Sempre a risorse infinite…anche con il Fotovoltaico (3)


L’agricoltura è in crisi: lo dicono tutte le associazioni di categoria (se volete approfondire andate su questo sito http://www.florablog.it/2009/11/12/e-solo-unimpressione-o-lagricoltura-in-italia-sta-davvero-morendo/

L’agricoltura in Italia da lavoro al 4% della popolazione e purtroppo gli addetti sono in continuo calo, ma quello che preoccupa di più è il fatto che abbiamo un giovane contadino con meno di 35 anni ogni 12,5 agricoltori con più di 65 anni.

Così, mentre noi abbiamo un agricoltore giovane su 12,5 agricoltori vecchi, la Francia ne ha uno su 1, 5 e la Germania uno su 0,8.

E’ sufficiente analizzare questo dato per capire quanto sia profonda la crisi dell’agricoltura in Italia e quale sarà il suo futuro se non si interverrà in fretta.

Viene spontaneo associarsi all’appello fatto a suo tempo da Petrini ai giovani “Uscite dai call center, andate nei campi!. Fatevi il favore di un lavoro meno precario, più creativo, più gratificante dove siete i padroni di voi stessi, per ritrovare un sano rapporto con il mondo”

Ma al di la degli appelli bisognerebbe fare cose concrete in modo che i giovani rientrino nel mondo agricolo, ritrovino la voglia e la condizione economica sufficiente per vivere e far vivere le loro famiglie.

E’ vero ci sono programmi Europei, nazionali e regionali per incentivare ed aiutare i giovani che approcciano o sono già inseriti nel mondo agricolo, ma questo non basta.

Il problema più grande è in costo della terra.

In Italia, in media, un ettaro costa 25.500 euro. Un prezzo enorme se confrontato con i 5.500 euro della Francia, i 6.500 della Germania e gli 8.500 dell’Olanda.

Qui da noi, però, un ettaro di terreno costa non meno di 80.000 euro (solo raramente si scende sotto questa cifra) e se su di esso sono presenti colture specializzate come vigneto, frutteti, ecc, può valere anche 150.000 euro.

Tutti sappiamo perché la terra in quest’angolo di Nord/Est ha un prezzo così elevato.
E’ inutile nasconderselo. Molti terreni sono stati acquistati da non agricoltori come bene rifugio di denari che in qualche caso non sono stati assoggettati alle imposte, terreni che normalmente vengono coltivati da terzisti e che rendono al proprietario il contributo PAC.
Terreni, questi, sui i quali si attende magari per anni la trasformazione in zona residenziale o industriale, tanto il proprietario non è agricoltore e non necessita per vivere del ricavato proveniente dalla loro coltivazione. Terreni che quindi non si vendono e non si affittano ad agricoltori.

Piero è un giovane che decide di “darsi” all’agricoltura.
Ha studiato. Ha fatto qualche lavoro precario ora però non trova lavoro.
Ha sempre aiutato il nonno nei lavori dei campi ha quindi l’esperienza per poter essere un buon agricoltore.
Il papà invece lavora in fabbrica.
La famiglia ha potuto vivere in modo decente e lui ha potuto studiare, anche perché al reddito del papà si sommava quello proviene dalla piccola azienda agricola gestita dal nonno.
Il nonno è morto e lui pensa seriamente di subentrare all’attività del nonno.
Ragiona e fa quattro conti. Si interroga: potrò mai vivere e mantenere una famiglia con il reddito ricavato da questa sola attività agricola?
Gli sorgono dubbi. Comprende che questa piccola azienda andrebbe ampliata, bisognerebbe avere qualche ettaro in più.
Si guarda attorno, chiede in giro e si rende immediatamente conto che non pot
rà mai acquistare dei nuovi terreni: avrebbe bisogno di centinaia di migliaia di euro, neppure con i prestiti agevolati, mutui, ecc. mai riuscirebbe ad avere sufficiente terra per garantirsi un futuro decente.
Non demorde. Si mette a cercare terreni in affitto, e così scopre che il suo Comune, il Comune di Gaiarine, gli ha proprio dato una mano.
Gira la voce che si può ottenere per vent’anni un reddito annuo di circa 5.000 euro per ettaro. Come?
Semplicemente, cedendo il diritto di superficie al Comune, che poi lo cederà a sua volta a qualche azienda che costruirà un impianto fotovoltaico (Campion e Presotto i a apena fat la gran operazion).
Si, è evidente che il Comune non potrà tappezzare tutte le campagne di pannelli fotovoltaici, ma intanto il guasto è fatto.
I non agricoltori proprietari di terreni e forse anche qualche agricoltore, stanno già pensando alla possibilità di trovare una ditta del fotovoltaico con cui fare la stessa operazione attuata dal comune con Campion e Presotto, e cosi si chiedono: perché mai dovrei affittare i terreni a qualche azienda agricola?
Non è forse meglio aspettare lo sviluppo di questa faccenda e vedere se si può in qualche modo rientrare in questo lucroso giro?
Cosa resta al nostro intraprendente Piero che andando a chiedere terreni in affitto ha ricevuto solo risposte negative?
Non gli resta altro che “ringraziare” il proprio Comune e abbandonare la sua “malsana” idea di “darsi” all’agricoltura.
Grazie Comune!!!!!!!!!

