Quando la responsabilit

Quest’anno mio figlio tornando a scuola (3ª media) ha trovato una novità: cancelli chiusi fino a 5 minuti prima dell’inizio delle lezioni. Tutti gli studenti; anzi no, non quelli che arrivano col pulmino, loro possono entrare; ah, entrano anche quelli che hanno grossi problemi, giustificati e motivati; e gli altri? Aspettano fuori dal cancello!
E quindi anche nelle scuole del comune di Gaiarine è arrivato il burosauro monolitico della Responsabilità, quella che fissa e assegna punti e virgole, quella che dice chi deve fare cosa, come lo deve fare e fin dove deve e può arrivare perchè proprio in quel punto (non un po’ prima ma nemmeno un po’ dopo) finisce perchè inizia l’altro (e viceversa).. Da un significato positivo (la consapevolezza delle proprie azioni e delle loro conseguenze) per cui la responsabilità rende cosciente ogni persona siamo passati alla Responsabilità regolamentata e normata..
Il Comprensivo di Gaiarine, fino all’anno scorso eccezione felice grazie ad una grande cooperazione tra genitori, personale Ata, docenti e la disponibilità del precedente dirigente scolastico, da quest’anno si adegua alla consuetudine consolidata di tutte le scuole del circondario adottando pedissequamente il Provvedimento Ministeriale, la Direttiva, il Regolamento..
Per cui l’entrata dei ragazzi e dei bambini nelle pertinenze di ciascun plesso scolastico (sia Gaiarine sia Francenigo) è permesso solo 5 minuti prima dell’inizio delle lezioni, fatte salve le eccezioni degli scolari pulminizzati e/o giustificati, previo accordo economico/assicurativo tra personale Ata e amministrazione. Gli scolari che per qualsiasi altro motivo arrivano con mezzi propri (accompagnati dai genitori, oppure a piedi e in bicicletta, studenti questi ultimi che andrebbero premiati per aver scelto l’autonomia e la responsabilità, quella vera) dovranno sostare fuori dai cancelli..
e la custodia di questi? competenza dell’amministrazione comunale che sta valutando nonni/vigile e ripari antipioggia..

Quando non si fa nulla, ci si crede responsabili di tutto. (Jean-Paul Sartre)
La libertà significa responsabilità: ecco perché molti la temono. (George Bernard Shaw)

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15 pensieri su “Quando la responsabilit

  1. in effetti stavo aspettando un intervento simile, che svelasse l’altra faccia della medaglia..
    la parola ai genitori dunque: tutti candidi, innocenti, irreprensibili, disponibili, vittime del farraginoso e dispendioso sistema scolastico italiano, succubi della scandalosa e corporativa macchina docente e non docente?

  2. cara umanità varia,
    non so come classificarvi vi leggo (spesso) e non vi conosco (forse) per cui mi rivolgo a voi come unica entità.

    Ma scusate: mai sentito parlare di “B_side”?
    Il lato B, quello che nei vecchi vinili era spesso il più bello, l’altra faccia della medaglia se volete così chiamarla l’avete mai presa in considerazione?
    Molte volte il lato B è semplicemente un altro punto di vista che però dovrebbe farci riflettere sulla faccia che conosciamo o condividiamo di una cosa.

