La solita piazza e non solo

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ESSERCI-simbolo

 

Pubblichiamo quanto ricevuto ieri da una cittadina.

 

Questa mattina sono iniziati nuovi lavori di “rattoppo” in tre zone della piazza-parcheggio di Francenigo, che ancora avevano ceduto nelle scorse settimane per il passaggio delle macchine.
E’ l’ ennesimo intervento, di cui sarebbe interessante sapere il numero (terzo? quarto?) e i costi, e chi sta intervenendo (il Comune o la ditta che l’ha realizzata visto che sembrerebbe un’opera ancora in “garanzia” e mal realizzata).
Ma c’è un altro aspetto: mentre si ripara la piazza, e non solo in queste occasioni perchè l’abitudine è generalizzata, le auto vengono parcheggiate in una zona che non è di parcheggio, ma di passeggio, e cioè vicino al monumento dei caduti.Non si potrebbe mettere un divieto di parcheggio (per il dovuto decoro) nell’area del momumento dei caduti e un divieto di accedere con le macchine dall’invito delle strisce pedonali?

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La sovversione necessaria

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phpzLJANp2010La sovversione necessaria
Battaglie civili e impegno politico in Luigi Veronelli

Citazione dal libro: “Anarchia per me è la libertà dell’altro”
“Pensateci ragazzi. L’abbandono delle città, degli stabilimenti e il ritorno alla terra e al suo lavoro in condizioni ambientali, a volte difficili, a volte paradisiache, sempre di fronte al mare, alla campagna, ai boschi, ai monti.
Con una remunerazione individuale assai alta, data l’eccellenza dei prodotti terragni, ottenuti con mezzi artigianali, se non addirittura manuali. (…) Nei fatti, ogni uomo, in ogni parte del mondo, con leggi giuste, potrebbe vivere con il lavoro della propria terra.
Nella nostra patria – la patria è ciò che si conosce e si capisce – i contadini, sia piccoli proprietari, sia braccianti, potrebbero essere, per il favore del terreno e del clima, addirittura dei privilegiati”.

di Luigi Veronelli proponiamo di seguito uno straordinario articolo rivolto ai giovani ancora 17 anni addietro

“Che cosa può darvi un uomo della mia età se non i dati dell’esperienza? Solo oggi, più che settantenne, vedo con chiarezza: il potere ha utilizzato – con un vero e proprio capovolgimento dei propositi – ciò che era nei nostri sogni.

Anziché far l’uomo più libero con il progresso, la scienza, la macchina, la cultura ecc., renderne più rapido e sicuro l’asservimento. Ogni scoperta e ogni invenzione – nate tutte (oso credere) dal proposito di essere vantaggiose all’uomo – sono state deviate ed utilizzate, contro l’uomo.

schiavi del denaroBasta guardarsi attorno, con un minimo di senso critico e morale e ci si accorge che tutto, ma proprio tutto, viene attuato per renderci servi.

Un tentativo che – pur essendo tutt’altro che escluse le violenze e le atrocità dei vari fondamentalismi (sono tante le maschere, religione ed etnia in primis) – aggredisce l’uomo, con i mezzi suadenti delle comunicazioni di massa.

Chiaro ed orrifico il fine: non più individui, non più cittadini, non più un popolo, ma milioni di uomini e donne, senza volto né storia, servi.

Ripeto: la macchina del potere ha posto al proprio servizio gli uomini di lettere, di cultura e di scienza, i giovani “più in vista” e i politici.

Uomini di lettere, di cultura e di scienza. Comprati.

I giovani più in vista. Utilizzati come paladini dell’industria e del capitale, i migliori nello sport, nello spettacolo, nel trattenimento e nelle arti. Giovani che, per denaro esaltano – forse inconsapevoli – una programmazione omertosa.

I politici nazionali e no… La comunità europea – in cui avevamo pur posto speranze – ha emanato norme subdole e fintamente igieniche per metter fuori gioco, a favore di industria, conserve, salse, formaggi e salumi prodotti in modo artigianale, senza rischio reale alcuno da millenni.