E’ necessario ragionare e parlare non solo di crisi dell’agricoltura, ma dell’agricoltura come una delle possibili vie d’uscita dalla crisi attuale. Ma nel nostro Nord/Est, come abbiamo visto, tornare alla terra, al lavoro dei propri padri o nonni agricoltori è quasi impossibile.

Non c’è lungimiranza, non ci sono amministratori capaci di vedere un futuro diverso, immaginano sempre l’uscita dalla crisi con il rilancio dei consumi, l’industria e l’edilizia, quindi ancora consumo del territorio e poi c’è il Comune di Gaiarine che per un introito di 50.000 euro (più o meno) all’anno, come se da questi dipendesse la sopravivenza stessa del Comune, toglie all’agricoltura 50.000 mq di suolo fertile, per produrre, dice il Sindaco, energia “pulita”.

Ma come può essere definita “pulita” un’energia la cui produzione snatura l’attività agricola e la terra, toglie all’agricoltura terreni fertili per 20-25 anni e crea uno scempio di distese ricoperte di pannelli?

Poi ci sono gli imprenditori agricoli seduti in Consiglio comunale che avvallano queste devastanti decisioni.

Parafrasando Frizzi della trasmissione “i soliti ignoti”, ci viene da chiedere a Giuseppe Fantuz che siede in Consiglio Comunale, che è un imprenditore agricolo quindi un agricoltore, che ha ricoperto cariche all’interno di associazioni agricole, che ha basato la sua “scalata” politica “coltivando” i rapporti con gli agricoltori del Comune…..

.. è Lei signor Giuseppe Fantuz di Gaiarine, è proprio Lei che aiuta i giovani agricoltori del suo Comune?
…… musichetta, musichetta ….
…no , non sono io che aiuto i giovani agricoltori del Comune.

E ancora, sempre parafrasando Frizzi, ci viene da chiedere a Giuseppe Fantuz che siede in Consiglio Comunale, che essendo il segretario della sezione della Lega di Gaiarine si è fatto sicuramente portavoce di uno dei tanti slogan del suo partito, “noi difendiamo e salvaguardiamo il nostro territorio”….

.. è Lei signor Giuseppe Fantuz di Gaiarine, è proprio Lei il segretario della Sezione della Lega Nord di Gaiarine che difende e salvaguarda il territorio di Gaiarine?
…… musichetta, musichetta ….
… no , non sono io il segretario della Sezione della Lega Nord di Gaiarine che difendo e salvaguardo il territorio.