    Prendiamo il nostro dirigente scolastico modello (ovunque e comunque esso sia, lasciamo stare il qui presente caso): che faccia bene o male il suo lavoro, che lo faccia con coscienza (e conoscenza) o che tiri a campare fino al 27 del mese, sempre lo stesso prende per vivere; e quasi sempre (per tutti quelli che lavorano per la comunità o nel sociale e non sono politici) quello che arriva il 27 è troppo poco per le responsabilità reali che hanno legate al lavoro che svolgono.
    Intendiamoci: condivido la posizione secondo cui un lavoro, per quanto poco pagato, è sempre un lavoro e come tale va onorato a prescindere dal compenso ma sinceramente chi glielo fa fare al burocrate di turno di rovinarsi la vita con una causa civile (se non peggio) con uno dei mille genitori armati di avvocati che girano per le nostre città?
    Come fa il suddetto burocrate (preside, tecnico comunale, operatore sociale, infermiere, vigile urbano, ecc.) a non finire nelle fauci (lui) del burosauro per uno stipendio inferiore a quello di un operaio?
    Perché questo gli tocca se non dimostra di aver fatto rispettare rigo per rigo la legge di turno a fronte a una causa o ad una semplice azione di categoria contro una sua decisione al di fuori dei margini previsti dalla legge.
    La legge la subisce lui come noi.
    Certo l’ha scelto lui il suo lavoro direte voi, ma non ha scelto lui di trovarsi a dover scegliere ogni giorno tra il buonsenso che quasi sempre ha in sé (che gl’imporrebbe di mediare tra legge e cittadini) e l’applicazione pedissequa della legge.
    Lui deve applicare la legge: ne va della sua integrità personale.
    Non ha scelto lui di trovarsi ogni giorno madri che van a letto la sera con “l’avvocato in testa” (metaforicamente parlando d’intende) pronte a far causa il mattino successivo al dirigente di turno perchè il figlioletto (povero) non ha, a loro giudizio, ricevuto quel tal privilegio che gli sarebbe spettato o ha subito un torto che certamente il dirigente poteva e doveva evitare.

    Io mi ricordo che mia madre, donna illuminata e contemporanea, a fronte di un sospetto di marachella prima ascoltava cosa era accaduto a scuola tramite le mie parole, poi se la versione non corrispondeva al suo senso della morale mi castigava e solo dopo chiedeva spiegazione al dirigente.
    E quasi sempre dopo ribadiva il castigo.
    Oggi prima si porta il figlio dall’avvocato per studiare la linea migliore da portare avanti in una probabile causa contro l’istituzione che ha certamente leso un qualche diritto del figlio e poi (forse) si pensa a cosa possa essere veramente accaduto.

    Mah, chi lo sa.
    O forse lo sappiamo dove sta la verità.
    John Houston Stockton

  3. toh.. rispunta dalle colonne dei giornali (mezzo prediletto dal nostro sindaco per comunicare e soprattutto arringare i suoi concittadini: d’altra parte mica tutti possono avere la tivù personale!) il roboante programma elettorale di continuailrinnova(ce)mentopergaiarine.. e alla situazione difficile di una scuola elementare (quella di francenigo) che vive difficoltà e disagi quotidiani per evidenti carenze di struttura, la risposta è flemmatica e conciliante: «Siamo a conoscenza della situazione; abbiamo firmato un accordo con la famiglia Jesse per realizzare nel plesso di Francenigo una palestra. La nuova struttura sarà a disposizione della scuola e non solo»;
    braaavo braaaavo braaaavo bravissimo!
    ma quando?
    si conferma quanto da noi già denunciato in campagna elettorale: l’ammodernamento della scuola elementare di Francenigo – pubblica! – dipende dall’ingordigia immobiliare – privata! – di un imprenditore, astutamente camuffata da filantropico buon cuore concittadino..
    e questa sarebbe buona amministrazione?
    e questo sarebbe interesse collettivo e bene comune?
    ma chiediamoci una buona volta: il fine giustifica i mezzi sempre e comunque?
    non poteva mancare infine l’ennesimo sintomo di mania persecutoria compulsiva conclamata: «Non vorrei che Antoniolli stesse subendo l’influenza del rapporto con una candidata che faceva parte della sua lista ed è un’insegnante delle scuole di Francenigo»..
    il fatto che anche decine di famiglie di Francenigo, oltre al personale docente/non docente, lamentino il disagio di una scuola ai limiti della praticabilità, non lo sfiora minimamente, per loro c’è la paterna magnanima rassicurazione: «Siamo al corrente della situazione e siamo al lavoro con nuovi progetti».

    ipotizziamo il prossimo comunicato del major sonegus: “sono il miglior sindaco che gaiarine abbia mai avuto, mai nessuno importante come me, e per questo sono perseguitato, ostacolato, calunniato”
    amen!

  4. Un caloroso saluto alla preside Mirella Giust che ha guidato la mia “vecchia” scuola con diligenza ed impegno.
    Quanto alla questione, ritengo che il preside abbia eseguito solo le regole ma credo che debba incontrare al più presto le famiglie per approfondire meglio la normativa!

