Un esempio da non seguire: l’istruttoria secretata del nuovo piano regolatore di Trieste

Nel corso della settimana (non siamo ancora riusciti a capire quando, pur avendo spulciato i quotidiani) il Consiglio comunale di Trieste ha deciso di secretare l’istruttoria del nuovo piano regolatore (come potete leggere QUI).
È un fatto gravissimo, che crediamo non abbia precedenti e che pone problemi gravissimi di funzionamento delle istituzioni democratiche. Infatti, fino a che punto si deve considerare non conclusa, e quindi secretata, la fase istruttoria? Fino alla deliberazione del Consiglio? Ma allora in questo caso anche la discussione del Consiglio dovrà avvenire a porte chiuse.
E poi, in questo modo si salvaguardano l’interesse di tutti oppure quello di pochi (politici, costruttori, investitori) che pur di non farsi sfuggire la possibilità di ricavare nuovo profitto si spingono fino al punto di “blindare” un provvedimento a loro favorevole?
Intanto la maggioranza triestina di centrodestra rischia di spaccarsi: la Lega reclama il ripristino della trasparenza e il mantenimento delle promesse elettorali.
Si tratta di una situazione intollerabile, ci auguriamo che la trasparenza sia ripristinata al più presto e che veramente questa scelta forsennata non sia imitata da altre Amministrazioni.

Ps: per un’altra “non trasparente” pianificazione in terra giuliana leggete QUI l’editoriale di Paolo Rumiz sul Piccolo del 20 aprile scorso.

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