità (a proposito, chi ne risponde ora?) della amministrazione precedente, quella di Cappellotto, e in parte anche di questa.

Ma quello che nessuno ha affrontato ed affronta sono le vere ed agghiaccianti responsabilità politiche di una medicina sia a livello nazionale che regionale e quindi locale che, anno dopo anno, soprattutto a causa dei governi di destra, ma non solo,  che si sono succeduti dalla metà degli anni novanta (nel veneto sono su per giù venticinque anni che le sono al potere), è diventata e diventa giorno dopo giorno sempre più una “industria” privata.

La pandemia in corso ha mostrato con tutta evidenza la mancanza in tutta Italia di una rete pubblica territoriale in grado di sopportare l’urto pandemico e non solo.

Ora, il passo più importante da fare sarebbe quello del ripristino del SSN secondo i dettami della nostra Costituzione repubblicana antifascista art. 32 (e art 3, art 54, art.98) e come fu declinAnselmiato con la legge 833/78 che non è stata difesa come andava fatto di fronte agli assalti dei privati aiutati dai governi di destra, nazionali e locali, (la Lombardia insegna, ma anche il Veneto non è da meno).

Quindi bisognerebbe ricostituire subito una medicina territoriale pubblica che incredibilmente è ancora affidata alla medicina privata convenzionata.

Il Benassi di turno, direttore generale, della nostra ULSS, invece di rinforzare questa rete con sempre più punti e sempre più vicini ai cittadini e quindi ai loro bisogni, chiude, accorpa, allontana.
E a fronte di questa scelte “malsane”, il Benassi, sempre quello di prima, da cui il nostro sindaco si aspetta un cambio di rotta rispetto alla guardia medica spostata a Vazzola è stato invece riconfermato al suo posto da Zaia un paio di giorni fa.

Questo cosa significa?
Che la sua gestione e le sue politiche sono ritenute valide dalla regione e quindi da Zaia.
E il nostro sindaco come la gioca la partita?
Bene. La “partita medica” giocata dal nostro sindaco è attualmente in parità:  ha perso la guardia medica di  Francenigo (pubblica) ma ha inaugurato il 10 giugno 2020 il Poliambulatorio Meridiana
(privato) a Gaiarine. 1 a 1 e palla al centro.

Ecco se vogliamo avere una sanità “vicina ai cittadini” bisogna cambiare visione smettere con certe politiche.
Avere il coraggio di battersi per una sanità davvero per tutti e dove la cura della salute non generi profitti.
Forse dalla tragedia della pandemia nascerà una sanità diversa. Forse.
Ma intanto il Benassi non si ferma, non ancora.

Concludendo:
La salute è il nostro patrimonio, un nostro diritto.
(Edward Bach)

 

 

 

 

 

 

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