  5. Gentile Preside!
    E’ un piacere ritrovarla…, e lei sa che per me resterà “Preside” ancora a lungo….
    Questa è una delle volte che sono d’accordo con lei, quindi riprendo l’aspetto per il quale mi ha “risposto” soltanto ad ulteriore chiarimento per chi legge.
    So bene che il nuovo dirigente ha soltanto applicato una regola, in passato tra me e lei ne abbiamo parlato più volte, come dell’uscita controllata dei bambini, del si o no alle biciclette in autonomia, e di altri aspetti che riguardano la sicurezza degli alunni.
    Ho scritto il post precedente sollecitato dal primo “carlo” perché quando posso cerco di stimolare un approccio alle istituzioni che sia diverso dal solito “andare dal…” in ordine più o meno sparso e magari con informazioni specifiche limitate o distorte.
    Inoltre continuo a pensare, dopo ormai vari anni di frequentazione degli organi collegiali, che riportare un’istanza in un collegio ufficiale o anche soltanto sollecitarne i componenti sia un esercizio di democrazia utile e buono, anche se l’argomento non è di stretta competenza del collegio stesso; l’importante è parlarne con volontà costruttiva.
    Io penso che la mediazione che gli eletti in un collegio possono attivare con la base è qualcosa che andrebbe valorizzato in ogni occasione, e credo che in questo caso specifico avrebbe anche avuto una sua utilità.
    Concordo con lei anche sulla critica ai toni del post iniziale; è un modo di esporre le cose che, spero inconsapevolmente, non rispetta sempre le persone e non invoglia certo le stesse ad esporsi in una discussione “pubblica” come è questa.
    Nell’agone politico un certo astio è forse (?) inevitabile, ma almeno in ambiti diversi sarebbe il caso di non aprire le discussioni “sparando”…., oppure, se si vuole “sparare”, poi non lamentiamoci se la discussione perde interesse….
    Cordialmente,

    Stefano Andreetta

  6. Signora Giust, credo che il post debba essere compreso e letto da tutti…nonche accattivante, per esserlo non deve essere troppo lungo. Chiaramente esprime il parere di chi l’ha scritto. Le precisazioni ed il dibattito si svolgono, come ha ben fatto lei, nei post…Grazie per la sua civile partecipazione, ed invito, se lo desidera, anche il nuovo dirigente scolastico a parteciparvi

  7. Mi spiace Renzo, non concordo: non è forse aggressiva la definizione di “burosauro monolitico della Responsabilità” sbattuta in bella evidenza in un post del blog che rappresenta il vero fenomeno di Gaiarine 2009? Lo stesso titolo configura un “voto” negativo a priori!
    Ribadisco che dalla somma delle parole che compongono il post e i commenti escono immagini parziali e distorte tanto della mia gestione quanto di quella del dott. Minaudo.
    Per quanto riguarda la mia, ormai finita e quindi senza possibilità per me di incidere sull’opinione degli utenti, ritengo riduttivo e ingiusto attribuire il clima di reale collaborazione e apertura creatosi in tanti anni all’applicazione elastica delle norme, al permissivismo, al buonismo piuttosto che alla deliberata, consapevole, continua (e faticosa!) ricerca di equilibrio tra diritti e doveri di ogni componente della comunità scolastica, tra le regole e il comune buon senso, tra il rigore e la dimensione umana della dirigenza.
    Riguardo al dott. Minaudo, arrivato da poco e giustamente prudente nell’assumersi in capo responsabilità che non sono proprie della scuola (come la custodia dei minori prima e dopo l’orario scolastico), mi pare che gli vada lasciato il tempo di capire come funzionano le cose a Gaiarine, sospendendo giudizi e chiusure.
    Buona giornata. Mirella Giust