1C8In modo più spettacolare e continuo, i mass-media, le pubbliche relazioni, le promozioni e la pubblicità. ad ogni ora del giorno, persuasori tutt’altro che occulti, esaltano ciò che dovrebbe civilmente essere condannato. Fanno consumare le stesse cose in ogni anglo del mondo, costringono a consumi non necessari anche i più poveri, impongono alimenti geneticamente manipolati di cui si ignorano gli effetti a tempo lungo sull’organismo umano – i cosiddetti alimenti transgenici, che propongono l’uniformità dei gusti – ed annullano il mutare delle stagioni.

Mi limito ai due prodotti-simbolo: la cocacola e l’hamburger (se diss inscì?), uguali – pensa te – in ogni luogo del mondo. Se vi sono una bevanda ed un cibo vecchi – che sentono e sanno di vecchio – questi sono proprio la coca cola e l’hamburger. L’uno e l’altra monotoni e statici. L’uno e l’altra tuttavia esaltati come fossero prediletti dai giovani, nel futuro dei giovani. Perché lo bevano e lo mangino – i giovani dico – gli debbono costruire attorno un “castello” (un castello? un finimondo) di pubblicità e promozioni plurimiliardarie…

I giovani prediligono – ed io vorrei esigessero – il nuovo e il diverso. Tutto nuovo e tutto diverso – spazio alla creatività – certo, ci viene da infinite evoluzioni, dalle millenarie lotte e sofferenze di uomini perseguiti, nuovo e diverso. I giovani si sono resi conto che la tradizione e la cultura sono non un piedistallo, bensì un trampolino di lancio. nuovo e diverso presentati con una serie di interventi critici, di note culturali e di provocazioni, così da esaltare proprio nel nostro sangue e nelle nostre idee, luci e coraggio.

Ho parlato di tradizione e di cultura. Un distinguo. Necessario.

Ciò che ci concedono e ci presentano i detentori del potere, con le immense possibilità di corruzione del denaro, anche quando ci viene presentato come cultura o peggio (peggio da che vi è il tentativo di maligna subornazione), come contro-cultura è, nei fatti, sottocultura. Noi siamo – e qui lo dico da anarchico – la cultura, per definizione sempre impegnata e nel domani.

Ineffabili e cinici mascherano il tutto con campagne puritane: opererebbero per la purezza e la salvezza del genere umano.

043751ad17a562cc2141f0ed50983169Nei fatti si rischia che la terra non basti agli uomini, perché l’industria e l’agricoltura industrializzata stanno desertificando e avvelenando i terreni con la ricerca, senza limiti, del profitto.

La tragedia del genere umano sta per giungere al suo compimento, proprio con la desertificazione, il degrado, la reale morte della terra. E’ terra la madre di ciascuno di noi, la terra singola, la terra da cui siamo nati, la terra che camminiamo, la terra su cui ci adagiamo, la terra di cui cogliamo i fiori spontanei ed i frutti, la terra degli olivi e delle vigne, la terra che coltiviamo di fiori, di frutta e di ortaggi, la terra che ci dà le raccolte, la terra su cui facciamo l’amore.

Sono stati così “capaci” e potenti da portarci al contrario di tutto. Il progresso anziché all’uomo dovrebbe servire al potere.

Proprio il progresso che ha l’imperativo categorico di distruggerlo, il potere.

disegno_ragazziSu quali giovani contare? Sui giovani coraggiosi, propositivi, dialettici, attenti ed esigenti.

Giovani che sappiano opporsi al capovolgimento dei fatti. Se i fatti denunciati sono veri – e non vedo alcuno che possa smentirmi – è necessaria e urgente – nessuna possibilità di rinvio – l’eversione e la sovversione. Cercano d’imporci – la suadenza, la musica, i comici, il cinema, quant’altro – le scelte quantitative. Tu, giovane, fai opera di eversione e di sovversione, esigendo per te e per i tuoi compagni, la qualità. Ho avuto modo, per la loro civile frequentazione, di conoscere meglio, tra i giovani, alcuni impegnati nei Centri Sociali e nei Circoli Anarchici. Li ho trovati coraggiosi, propositivi, dialettici, attenti ed esigenti.

