25 aprile Festa della Liberazione: io sto con i Partigiani!

Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione.
(Piero Calamandrei)

“Caro papa’, peccato che non ci saro’ piu’ il giorno della pace. Ho sempre sperato di contribuire allora con tutta la mia forza ed energia alla ricostruzione, non soltanto materiale, ma anche spirituale. Il nostro lavoro propriamente detto non comincia che dopo la guerra: eliminare l’odio fra i popoli. Perche’, solo quando questo non esiste piu’, la vera pace puo’ venire. Solo allora il fondamento della pace – la fiducia – puo’ fare il suo ingresso nel mondo. Fa’ di contribuirvi anche tu come meglio potrai. Per rendere migliore il mondo dobbiamo cominciare da noi stessi.”
(Henk, partigiano olandese nell’ultima sua lettera al padre)

La Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratico-rivoluzionarie del popolo italiano. Intorno c’è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline.
(Pier Paolo Pasolini)

Lo avrai
camerata Kesselring

il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati

Più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre

RESISTENZA
(Piero Calamandrei, nella famosa epigrafe dettata per una lapide “ad ignominia”, collocata nell’atrio del Palazzo Comunale di Cuneo in segno di imperitura protesta per l’avvenuta scarcerazione del criminale nazista)

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Il Veneto dice NO a nuovi inceneritori (2)

Da qualche tempo il Presidente Unindustria di Treviso sputa fuoco e fiamme (appropriata metafora considerando il tema) sui politici veneti che bloccano la costruzione di nuovi inceneritori nella nostra regione, cosa che impedisce, a suo dire, uno smaltimento definitivo, legale e proficuo in termini economici ed energetici dei rifiuti speciali.
Questo signore si può permettere di acquistare una pagina sui quotidiani ed elencare un suo decalogo che presenta l’incenerimento dei rifiuti economico, conveniente, risolutivo, salubre, innocuo.
Appuntiamoci questo nome e aggiungiamolo a quello dei tanti convinti che ogni sostanza possibilmente inquinante è innocua fino a prova contraria, soprattutto se nel frattempo consente profitto e guadagno.

Tra i testimonial a garanzia dell’incenerimento dei rifiuti ritroviamo Umberto Veronesi.. e il dubbio ritorna: quando chi proclama l’innocuità di un presunto agente inquinante è finanziato dal produttore di quello stesso agente inquinante devo fidarmi del suo giudizio?
A voi la risposta..

Tra i sostenitori della Fondazione Veronesi ci sono Acea e Veolia, società presenti in Italia nel settore energia, rifiuti, acqua.

Veolia è stata indagata nel 2008 per emissioni di diossina superiori a quelle consentite in un inceneritore da lei gestito a Pietrasanta, con centraline di rilevazione manomesse; nel 2008 il gruppo ha pagato 95,4 milioni di euro per vari casi di violazione alla normativa ambientale.

Acea nel 2007 ha ricevuto complessivamente 292 multe da parte delle autorità per violazioni alla normativa ambientale. La filiale Acea Ato2 Spa, ad esempio ha ricevuto multe per 121mila euro.



La Codardia chiede: «È sicuro?»

La Convenienza chiede: «È opportuno?»
Arriva la Vanità e chiede: «È popolare?»

La Coscienza, però, chiede: «È giusto?»
Poi arriva un momento in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né opportuna e neppure popolare, ma va presa perché la Coscienza dice che è quella giusta.
MARTIN LUTHER KING, JR.


http://www.dirittoalfuturo.it/primopiano2.html
http://www.gestionecorrettarifiuti.it/no-inceneritore/
http://www.ramazzini.it/ricerca/pdfUpload/LaStampa_22.10.2008.pdf
http://codiceedizioni.it/files/estratti/Davis_estratto.pdf

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26 aprile 1986 ore 01.24: Chernobyl

Un appuntamento da non perdere, un’occasione per saperne di più
26 aprile 2010, ore 20.45 Ex Chiesa San Gregorio Via G. Garibaldi – Sacile

