Referendum 21 e 22 giugno 2009

Premessa: Il referendum indica lo strumento attraverso cui il corpo elettorale viene consultato direttamente su temi specifici; esso è uno strumento di democrazia diretta, consente cioè agli elettori di fornire – senza intermediari – il proprio parere su un tema oggetto di discussione.
Il referendum è uno strumento di esercizio della sovranità popolare, sancita all’art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana. L’esito referendario, espressione di questa sovranità, è una fonte del diritto primaria che vincola i legislatori al rispetto della volontà del popolo.

QUESITI 1 E 2 (CAMERA & SENATO)
Se vincono i Sì, scompariranno le coalizioni di partiti e si eviterà che questi si uniscano il giorno delle elezioni e si dividano subito dopo imponendo veti, mediazioni e verifiche continue a maggioranza e governo. Si realizzerà anche in Italia il bipartitismo, così come negli Usa, in Inghilterra, in Francia e in Spagna. Senza coalizioni, la soglia di accesso a Camera (4%) e Senato (8%) diventerà uguale per tutti e il premio di maggioranza non potrà più andare alla coalizione ma solo alla lista che avrà ottenuto più voti.

QUESITO 3 (CANDIDATURE MULTIPLE)
Se vincono i Sì, sarà vietato candidarsi in più di un collegio e scomparirà la pratica abusata di presentare ovunque candidati “acchiappa-voti” (normalmente i leader di partito). In questo modo sarà colpita la nomina dei parlamentari da parte delle segreterie di partito, che decidono chi deve andare al Parlamento sia prima delle elzioni, sia (mediante questa pratica abusata) all’indomani del voto.

due obiezioni e due risposte
- Il referendum è inutile perché non cancella le liste bloccate.
E’ vero che non cancella questo sconcio. Purtroppo non è possibile farlo con un referendum. Ma questo è il referendum contro la “legge-porcata” di Calderoli (costui ora è Ministro per la Semplificazione normativa!!!!), e se passerà il suo significato politico sarà questo: il Parlamento sarà costretto a fare le riforme che oggi non vuole fare. Sarà una scossa che rimetterà in moto le cose. A suo tempo neanche l’elezione diretta del sindaco era tra i quesiti (anche quella non poteva esserci), ma la vittoria del sì nel ’92 obbligò il Parlamento a vararla. Della “porcata” il referendum cancella invece un’altra vergogna, la possibilità di candidature multiple.

- Il referendum fa spendere soldi.
La democrazia ha i suoi costi. Vogliamo rinunciare alla democrazia per risparmiare qualcosa? Mussolini diceva che le elezioni costano caro, e infatti per vent’anni non le ha più fatte. Ma attenzione, se si fosse accolta la richiesta di votare nello stesso giorno, il 6 e il 7 giugno, europee, amministrative e referendum, si sarebbero risparmiati ben 400 milioni di euro. E’ stata la Lega a impedire questo e ad addossare alla collettività un costo enorme.
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2 pensieri su “Referendum 21 e 22 giugno 2009

  1. siamo al delirio..

    un tizio che fa il ministro delle riforme scrive e approva nel dicembre 2005 una legge elettorale..
    il 21 marzo 2006 a meno di un mese dalle elezioni dichiara a matrix: “La legge elettorale l’ho scritta io, è una porcata”
    dopo un mese perde le elezioni per poco anche grazie alle porcate da lui scritte..
    il suo leader sconfitto grida allo scandalo e denuncia truffe e brogli..
    due anni dopo, nel 2008, quel tizio vince le elezioni con la stessa scandalosa legge porcata..
    e ridiventa ministro..
    alle elezioni del 2009 chiede agli elettori di non disertare il voto e rivince grazie anche a slogan che urlano “basta agli sprechi”..
    sette giorni dopo chiede agli elettori di astenersi e far fallire il referendum che deve modificare la legge porcata..
    il quorum non è raggiunto, il referendum è fallito con uno sperpero di almeno 200 milioni di euro !!!

    uno così manco col pallottoliere saprebbe semplificare qualcosa;
    invece questo tizio è ministro della semplificazione normativa della repubblica italiana (costo più di 60.000 euro l’anno)!!!

  2. Infatti la Lega, prima ha insistito per spostare il referendum in data diversa dalle elezioni (per preservare il diritto alla segretezza del voto, dice)ed in questo mado ha sicuramente indebolito la presenza alle urne, visto che se ci avessero fatto votare il 6 e 7 giugno, almeno un 70% dei voti ci sarebbe stato, mentre così mi sa tanto che non arriviamo neanche al quorum. Ora fa campagna ostruzionista. Ha forse paura di perdere qualcosa?! Forse, nel caso il referendum passi, perderebbe parte della sua forza?! Domande retoriche, ovviamente!

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