Penso che siano i soli a poter svelare e rendere evidente agli altri giovani, il tentativo in atto contro di loro, in quanto contro la libertà della terra…

Il nostro avvenire, e quello dei nostri figli è in gioco, proprio – e in maniera più diretta di quanto si creda – sulle necessità prime del mangiare e del bere.

Non è affatto un caso che coltura e cultura abbiano identica etimologia. Coltura significa coltivazione del terreno. cambi la o in u, cultura, ed hai il complesso delle conoscenze intellettuali. “Il terreno arato non si distingueva da quello non ancora messo a coltura” leggi in Carlo Cassola. “Colui che ha cultura non è davvero tale se non è dominata, trasformata e assimilata dall’ingegno”, afferma Benedetto Croce.

Il progresso – lo vediamo in ogni fatto di cui ci occupiamo in modo sereno – è proprio coltura e cultura…

Voi potete essere i catalizzatori della riscossa, sia che vogliate assumere responsabilità nel nuovo sistema, sia no.

Giovani, ponetevi in modo critico di fronte al progetto di globalizzazione. Progetto che, nei fatti, è già in corso. Progetto che implica il ritorno di ciascuno che non abbia capitale alla schiavitù”.

(Ex Vinis, n. 43, ottobre/novembre 1998)

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Caro ministro, basta opere inutili

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TeA84_Pagina_1Uno dei contributi al dibattito sullo stato di salute dell’ambiente veneto presentato Il 3 Agosto scorso a Roncade (Tv) da don Albino Bizzotto  al ministro dell’Ambiente Galletti e all’assessore regionale Bottacin
da Tera e Aqua settembre 2015