Chernobyl l’eredità nascosta
Era il 26 aprile del 1986.
All’una e ventiquattro di notte un evento disastroso, definito come la più grande catastrofe tecnologica dell’era moderna, entrò nella storia segnando la vita di milioni di persone.
Quella notte esplose il reattore numero quattro della centrale nucleare di Chernobyl.
[…]



L’accordo truffa AIEA-OMS e la disinformazione su Chernobyl
[…]
In un rapporto del 1956 dell’OMS (fra i cui relatori vi era il premio Nobel J. M. Muller) si legge:
Il patrimonio genetico è il bene più prezioso dell’essere umano.
Esso determina la vita della nostra discendenza,
lo sviluppo sano ed armonioso delle generazioni future.
In qualità di esperti affermiamo che la salute delle generazioni future è minacciata
dal crescente sviluppo dell’industria atomica e delle fonti di irradiamento…
Noi reputiamo che le nuovi mutazioni che compariranno negli esseri umani,
saranno nefaste per loro e per la loro discendenza
”.
[…]

L’efferatezza di questo accordo ha permesso, solo quattro mesi dopo l’incidente di Chernobyl (il 28-08-86) all’allora direttore generale dell’AIEA, Hans Blix, di affermare:
Il mondo potrebbe sopportare un incidente uguale a Chernobyl ogni anno”.
[…]


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Soltanto due grappoli d’uva!


[…]
Allora Pinocchio ricominciò a correre per arrivare a casa della Fata prima che si facesse buio. Ma lungo la strada non potendo più reggere ai morsi terribili della fame, saltò in un campo coll’intenzione di cogliere poche ciocche d’uva moscadella. Non l’avesse mai fatto!
Appena giunto sotto la vite, crac… sentì stringersi le gambe da due ferri taglienti, che gli fecero vedere quante stelle c’erano in cielo. Il povero burattino era rimasto preso da una tagliuola appostata là da alcuni contadini per beccarvi alcune grosse faine, che erano il flagello di tutti i pollai del vicinato.Pinocchio, come potete figurarvelo, si dette a piangere, a strillare, a raccomandarsi: ma erano pianti e grida inutili, perché lì all’intorno non si vedevano case, e dalla strada non passava anima viva. Intanto si fece notte.
Un po’ per lo spasimo della tagliuola, che gli segava gli stinchi, e un po’ per la paura di trovarsi solo e al buio in mezzo a quei campi, il burattino principiava quasi a svenirsi;


quando a un tratto vedendosi passare una Lucciola di sul capo, la chiamò e le disse:
- O Lucciolina, mi faresti la carità di liberarmi da questo supplizio?…
- Povero figliuolo! – replicò la Lucciola, fermandosi impietosita a guardarlo. – Come mai sei rimasto colle gambe attanagliate fra codesti ferri arrotati?
- Sono entrato nel campo per cogliere due grappoli di quest’uva moscadella, e…
- Ma l’uva era tua?
- No…
- E allora chi t’ha insegnato a portar via la roba degli altri?…
- Avevo fame…
- La fame, ragazzo mio, non è una buona ragione per potere appropriarsi la roba che non è nostra…
- È vero, è vero! – gridò Pinocchio piangendo, – ma un’altra volta non lo farò più.
A questo punto il dialogo fu interrotto da un piccolissimo rumore di passi, che si avvicinavano. Era il padrone del campo che veniva in punta di piedi a vedere se qualcuna di quelle faine, che mangiavano di nottetempo i polli, fosse rimasta al trabocchetto della tagliuola.
E la sua maraviglia fu grandissima quando, tirata fuori la lanterna di sotto il pastrano, s’accorse che, invece di una faina, c’era rimasto preso un ragazzo.
- Ah, ladracchiòlo! – disse il contadino incollerito, – dunque sei tu che mi porti via le galline?
- Io no, io no! – gridò Pinocchio, singhiozzando. – Io sono entrato nel campo per prendere soltanto due grappoli d’uva!…
- Chi ruba l’uva è capacissimo di rubare anche i polli. Lascia fare a me, che ti darò una lezione da ricordartene per un pezzo.
[…]