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Radici a Legarolo Veneto

Non è una metropoli la cittadina di Legarolo Veneto ma nel suo piccolo ci si vive bene con molte delle comodità che il XXI secolo può permettere.
Quasi tutti lavorano, quasi tutti producono, quasi tutti si danno da fare: fabbrichette, artigiani, professionisti, operai, insomma una piccola
industriosa realtà del profondo veneto dove tutti o quasi conoscono tutti, dove ci si trova la sera in uno dei diciotto bar o taverne o cantine, dove ci si trova la domenica al campo di calcio oppure si prende il suv e si parte per mari, monti, laghi; e anche dove ci si dà da fare e ci si trova nella sagra paesana della “poenta zala e radicio rosso” o alla processione del patrono, che più d’uno dei numerosi ultracentenari ricorda apparso laggiù nella boschetta prima dell’argine, dove ora han costruito il centro commerciale.
Certo ogni tanto qualche intoppo, qualche nota stonata: un’aziendina che chiude, un terzetto di ventenni sfracellati sull’asfalto, una coppia di sessantenni che si separa tra il mormorio paesano, qualche sporadico extracomunitario che tenta di infiltrarsi nella pura lana veneta.
Ma sempre ben controllato e sorvegliato.

Insomma: brava zente veneta (in hoc vigno.. vignes!).
E anche alle ultime elezioni tutti insi
eme, tutti uniti: un voto unanime e plebiscitario (cossa zea ‘sta roba?) alla lista veneta, che fa il pieno di preferenze, col 99% (quel vergognoso del Rico, che so nono l’era garibaldin, so pare comunista e i là ciamà come berlinguer, Dio ne scampe).
Quindi Sindaco, Assessori, Consiglieri: tutti legarolisti, tutti con fazzolettone verde (anca el Rino, sì, Gennarino, i lo a visto tuti magnar radici e fasioi, poenta e luganega disendo che lù coea pissa là finìo, la ghe dà ‘l voltastomego).
Ed è una Giunta che finalmente fa e crea: posti di lavoro, case, capannoni, strade, ponti..
il motto è: schei fà schei!

E difende e coltiva valori e tradizioni, al grido di: «Col nostro
radicio le nostre radici!»
Ma improvvisa la meteora (coss’atu dita?), il fulmine a ciel sereno (aaahhhh! mejo)..
Don Checo, il vegliardo parroco del paese, alla soglia del 124° compleanno improvvisamente e inspiegabilmente manca all’affetto delle sue pecorelle, buon v
ecchio caro Don Checo, che ha praticamente battezzato tutti i Legarolesi seguendone con bonario rigore il percorso terreno e sorreggendoli negli ultimi anni di travagliato passaggio dalla demo-cristianità alla lega del radicio e delle radici.
Il paese intero, mentre ne piange la scomparsa (tutti in chiesa con Giunta e Consiglio al gran completo), si interroga, trepido e inquieto sul nuovo sacerdote. Già nell’omelia il Vescovo, anch’esso ormai ingrigito dagli anni e segnato dalle vicende umane, ha
omaggiato Don Checo rimpiangendo i tempi in cui la terra veneta era culla di contadini e artigiani prolifici e proletari ma anche di preti e missionari di buon cuore e buon’anima. Non è più così e ormai la messe indigena stenta (tra mistificazione finanziaria e manipolazione genetica) ma anche e soprattutto gli operai son pochi e quei pochi, stranieri!
Nell’attesa i fedeli Legarolesi promuovono veglie di preghiera mentre il Sindaco
allestisce un gazebo dove raccogliere firme e fondi per una petizione a favore del nuovo parroco, con lo slogan «prete vero se nò l’è nero», e il gruppo locale di Confessione e Assoluzione organizza una corrierata di tre giorni che affranchi e rinfranchi corpo e spirito dalla snervante attesa con un itinerario di preghiera e riflessione tra i rosari di Medjugorje e le roulettes di Isola e Portorose.

E alla fine ciò che deve compiersi si compie: è il 1° aprile 2011 e la comunicazione della nomina ufficiale arriva e ne viene data lettura in Consiglio Comunale Straordinario aperto a tutta l’ansiosa e numerosa cittadinanza.
È un Sindaco dal volto terreo e livido che chiede e ottiene il silenzio assoluto nella sala gremita e poi legge, non senza qualche difficoltà:

«Nuntio vobis gaudium magnum: habemus Sacerdotum!
Est
reverendissimus et coloratissimus Kunta Kinte!
Nessuno meglio di questo devoto servo del Signore può rappresentare e interpretare e sostenere la fede nelle radici venetocristiane del vostro piccolo grande paese di Legarolo Veneto.