Caro ministro, basta opere inutili
di Mariarosa Vittadini*

Egregio signor Ministro dell’Ambiente, prima di tutto grazie di essere venuto in un luogo cosi lontano dai centri del potere e dallo spettacolo della politica. La firma del Protocollo d’intesa per il Contratto di Fiume è davvero un segnale simbolico importante per un cambio di registro sulle questioni ambientali. Sull’ambiente, la sua tutela e buon funzionamento si gioca il futurimageo: quello lontano e quello prossimo, quello dei poveri e anche quello dei ricchi. L’enciclica “Laudato si’” presenta con straordinaria chiarezza questa prospettiva e gli immensi cambiamenti che occorrono per vivere in pace, con equità e giustizia.
Se questo è straordinariamente chiaro, dobbiamo però riconoscere che qui, oggi, in Italia, nel Governo di cui Lei fa parte, la questione ambientale è del tutto marginale. Provo ad elencare solo alcune questioni che avrebbero bisogno di essere affrontate con coraggio e innovazioni istituzionali/politiche e che invece, sotto l’ambigua etichetta di “semplificazione” vengono semplicemente rimosse dall’agenda politica.
mose800_01. La questione delle grandi (e anche meno grandi) infrastrutture, dei danni ambientali e sociali a cui danno luogo nei territori attraversati. Il Ministro Del Rio ha promesso una riforma della sciagurata Legge Obiettivo e l’avvio di una nuova stagione di programmazione guidata dall’Amministrazione pubblica. Ma, sig. Ministro, non abbiamo sentito la sua voce richiedere che la programmazione assuma consapevolmente obiettivi ambientali, non solo per il contenimento delle emissioni di CO2, ma per la salvaguardia e il risanamento degli ecosistemi da cui dipende in gran parte il benessere delle comunità e dei territori. Una dipendenza che gli eventi estremi, qui in Veneto così frequenti e disastrosi, hanno ormai trasformato in piena consapevolezza e richiesta di politiche ambientali responsabili, accompagnate dalla partecipazione delle collettività alle decisioni che le riguardano. L’integrazione degli ecosistemi negli strumenti di programmazione e nei criteri di decisione è una riforma fondamentale, assai più importante per la vita dei cittadini di molte misure economiche proposte dal Governo. Se ne faccia portatore e avrà la collaborazione piena di politici locali, tecnici, università e cittadini.
Ne varrebbe davvero la pena.
cementificazione_sradica_alberi-580x4562. La frammentazione del territorio aperto, l’inquinamento, il consumo di suolo hanno ormai raggiunto e superato i livelli di guardia. Sul consumo di suolo tutto tace e le Regioni ancora una volta vanno ciascuna per conto proprio, in un disperante caos amministrativo e politico. Lei, signor Ministro, ha in mano due strumenti fondamentali per integrare logiche ambientali in tutte le politiche e le strategie settoriali: la VIA e la VAS. Ma entrambi, nei documenti del Governo, sono costantemente inseriti tra le “procedure” da semplificare, se possibile evitare come inutili perditempo. La centralità dell’ambiente in tutte le politiche settoriali (infrastrutture, trasporti, energia, edilizia, agricoltura) meriterebbe politiche ben più lungimiranti e coraggiose. Dobbiamo invece registrare un ddl Madia che introduce anche per la questioni ambientali e paesaggistiche il silenzio assenso, in passato già riconosciuto inapplicabile nell’ordinamento nazionale.
Davvero il Ministero dell’ambiente non ha nulla da dire in proposito?
CIR_Veneto_Sblocca_Italia3. La coltivazione di idrocarburi in Adriatico rappresenta bene la schizofrenia dell’attuale politica: da una parte si afferma la prospettiva della green economy e l’assoluta necessità di procedere verso una economia low carbon, dall’altra si potenzia l’estrazione di idrocarburi in Adriatico. Si dà per scontata l’accettabilità dei rischi immensi a cui tale moltiplicazione delle estrazioni (da entrambe le sponde) darà luogo. Le Regioni costiere si stanno mobilitando per vietare le estrazioni. E il nostro Governo? Davvero vogliamo essere responsabili di questa assurda miopia verso le generazioni future? Per quanto difficile sia levare la sua voce contro gli immensi interessi finanziari coinvolti, ci aspettiamo che Lei lo faccia. La sosterremo con tutti i mezzi a nostra disposizione, compresa la mobilitazione delle popolazioni e delle attività che vivono grazie alla buona salute dell’Adriatico.
navi crociera venezia-24. Venezia e le grandi navi. Non è bastato un decreto legge a vietarne il passaggio da S. Marco e il suo brutale schiacciamento estetico della città. Oggi, nella strumentale attesa di percorsi alternativi, le grandi e grandissime navi continuano ad arrivare alla Marittima passando dalla bocca di Lido, attraverso il bacino di S. Marco e il canale della Giudecca, seminando lungo il loro percorso danni ai fondali, alle rive e alla qualità dell’aria. Il Canale Contorta, proposto dall’Autorità portuale come alternativa, è in procedura VIA e la sua Commissione tecnica di Valutazione ha posto in luce ragioni più che sufficienti a dichiararlo subito incompatibile con la salvaguardia della Laguna. Oggi l’Autorità portuale e il nuovo Sindaco di Venezia, in una alleanza di interessi economici e finanziari purtroppo già dolorosamente sperimentata, propongono di arrivare alla Marittima attraverso il Canale Vittorio Emanuele. È una soluzione distruttiva della morfologia lagunare del tutto simile alla scavo del canale Contorta e in ogni caso richiede una procedura di VIA sul relativo progetto, oggi inesistente. Alternative non distruttive della Laguna, che collocano il Terminal fuori dalla bocca di Lido, ci sono e sono già state presentate al suo Ministero. Le procedure di valutazione faranno il loro corso.
Fare-lo-struzzo-ImcNon le pare che la salvaguardia di Venezia e della Laguna sarebbero degne di una responsabile decisione politica, che stabilisca regole basate sulla salvaguardia ambientale della Laguna piuttosto che sulla massimizzazione degli interessi economici?
Chi se non il Ministro dell’Ambiente dovrebbe farsi promotore attivo e convincente di una tale decisione?
*docente IUAV Venezia

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Eventi a PordenoneLegge

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Tra i tanti appuntamenti interessanti proposti quest’anno da PordenoneLegge ne segnaliamo in particolar modo alcuni che ci stanno a cuore, seppur con diverse ragioni:


Catturasabato 19 ottobre Paolo Pileri, presenterà il suo libro Che cosa c’è sotto, un libro che restituisce piena dignità al suolo, qualcosa di delicato e complesso, di segreto e meraviglioso, di potente e sottile, di vivo, sano, abitato, di profumato e persino di buono. Il libro è stato pubblicato da Altreconomia grazie al crowdfunding.


koka laraMentre domenica prossima 20 settembre due nostre concittadine presenteranno il loro libro Kokà e gli animali dello zoo, pubblicato da Edizioni L’Omino Rosso; si tratta di un racconto illustrato rivolto ai nostri bambini, pensato ancora qualche tempo fa e più che mai attuale oggi.
Complimenti a Lara e Marika.

 

 

Koká è un simpatico elefantino che vive in uno zoo […]

images2infine collateralmente alla manifestazione sarà possibile trovare un banchetto di Stop TTIP dove si potranno trovare informazioni e la possibilità di sottoscrivere e firmare l’appello

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Giovedì 17 settembre a Villa Frova si parla di TTIP

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1b5fbba7-5cbf-40dd-9531-d65f6a6279baChe cos’è il TTIP?
Il TTIP è un trattato di liberalizzazione commerciale transatlantico, ossia con l’intento dichiarato di abbattere dazi e dogane tra Europa e Stati Uniti rendendo il commercio più fluido e penetrante tra le due sponde dell’oceano.

L’idea sembrerebbe buona. Perché qualcuno lo definisce “pericoloso”?
Condividiamo la definizione perché, in realtà questo trattato, che viene negoziato in segreto tra Commissione UE e Governo USA, vuole costruire un blocco geopolitico offensivo nei confronti di Paesi emergenti come Cina, India e Brasile creando un mercato interno tra noi e gli Stati Uniti le cui regole, caratteristiche e priorità non verranno più determinate dai nostri Governi e sistemi democratici, ma modellate da organismi tecnici sovranazionali sulle esigenze dei grandi gruppi transnazionali.

[..]

Il TTIP può produrre danni per la salute?
SocialMedia_Facebook_Umwelt_mit_NoTTIP_Header851x315Faccio un solo esempio, basato sulla storia. Nel 1988 l’UE ha vietato l’importazione di carni bovine trattate con certi ormoni della crescita cancerogeni. Per questo è stata obbligata a pagare a USA e Canada dal Tribunale delle dispute dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) oltre 250 milioni di dollari l’anno di sanzioni commerciali nonostante le evidenze scientifiche e le tante vittime. Solo nel 2013 la ritorsione è finita quando l’Europa si è impegnata ad acquistare dai due concorrenti carne di alta qualità fino a 48.200 tonnellate l’anno, alla faccia del libero commercio. Sarà una coincidenza, ma in un documento congiunto dell’ottobre 2012 BusinessEurope e US Chamber of Commerce, le due più potenti lobby d’impresa delle due sponde dell’oceano, avevano chiesto ai propri Governi proprio di avviare una “cooperazione sui meccanismi di regolazione”, che consentisse alle imprese di contribuire alla loro stessa stesura (http://goo.gl/HlqhTc).
Per approfondire vai qui

ISDS contro l’Italia: e siamo a tre
tradewatchNel pieno dell’estate sono arrivati il secondo e terzo caso contro l’Italia mossi da investitori esteri tramite i famigerati meccanismi di arbitrato internazionale per la risoluzione delle dispute sugli investimenti, noti in inglese con l’acronimo ISDS (che sta per Investor-to-State Dispute Settlement). La clausola ISDS è da mesi uno dei punti caldi del negoziato Ttip, l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, e su entrambe le sponde dell’Atlantico ha sollevato le critiche di numerose parti politiche, di tutta la società civile, dei sindacati e anche di una parte dell’industria […]
Per approfondire vai qui

11227387_369600916579139_2012976432488707666_nhttps://stop-ttip.org/firma/

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35 anni che hanno stravolto il Pianeta