  8. Cara Mirella il “gruppo” con questo post ha sollevato una questione che sarà anche “delicata” ma è sicuramente vera e importante e non l’ha sollevata con “parole inutilmente aggressive” nei confronti dell’attuale dirigente scolastico.
    Tralasciamo i commenti, espressioni libere di cittadini e che tra l’altro avviano delle interessanti riflessioni , fermiamoci al Post.
    Sappiamo benissimo che l’attuale dirigente applica le norme e che è un suo diritto/dovere applicarle (anche se sono sbagliate), adeguandosi tra l’altro alla situazione di tante altre scuole, ma ci si chiede solamente se con un pizzico di flessibilità in più da parte di tutte le componenti coinvolte non fosse stato possibile evitare questo disagio a genitori e studenti.
    I tuoi distinguo sono corretti ma alla fine quello che dovrebbe stare a cuore a tutti è che la scuola dovrebbe essere, e così era sotto la tua gestione, un luogo “aperto”, data la sua intrinseca funzione educativa, ma le norme e , in questo caso, la loro pedissequa applicazione, la rendono o rischiano di renderla un luogo “chiuso”.

    I comuni cittadini non devono fare altro che adeguarsi, perché, come ben chiarisci tu, non possono incidere minimamente sulle decisioni che provengono dall’alto, siano esse pertinenti o non all’ambito scolastico.

  9. Con questo post IL GRUPPO solleva una questione estremamente delicata, con toni e parole inutilmente aggressivi nei confronti del nuovo dirigente scolastico dell’I.C. di Gaiarine.
    Inizialmente mi sono astenuta dal commentare e alimentare polemiche.
    Ora, alla luce dei primi commenti, mi sento tirata dentro a forza, perchè vengo descritta come “dirigente disponibile a infrangere le regole a beneficio di bambini e genitori” in contrapposizione al nuovo “burosauro monolitico della Responsabilità”.
    In effetti entrambe le definizioni possono contenere frammenti di verità; verità che derivano da diverse storie personali e professionali, da concezioni differenti (legittimamente!) della dirigenza scolastica e, soprattutto, da un diverso grado di conoscenza e fiducia tra i vari soggetti coinvolti: il dirigente, i docenti, i collaboratori scolastici, gli alunni, le famiglie, la società civile.
    Ogni cambiamento comporta inevitabilmente perdite (di consuetudini, relazioni umane, …..) ma anche nuove opportunità e nuovi stimoli; bisogna solo concedersi il tempo necessario per conoscersi, capirsi, adattarsi reciprocamente.
    In questo momento mi pare poco generoso banalizzare, approssimare e sentenziare con maggiore o minore benevolenza: tanto sulla mia presunta propensione a infrangere le regole quanto sulla presunta monolitica e pedissequa rigorosità del dott. Minaudo.
    La corresponsabilità educativa tra scuola e famiglie presuppone fiducia reciproca, ma anche una precisa delimitazione di spazi, tempi e competenze. A questo riguardo Carlo accenna un nodo critico interessante, certamente uno degli aspetti essenziali della responsabilità di vigilanza dentro e fuori gli spazi scolastici.
    Per finire, Stefano mi perdonerà se gli dico che gli organi collegiali in questo ambito possono sì veicolare l’espressione dei bisogni e dei disagi delle famiglie, ma non hanno facoltà di incidere in misura significativa sulle decisioni del dirigente: i procedimenti civili e penali per omessa vigilanza intentati dalle famiglie per incidenti occorsi ai figli sono sempre rivolti contro i dirigenti scolastici, mai contro i componenti degli organi collegiali; tocca poi ai dirigenti dimostrare all’avvocatura dello Stato di aver organizzato il servizio scolastico con perizia e diligenza e di aver fornito ad operatori ed utenti formazione, istruzioni di lavoro e strumenti idonei per prevenire infortuni.
    Saluti. Mirella Giust

  10. Carlo ha toccato un nodo problematico, che non giustifica il colpevole rifiuto di una responsabilità partecipata, ma che ci aiuta a capire come si sia arrivati a simili prese di posizione.
    Non molto tempo fa ho assistito ad una scena singolare. Un’addetta mensa, a detta di un allievo,allungando troppo velocemente un vassoio,lo aveva colpito. Nessuna delle persone presente aveva riscontarto alcuna irregolarità, eppure il ragazzino ha cominciato a strillare e promettere (LUI!) denunce a destra e manca. Naturalemte è stata coinvoltà la famiglia, sconvolta come se il figlio fosse saltato su di una mina. Mi rendo conto di quanto questo episodio sia estremo, tuttavia esemplifica una diffusa mancanza di fiducia da parte dei padri e delle madri. Molti figli e genitori vivono la scuola come un parcheggio/prigione,vedendo i secondini di turno come presenze da sopportare. E se l’educatore diventa secondin(svogliato,imboscato, talvolta operoso e vessato)vuol dire che la condivisione delle regole e del rispetto tra istituzioni e cittadini stanno perdendo di significato.