Pregate per me come io prego per voi»

il vostro Vescovo

Condivi
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25 aprile Festa della Liberazione: io sto con i Partigiani!

Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione.
(Piero Calamandrei)

“Caro papa’, peccato che non ci saro’ piu’ il giorno della pace. Ho sempre sperato di contribuire allora con tutta la mia forza ed energia alla ricostruzione, non soltanto materiale, ma anche spirituale. Il nostro lavoro propriamente detto non comincia che dopo la guerra: eliminare l’odio fra i popoli. Perche’, solo quando questo non esiste piu’, la vera pace puo’ venire. Solo allora il fondamento della pace – la fiducia – puo’ fare il suo ingresso nel mondo. Fa’ di contribuirvi anche tu come meglio potrai. Per rendere migliore il mondo dobbiamo cominciare da noi stessi.”
(Henk, partigiano olandese nell’ultima sua lettera al padre)

La Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratico-rivoluzionarie del popolo italiano. Intorno c’è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline.
(Pier Paolo Pasolini)

Lo avrai
camerata Kesselring

il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati

Più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre

RESISTENZA
(Piero Calamandrei, nella famosa epigrafe dettata per una lapide “ad ignominia”, collocata nell’atrio del Palazzo Comunale di Cuneo in segno di imperitura protesta per l’avvenuta scarcerazione del criminale nazista)

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ForaxFora oltreconfine: esempio di partecipazione attiva e democratica

Sembra fatto apposta e invece no: ForaxFora viene citato come esempio all’interno di una relazione presentata al convegno Colloque international de théorie politique (Seminario Internazionale di teoria politica) organizzato dall’Institut d’études politiques et internationales (IEPI) dell’Università di Losanna che si svolgerà in questi giorni nella città svizzera con il titolo IL PENSIERO E L’AZIONE POLITICA NEL POTERE. RABBIA:DINAMICHE DI SOTTOMISSIONE-RESISTENZA E CREAZIONE POLITICA.


È per noi motivo di orgoglio e soddisfazione ma rappresenta non il coronamento giunto alla fine di un percorso iniziato appena un anno addietro nella nostra comunità ma il piacevole riconoscimento del tentativo di coinvolgere e interessare i nostri concittadini alle cose “pubbliche” dei loro paesi, riscoprendo la necessità del confronto e della discussione, ritrovando il bisogno del coinvolgimento personale e diretto su decisioni prese da tutti e che valgono e hanno ricadute per tutti.

qui il testo della relazione originale

questi alcuni spunti:

[…] Secondo esempio della volontà della classe lavoratrice di rifondare un potere a gestione realmente democratica è il gruppo Fora x fora (http://foraxfora.blogspot.com), collettivo di cittadini del Comune di Gaiarine, in provincia di Treviso, nato sull’onda delle elezioni di giugno 2009. I componenti del gruppo hanno cominciato ad interrogarsi sulla possibilità di attivare forme propositive e di controllo atte ad edificare un’amministrazione locale realmente democratica; questo in virtù del fatto che il quadro legislativo ha consegnato il potere da alcuni anni nelle mani dei sindaci, ammutolendo maggioranza e opposizione e rendendo gli organi di controllo impotenti, poiché eccessivamente vincolati. […]

Seconda azione interessante è stata l’istituzione di un blog, attraverso il quale dare visibilità alla propria visione delle gestione della cosa pubblica, aprendo lo spazio al confronto con la cittadinanza. In poco tempo, tale strumento si è dimostrato, pur nella fugacità tipica del web, importante piattaforma per presentare le proprie posizioni e mobilitare la cittadinanza su questioni cruciali, che hanno suscitato interesse al di là delle collocazioni ideologiche o politiche. Inoltre, i temi proposti all’interno del blog sono divenuti nel tempo mezzi efficaci atti ad incalzare l’operato sia della maggioranza sia dell’opposizione in Consiglio Comunale, con un conseguente aumento del ritmo e della partecipazione alla vita politica. […]

qui il testo completo in italiano

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Il Veneto dice NO a nuovi inceneritori (2)