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altreconomia_174_Pagina_01TRA IL 1980 E OGGI, CAMBIAMENTI AMBIENTALI E SOCIALI SENZA PRECEDENTI ILTEMPO DI UNA GENERAZIONE
Prodotto interno lordo, desertificazione e consumo di risorse non rinnovabili: cronaca dei 35 anni che hanno stravolto il Pianeta
da ALTRECONOMIA settembre2015
di Luca Martinelli

UN BAMBINO CHE NASCE OGGI TROVA UN MONDO MOLTO DIVERSO DA QUELLO NEL QUALE I SUOI GENITORI, NATI NEGLI ANNI 80, SONO STATI ACCOLTI.
È vero, a partire dal 1980 l’Indice di sviluppo umano globale – calcolato dalle Nazioni Unite sulla base di indicatori quali reddito, speranza di vita alla nascita e accesso all’istruzione, che va da 0 a 1- ha fatto un balzo in avanti, passando da 0,559 a 0,702 (nel 2013), ma è innegabile che questo sviluppo abbia avuto un prezzo: abbiamo compromesso il Pianeta, rincorrendo la crescita del prodotto interno lordo globale (che nel 2014 ha superato i 75mila miliardi di dollari), senza guardarci intorno.
jpg datiIl 13 agosto del 2015 è stato l’Earth Overshoot Day, cioè il giorno in cui l’umanità ha “consumato” tutte le risorse disponibili per l’anno in corso, andando ad intaccarne lo stock e accumulando troppa CO2 in atmosfera. Da un mese ormai stiamo vivendo “oltre le possibilità del Pianeta”, perché questo mostra il dato elaborato dagli istituti di ricerca Global Footprint Network (www.footprint- network.org) e New Economics Foundation (www.newecono- mics.org).
Il bambino del 2015 è nato col fardello di un debito. Iniziato quando bambini erano i suoi genitori: il primo Earth Overshoot Day cadde il 31 dicembre nel 1986. I nostri figli nascono in un mondo che sarebbe sostenibile solo se un anno durasse appena otto mesi.
Facciamo un esempio dei possibili problemi legati al consumo eccessivo di risorse. jpg acquaGuardiamo alla curva dei prelievi idrici a livello globale: nel 1980, l’uomo “beveva” 2.700 chilometri cubici di acqua all’anno, nel 2015 si stima che ne utilizzi ben 4.700, quasi il doppio.
E a febbraio 2015 Olcay Unver, deputy director of Land and Water division alla FAO, ha lanciato un allarme: “al 2050 circa il 60% della popolazione globale potrebbe vivere in condizioni di stress idrico”, che significa “avere problemi  di  approvvigionamento di acqua e non avere acqua a sufficienza per soddisfare le proprie esigenze”. Il 2050 è l’anno in cui i nostri figli avranno la nostra età oggi. A maggio, il Club di Roma – un’organizzazione  indipendente senza scopo di lucro che affronta con metodo scientifico i problemi dell’umanità, e nel 1972, pubblicando “I limiti dello sviluppo”, aprì il dibattito sulla finitezza delle risorse sul Pianeta – ha diffuso un rapporto dedicato alle foreste tropicali, che nel 1980 occupavano una superficie di 1.270 milioni di ettari.
jpg dese Il titolo è evocativo: “On the Edge”, che si può tradurre sul limite, o in posizione precaria. Perché – come evidenzia il report – oggi restano appena 700 milioni di ettari di foreste primarie “non intaccate” dall’uomo. Dai primi anni Ottanta ce ne siamo mangiate 4,9 milioni di ettari all’anno. Come? Ad esempio, per fare spazio alla coltivazione di olio di palma, che tra il 1980 e il 2012 è decuplicata, passando da 5 a 50 milioni di tonnellate.
“Le foreste sono un simbolo dei problemi relativi al grande tema del futuro, che non è del Pianeta ma solo dell’umanità – racconta ad Altreconomia Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia e segretario generale della Fondazione Aurelio  Peccei,  che rappresenta il Club di Roma in Italia.