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Sempre a risorse infinite…anche con il Fotovoltaico (2)

Riprendiamo e aggiorniamo il nostro post dello scorso 3 marzo rilanciando la Campagna contro il fotovoltaico su terreni liberi lanciata dal Movimento Stop al Consumo di Territorio pubblicando la bozza di un documento da sottoporre a Sindaco e Comune che ben riassume e presenta la campagna stessa:

Gentile Signor Sindaco di (Gaiarine)

Con la presente, a nome del comitato locale del Movimento nazionale per lo “Stop al Consumo di Territorio”, desidero sottoporre alla Sua attenzione ed a quella dell’intera amministrazione comunale in carica, una specifica richiesta che in questi giorni la nostra Organizzazione sta formulando ad ognuno dei Comuni italiani.

Si tratta dell’invito a discutere e deliberare con estrema urgenza la decisione della nostra amministrazione comunale di regolamentare l’autorizzazione alla realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonte solare, escludendo rigorosamente tutti i progetti ipotizzati su suolo agricolo/libero, allo scopo di indirizzare correttamente le scelte progettuali verso una vera sostenibilità, ovvero utilizzando superfici già edificate (ad esempio tetti di abitazioni e capannoni agricoli/industriali).

Non si tratta di una richiesta poco ponderata, ma frutto dell’esponenziale ampliarsi di un fenomeno che deve immediatamente allarmarci: in ogni angolo d’Italia si stanno moltiplicando, infatti, le richieste di poter disporre di terreni agricoli per realizzare impianti fotovoltaici, anche di grandi dimensioni.

Nell’ambito delle energie rinnovabili, la produzione di energia di provenienza solare deve senz’altro essere considerata meritevole di considerazione, ma anche non condivisibile quando realizzata mediante impianti a terra di pannelli fotovoltaici, attività che non rientra tra le specificità contemplate nell’ambito agricolo e che pertanto risulta palesemente da subordinare ad una eventuale variante urbanistica per la modifica della destinazione d’uso dei terreni.

In allegato, ci pregiamo sottoporLe un fac-simile di delibera che potrebbe essere adottata dall’amministrazione e che meglio specifica i dettagli della nostra proposta.

Restando a Sua completa disposizione per ogni ulteriore delucidazione necessaria, colgo l’occasione per porgere i migliori saluti.

Qui trovate anche una bozza di delibera.

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ForaxFora concreta: cittadinanza attiva al servizio dei cittadini

Rimborso Iva sulla tassa rifiuti

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, dalla Finanziaria non è scaturita alcuna decisione definitiva su questa opportunità.

In attesa di chiarimenti, alcuni Comuni si stanno intando muovendo, ma in direzioni diverse. Una situazione insostenibile.
Per fare chiarezza Altroconsumo ha scritto al Ministro Tremonti chiedendo la modifica del testo unico dell’Iva, che attualmente non include in nessuna parte questo tipo di servizio (in pratica per l’Iva lo smaltimento dei rifiuti non è né imponibile né esente, non c’è…) e, in deroga allo statuto del Contribuente che prevede la non retroattività delle norme, la richiesta di conversione di quanto fin’ora indebitamente pagato in un credito d’imposta da utilizzare in compensazione.


Il modulo per il rimborso

Qualche mese fa la Corte costituzionale aveva stabilito che sia la Tarsu (tassa di smaltimento rifiuti solidi urbani) sia la Tia (tariffa igiene ambientale) sono imposte e come tali l’Iva non deve essere applicata. Altroconsumo ha predisposto un modulo per chiederne il rimborso, lo trovate qui (invece il modulo con alcune note è qui).
Ma su tutto questo pende ora la spada di Damocle delle decisioni del Governo, che ancora non è intervenuto. Altroconsumo ha chiesto formalmente che la questione venga risolta.

Purtroppo questa situazione di incertezza non aiuta a capire che fare nel caso in cui il Comune respinga la richiesta di rimborso. Il suo suggerimento è di rivolgersi alla commissione tributaria provinciale, con tutte le incognite del caso.

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