  11. Proprio così, il nuovo preside ha solo applicato le regole che, purtroppo, sono entrate in vigore.
    L’anno scorso si è cercato di infrangerle a fin di bene, ma da quest’anno non è più così!

  12. Forse mi sono espresso male. Volevo sottolineare che il dirigente scolastico ha solo applicato le regole. Ma quando si fanno le regole non sempre si pensa che i destinatari/beneficiari sono i cittadini.
    Aggiungo che si è giunti a questo punto perché noi genitori non siamo più come i nostri genitori.
    Se noi arrivavamo a casa con le ginocchia rotte, silenzio e guai a dirlo alla mamma altrimenti…
    Mentre ora se i nostri figli arrivano a casa con le ginocchia rotte ci chiediamo dove fosse la maestra, perché non ha vigilato, ma io la denuncio… e i bidelli sempre ad imboscarsi…
    Ecco quindi che la scuola, gli insegnati ed il personale tendono a tutelarsi.
    Comunque sia Gustavo che Vladimiro se pur piemontesi sono di origine russa, anche se non ho mai capito come i loro avi siano giunti in Italia (non a piedi certo :-))
    E visto che vi piacciono le citazioni scusate se
    Ho pisà fora dal bocal (Anonimo Veneto)

  13. caro carlo,
    mi solletica ciò che emerge dal tuo commento: infrangere le regole a beneficio di genitori e bambini..
    quindi si fa del bene o del male? e si fa del bene facendo male? o si fa del male facendo bene?
    a me premeva sollevare il merito del dogmatismo della Regola Assoluta, della sua ligia osservanza e dei suoi pignoli osservanti..

    caro stefano,
    la tua precisazione è utile e corretta..
    ma rivendico la legittimità del post che fotografa una situazione quasi paradossale e che grazie al post stesso magari emerge e provoca il confronto, forse anima la discussione e, chissà, rende possibile la soluzione, che sarà la migliore sopprattutto perchè condivisa..
    apprezzo il tuo citare zagrebelsky, valente giurista e apprezzabile pensatore italiano (checchè faccia pensare il suo nome) del quale va ricordato e apprezzato anche il riferimento alla “Virtù del dubbio” per imparare una democrazia capace di elaborare un diritto delle diversità e una cultura costituzionale aperta, fatta di rispetto, interazione, sensibilità

  14. Non solo “parlare col nuovo dirigente”.
    Esistono i tanto vituperati e dimenticati organi collegiali, che sono il classico esempio di come la legge a volte dia strumenti di partecipazione democratica che poi noi non utilizziamo, preferendo scrivere in libertà sui post.
    Perchè parlare con le persone concrete fuori dalla scuola, ascoltandone le lamentele (spesso contrapposte….) e cercandone una sintesi e/o una mediazione da riportare negli organismi competenti è molto più faticoso…..
    Il nuovo dirigente ha fatto una cosa che è nei suoi poteri; esiste un consiglio d’istituto al quale siedono 8 genitori, di tutte le frazioni, con figli in ogni scuola del comune; cerchiamo di “Imparare Democrazia” (alla Zagrebelsky) facendo fare alle istanze il percorso corretto.
    Questo non è garanzia di successo, ma, credetemi, un po’ ci fa crescere tutti.

    Stefano Andreetta

  15. Prima di postare. Avete provato a parlare con il nuovo dirigente scolastico. Se si bene. Se no purtroppo queste sono le regole (neanche a me piacciono). L’anno scorso le regole probabilmente venivano infrante, si intende a beneficio di bambini e genitori (utenti in burocratese).
    Il mio avviso è che le leggi,regole e direttive dovrebbero essere al servizio del cittadino e non il cittadino al servizio delle regole o peggio come accade ultimamente in Italia alcune regole al servizio di un solo cittadino.

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