jpg specLa scomparsa delle foreste primarie ci parla dell’estinzione di massa della biodiversità, ci ricorda l’incremento delle superfici agricole che avviene nelle aree tropicali, e dell’insostenibilità di filiere agroalimentari che non rispettano l’agroecologia, con grandi distese intensive che hanno bisogno di fertilizzanti (secondo il rapporto FAO “World fertilizer trends and outlook to 2018”, il consumo mondiale potrebbe superare i 200 milioni di tonnellate nel 2018, un dato del 25% superiore rispetto a quanto registrato nel 2008, ndr), agenti di sintesi che provocano immissione di azoto, che a sua volta modifica la composizione dell’atmosfera”.
jpg tempLa comunità scientifica ha definito nove “planetary bounderies”, confini planetari, e riguardano le variabili che abbiamo fin qui introdotto (dallo stato dell’atmosfera alla trasformazione del suolo), ma anche la perdita di biodiversità, l’inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici. Superati questi confini, diventa difficile sapere con certezza che cosa accadrà, e ancora di più gestire la situazione. Nel1981, ad esempio, eravamo ancora in tempo per restare entro un limite accettabile di concentrazione di CO2 nell’atmosfera. Nel gennaio di quell’anno, infatti, il dato misurato era di 339,36 “parti per milione” (ppm). Vent’anni dopo, nel gennaio del 2001, si era già arrivati a 370,52 ppm. Ad aprile del 2015, il dato misurato è di 401,3 ppm, e in media nel 2014 la concentrazione della CO2 in atmosfera è stata – per la prima volta – sopra le 400 parti per milione. Era una “soglia psicologica”, perché quella indicata dalla scienza è un’altra: “Nell’ambito di studi paleoclimatici è stato possibile risalire ad altre epoche storiche in cui nella composizione chimica dell’atmosfera la CO2 ha superando le 350 ppm, e ciò ha causato profonde modificazioni del ciclo del carbonio/ossigeno, con estinzioni di massa e un radicale mutamento negli ecosistemi” sottolinea Bologna, che dal 1998 cura l’edizione italiana del rapporto mondiale “State of the World” del Worldwatch Institute.
jpg ciboDopo aver superato la soglia “scientifica” e anche quella “psicologica”, siamo in cammino verso quella di 450 ppm: è il limite che potrebbe permetterci di contenere entro i 2°C il riscaldamento globale. jpg sfollSe il tasso di crescita della concentrazione di CO2 in atmosfera resta quello degli ultimi trent’anni, però, sarà scavalcato quando i nostri figli usciranno dall’adolescenza. Allora potranno iscriversi a un corso di laurea in Ingegneria della resilienza, oppure a Medicina, per seguire le lezioni di Adattamento  dell’organismo al cambiamento climatico. In Italia, la temperatura media è stata nel 2014 di 1,39°C superiore alla media registrata tra il 1971 e il 2000. Se è nato nel 2015 e nel Nord Italia, vostro figlio dovrà stare attento alle punture della zanzara tigre e dei pappataci, insetti che trasmettono la chikungunya e la leishmaniosi canina. “Sono i primi segni di malattie tropicali nel nostro Paese” racconta il climatologo Luca Mercalli, presidente della Società metereologica italiana (www.nimbus.it). Fino a pochi anni fa, questi insetti erano presenti solo a Sud dell’Appennino, ma l’Italia – e tutto il mondo – sono profondamente cambiati negli ultimi trentacinque anni. A livello globale, intanto, ogni mese le temperature medie
globali segnano un nuovo record: il 2014 è stato l’anno più caldo della storia dell’umanità da quando sono presenti dati affidabile (1880), e il 2015 – per come sta andando – lo supererà.
jpg autoÈ vero, in questo periodo siamo stati capaci di dimezzare la mortalità media infantile in tutto il mondo (da 90 a 46 ogni mille nati), ma – almeno nei Paesi ricchi – ogni figlio si misura con un mondo sempre più diseguale. Dagli anni Ottanta, la crescita della disuguaglianza nella distribuzione del reddito è del 26% in Olanda, del 24,4% in Gran Bretagna (24,4%), del 16,2% negli Stati Uniti d’America, del 15,8% in Germania e del 10,3% in Italia. Abbiamo saccheggiato il Pianeta e perso di vista il bene comune.

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