Da qualche tempo il Presidente Unindustria di Treviso sputa fuoco e fiamme (appropriata metafora considerando il tema) sui politici veneti che bloccano la costruzione di nuovi inceneritori nella nostra regione, cosa che impedisce, a suo dire, uno smaltimento definitivo, legale e proficuo in termini economici ed energetici dei rifiuti speciali.
Questo signore si può permettere di acquistare una pagina sui quotidiani ed elencare un suo decalogo che presenta l’incenerimento dei rifiuti economico, conveniente, risolutivo, salubre, innocuo.
Appuntiamoci questo nome e aggiungiamolo a quello dei tanti convinti che ogni sostanza possibilmente inquinante è innocua fino a prova contraria, soprattutto se nel frattempo consente profitto e guadagno.

Tra i testimonial a garanzia dell’incenerimento dei rifiuti ritroviamo Umberto Veronesi.. e il dubbio ritorna: quando chi proclama l’innocuità di un presunto agente inquinante è finanziato dal produttore di quello stesso agente inquinante devo fidarmi del suo giudizio?
A voi la risposta..

Tra i sostenitori della Fondazione Veronesi ci sono Acea e Veolia, società presenti in Italia nel settore energia, rifiuti, acqua.

Veolia è stata indagata nel 2008 per emissioni di diossina superiori a quelle consentite in un inceneritore da lei gestito a Pietrasanta, con centraline di rilevazione manomesse; nel 2008 il gruppo ha pagato 95,4 milioni di euro per vari casi di violazione alla normativa ambientale.

Acea nel 2007 ha ricevuto complessivamente 292 multe da parte delle autorità per violazioni alla normativa ambientale. La filiale Acea Ato2 Spa, ad esempio ha ricevuto multe per 121mila euro.



La Codardia chiede: «È sicuro?»

La Convenienza chiede: «È opportuno?»
Arriva la Vanità e chiede: «È popolare?»

La Coscienza, però, chiede: «È giusto?»
Poi arriva un momento in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né opportuna e neppure popolare, ma va presa perché la Coscienza dice che è quella giusta.
MARTIN LUTHER KING, JR.


http://www.dirittoalfuturo.it/primopiano2.html
http://www.gestionecorrettarifiuti.it/no-inceneritore/
http://www.ramazzini.it/ricerca/pdfUpload/LaStampa_22.10.2008.pdf
http://codiceedizioni.it/files/estratti/Davis_estratto.pdf

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Incontri su "Mafia e corruzione"

Confartigianato Conegliano e Comune di Gaiarine
in collaborazione con
Fondazione Berra per l’arte e la cultura

e con

l’Osservatorio Veneto sul fenomeno mafioso

organizzano 3 incontri su
MAFIA E CORRUZIONE

PROBLEMA DI IERI O ANCHE DI OGGI?

venerdì 23 aprile 2010 ore 19.00
LO SCANDALO DEI PETROLI

con

Giacomo COLETTI – Generale in congedo della Guardia di Finanza

Enzo GUIDOTTO – Presidente dell’Osservatorio

Domenico LABOZZETTA – Procuratore della Repubblica di Belluno

Mario VAUDANO – Magistrato

Raffaele VOLONTÈ – Giornalista

venerdì 30 aprile 2010 ore 20.30
MAFIA: PROBLEMA NAZIONALE

con

Vittorio BORACCETTI – Procuratore della Repubblica di Venezia

Enzo GUIDOTTO – Presidente dell’Osservatorio

venerdì 7 maggio 2010 ore 20.30
INFILTRAZIONI MAFIOSE NEL VENETO

con
Francesco Saverio PAVONE – Sostituto Procuratore Generale di Venezia

Enzo GUIDOTTO – Presidente dell’Osservatorio

Gli incontri si terranno a Villa Altan
tutta la cittadinanza è invitata

AGGIORNAMENTO !
Per un’improvvisa indisponibilità la serata con
il Sostituto Procuratore Generale di Venezia Francesco Saverio PAVONE
sarà riproposta l’11 giugno 2010 sempre a Villa Altan alle 20,30

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